Amianto killer, 1.800 casi in 26 anni. Giustizia-lumaca: un indennizzo l’anno

Amianto killer, 1.800 casi in 26 anni. Giustizia-lumaca: un indennizzo l’anno

Amiantokiller, nuova condannaall’Inail. L’Istituto dovrà risarcire la vedova di un lavoratore del cantiere navale di Mazzara del Vallo deceduto nel 2020 per via dell’esposizione alla fibra. Non è la prima volta che l’Istituto nazionale che si occupa degli infortuni sul lavoro riceve una condanna in procedimenti giudiziari legati all’esposizione all’asbesto, a livello nazionale e regionale. In Sicilia ilegali dell’Ona(Osservatorio nazionale amianto) hanno seguito15 processi dal 2008 ad oggi. I risultati giudiziari a favore delle vittime sonoaltalenantie solo quest’annotre vittimehanno ottenuto risarcimenti. Rimborsi che spesso però sono tardivi: “Purtroppo in sede civile c’è sempre della resistenza a risarcire il danno – spiega l’avvocatoEzio Bonanni, presidente dell’Ona, – ed è un fatto grave, perché una vittima non può ottenere il risarcimento subito durante la malattia, nel momento in cui ne avrebbe più bisogno”. Ma questi episodi rappresentano appena lapunta dell’icerberg. InSiciliaicasi accertatidi mesoteliomi e malattie correlate all’esposizione all’amianto dal 1992 al 2018 oggi sono 1.810. Le zone più colpite sono il cosiddetto “triangolo della morte” tra Gela, Ragusa e Priolo-Augusta. Vessate anche la zona di Palermo e della Valle del Mela (ME). Mesotelioma maligno epitelioide. Questo è il nome specifico della malattia che ha stroncato la vita di un lavoratore deceduto circa tre anni fa. Questo tumore si è sviluppato per via dell’esposizione prolungata alle fibre di amiantoavvenuta durante i 50 anni di attività del lavoratore, prima come meccanico frigorista, poi nel cantiere navale di Trapani. A stabilirlo è la Corte d’Appello di Palermo, che ha ribaltato la sentenza di primo grado del Tribunale di Marsala e hacondannato l’Inaila risarcire la vedova del defunto. La donna riceverà anche una rendita dal valore di circa 45 mila euro, in aggiunta agli arretrati. In merito al risultato giudiziarioBonannicommenta: “Le malattie da amianto sono ancora sottostimate, ci sono una serie di tumori che sono molto più frequenti rispetto all’entità valutata che la fibra killer ha provocato, soprattutto per gli operatori dei cantieri navali e di altre aziende”. Leggi anche –Nuova sconfitta giudiziaria per i lavoratori esposti ad amianto Nel VII Rapporto ReNaM stilato dall’Inail si legge che lacantieristica navaleè uno dei settori in cui si registrano maggiori casi di vittime di mesotelioma, in particolare in Sicilia. Senza dimenticare che tra le professioni a rischio ci sono anche imanutentori delle celle frigorifere.Qui l’amianto era presente come isolante delle tubazioni di trasporto del gas e nelle guarnizioni. E questo è proprio ciò che è avvenuto anche nel caso specifico del lavoratore di Mazara del Vallo, come conferma infatti una sua collega sentita in udienza: “Le paratie, le strutture interne dei locali delle navi in cui si svolgeva l’attività del soggetto e le condotte dei fluidi in essi esistenti, erano coibentate e rivestite damateriali in amianto“. I danni dell’amianto si vedono adesso, in questi specifici ambiti lavorativi, ma si continueranno a vedere in futuro. “Attualmentel’amianto uccide 200 siciliani ogni anno, ma il picco si avrà nei prossimi anni”, spiega Bonanni. Leggi anche –Sicilia, sole, mare e amianto: “Bonificati soltanto 31 siti su migliaia contaminati” “Ci siamo occupati di tutelare i diritti deilavoratori dei petrolchimici, come quello diMilazzo, di Priolo e di Gela, e dei cantieri navali di Palermo, per i quali ci sono state delle pronunce in sede penale ed in sede civile” spiega Bonanni. Le procedure giudiziarie seguite dall’Ona da 15 anni a questa parte sono proprio 15,in media una l’anno.Riguardanomanutentori elettrici, macchinisti, elettricisti, e più in generale lavoratori esposti apolveri e fibre di amiantodurante la propria attività lavorativa. Nel corso dei vari procedimenti sono stati condannati enti pubblici e privati, l’Inps e l’Inail su tutti, a risarcire le famiglie delle vittime per centinaia di migliaia di euro. Ma c’è ancora molto da fare, perchè secondo il presidente dell’Ona “c’è poca poca attenzione e attenzione e poco riguardo per le vittime dell’amianto. Continueremo a essere presenti nella regione Sicilia perché non possiamo tollerare che un territorio magnifico, baciato dal sole e pieno di luce, continui ad essere sventrato da una attività industriale chenon rispetta l’ambiente e la dignità della persona umana“.