Amianto, Inps condannata in appello a rivalutare la pensione di 32 operai tessili

Prepensionamento e rivalutazione della pensione, compresi arretrati per quasi venti anni: è quanto hanno ottenuto32ex dipendenti della filateria Ma.Te.Si. S.p.A. di Termini Imerese(Pa), esposti all’amianto per motivi professionali. LaCorte di Appello di Palermo,scrive in una nota Ona, Osservatorio nazionale amianto, “hacondannato l’Inps a riliquidare le pensionicon l’adeguamento e le maggiorazioni dei benefici contributivi per esposizione ad amianto. Percepiranno anche gliarretrati per 10 anni antecedenti la domanda amministrativache, tenendo conto delladurata del processo,saranno conteggiati perquasi 20 anni. In primo grado ilTribunale di Termini Imereseaveva accolto 21 ricorsi dei 60lavoratori della Ma.Te.Si. (poi divenutoFilatura di Campofelice S.p.A.) che avevano optato per il prepensionamento a seguito del fallimento dell’azienda”. “I lavoratori”, proseguono dall’Ona, “avevano depositato lacertificazione di esposizione rilasciata dall’Inaile presentando larichiesta di benefici contributivi all’Inpsche avevarespinto la richiestaappellandosi allapresunta ‘incumulabilità’ della prestazioneprevidenziale perchégià beneficiari di una pensione, come ‘Lavoratori socialmente utili’ (Lsu), in base alla legge regionale 12/99. Il gruppo, rappresentato dal signorFedele Incandela, si era pertanto rivolto all’avvocatoEzio Bonanni, presidenteOsservatorio nazionale amianto, peravviare un’azione giudiziariaper la tutela dei diritti e ottenendo dall’Inpsil risarcimento contributivoconrivalutazione della pensione, maggiorata di circa 500 euro mensili, oltre alla liquidazione degliarretrati di almeno dieci anni dalla domanda“. “L’ente di previdenza ha peròimpugnato la decisione tentando, con un cavillo, di fare annullare la sentenza, e ottenendo inveceulteriore condanna della Corte d’Appello“, scrive ancora l’Osservatorio nazionale amianto. “Questepronunce, chesono innovativeperchéimpongono all’Inps di applicare i benefici amiantoa tutti i lavoratori, anche quelli che avevano ottenuto altri benefici tra cui quelli socialmente utili. “Tutti questi lavoratori sono stati esposti ad amianto dagli anni 60 e, alla chiusura dello stabilimento nel settembre 1995, sono stati collocati prima in Cassa Integrazione, poi adibiti ai lavori socialmente utili e, successivamente, i pochi sopravvissuti ai numerosi casi di mesotelioma, tumore del polmone ed altre malattie asbesto correlate, sono stati collocati in pensione. Oggi per tutti finalmente l’ulteriore sentenza di accoglimento delle sacrosante istanze”, dichiaraBonanni. Gli fa eco Fedele Incandela, che aggiunge: “Seppure con i tempi della giustizia italiana, abbiamo avuto giustizia. L’Ona ha fatto un lavoro immenso, nel 2018, grazie a Bonanni, abbiamo ottenuto un incontro con il governo regionale per trattare la questione amianto, durante il quale si è discusso della realizzazione di un Centro di riferimento regionale per la cura e la diagnosi delle patologie da amianto presso l’ospedale Muscatello di Augusta poi inaugurato nel 2019. Oggi la struttura è una importante realtà aggregata al reparto di Medicina del presidio ospedaliero megarese”.