Caso Garlasco, la nuova importa di scarpe dimenticata da 18 anni | Ecco di chi è
Nuovi sviluppi nel delitto di Garlasco: un’impronta di scarpa insanguinata riapre il caso. Scopri come questa nuova traccia ribalta le indagini e cosa significa per Sempio.
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Il delitto di Garlasco, una delle pagine più controverse della cronaca nera italiana, torna prepotentemente sotto i riflettori. Dopo anni di processi e sentenze che sembravano aver cristallizzato la verità, un inatteso annuncio del Tg1 ha squarciato il velo su nuove scoperte, gettando un’ombra di incertezza su quanto finora ritenuto assodato. Il servizio giornalistico, andato in onda il 22 dicembre, ha rivelato l’emersione di una traccia mai individuata prima, destinata a riaprire scenari che si credevano ormai chiusi per sempre.
Le anticipazioni parlavano già, nei giorni precedenti, di un possibile nuovo orario della morte di Chiara Poggi. Ma la vera bomba mediatica è stata l’individuazione, accanto alla celeberrima impronta numero 33 sul muro – attribuita a un nuovo indagato, Andrea Sempio –, di una ulteriore traccia: quella di una scarpa insanguinata. Questa impronta, collocata in un punto compatibile con la dinamica dell’aggressione, potrebbe essere stata lasciata nello stesso istante, e dalla stessa persona, della traccia palmare. Una rivelazione che, se confermata, riscriverebbe le carte dell’inchiesta e complicherebbe ulteriormente il quadro accusatorio.
L’impronta sconvolge le indagini: cosa significa per Sempio
L’impronta di scarpa, secondo quanto trapelato, è stata trovata in cima alle scale, intrisa di sangue e in una posizione che suggerisce un collegamento diretto con l’impronta 33. La compatibilità tra le due tracce non risiederebbe tanto in una similitudine dimensionale, quanto nella loro reciproca posizione sulla scena del crimine. La ricostruzione più accreditata suggerisce che l’assassino, scendendo le scale con le mani sporche di sangue, si sia appoggiato al muro lasciando la traccia palmare, mentre contemporaneamente poggiava il piede insanguinato su un gradino, creando l’impronta della scarpa.
Questa inedita scoperta, a diciotto anni dall’omicidio, è frutto di un meticoloso riesame delle vecchie documentazioni fotografiche e delle nuove indagini condotte dalla Procura di Pavia. Il lavoro del Ris di Cagliari e le analisi del medico legale Cristina Cattaneo, che sta ricostruendo in 3D la dinamica dell’omicidio, saranno cruciali per la conferma definitiva. È interessante notare che la nuova suola, caratterizzata da un disegno a strisce, è diversa da quella a “pallini” storicamente attribuita ad Alberto Stasi, il primo condannato per il delitto. Se le due impronte, quella della mano e quella della scarpa, fossero state lasciate simultaneamente dall’assassino, la posizione di Andrea Sempio potrebbe subire un notevole aggravamento, indebolendo le tesi difensive e aprendo, per la prima volta in modo concreto, allo scenario inquietante della presenza di più persone sulla scena del delitto.

Le implicazioni: lacune passate e scenari futuri
L’emergere di un’impronta così significativa a quasi due decenni di distanza dall’omicidio solleva interrogativi importanti sulle lacune dei primissimi rilievi e sulla capacità delle tecniche investigative dell’epoca di cogliere ogni dettaglio. Al tempo stesso, evidenzia la straordinaria determinazione con cui oggi si sta riesaminando ogni elemento, sfruttando le moderne tecnologie e la persistenza degli inquirenti nel cercare ogni possibile tassello mancante. Le vecchie fotografie, un tempo considerate esaustive, si rivelano oggi un serbatoio di nuove informazioni, grazie a ingrandimenti e analisi digitali impensabili in passato.
Questa nuova traccia non è un semplice dettaglio aggiuntivo, ma un elemento che ha il potenziale di sconvolgere le tesi consolidate e di riorientare l’intera indagine. Per Andrea Sempio, l’attribuzione di un’impronta di mano insanguinata già rappresentava una svolta drammatica; l’accoppiamento con un’impronta di scarpa, anch’essa macchiata di sangue e lasciata in un contesto così cruciale, rafforzerebbe drasticamente l’accusa. La comunità attende ora il deposito degli atti delle nuove indagini da parte della Procura di Pavia per comprendere appieno la portata di queste scoperte e delineare i futuri sviluppi di un caso che sembra non voler trovare pace.
