Arbitro delle Controversie Finanziarie, dalla Sicilia 71 ricorsi. Accolto 1 su 2
Sono71 i risparmiatoridella Sicilia che nel corso del 2023 si sono rivolti all’Arbitro delle Controversie Finanziarie (Acf). Volevanorisolvere le liti con intermediariin merito a servizi di investimento o di gestione collettiva del risparmio. Uno strumento messo a disposizione dallaConsob, la Commissione nazionale per le società e la borsa. I ricorsi giunti dalla Sicilia l’anno scorso rappresentanoil 7,4% del totale (963). Stando ai numeri contenuti nell’ultima relazione, a livello nazionale la percentuale diricorsi accolti è del 56,8%. Ciò significa che più di un caso su due si risolve positivamente per il risparmiatore. Quanto alla distribuzione territoriale il Nord si è confermato l’area di provenienza del maggior numero di ricorsi (46,1%). Seguono Sud e Isole (31,3%) e il Centro (20,4%). In aumento rispetto al passato la presenza di ricorrenti residenti all’estero (2,2% del totale a fronte dello 0,8% del 2022). Il numero maggiore di istanze nelle regioni ha riguardatoLombardia (149), Puglia (110) ed Emilia Romagna (90). Immediatamente al di sotto si colloca la regione Piemonte, da cui sono arrivati 74 ricorsi, circa il doppio rispetto ai ricorsi trasmessi nel 2022 (38). In Piemonte si è registrato, dunque, un trend in rialzo, che ha interessato, con numeri più contenuti, anche Liguria (da 19 a 25 ricorsi), Marche (da 14 a 20 ricorsi), Abruzzo (da 10 a 18 ricorsi), Sardegna (da 4 a 15 ricorsi) e Trentino-Alto Adige (da 4 a 7 ricorsi). Leggi anche –Rapporto Edufin 2022: al Sud meno del 40% ha conoscenze finanziarie Quello messo a disposizione dallaConsob, è uno strumento che consente in modo veloce, senza costi né obbligo di assistenza legale di ottenere risarcimenti per danni non superiori ai 500mila euro. Nel13% dei ricorsi presentati nel corso del 2023, l’importo del risarcimento richiesto èsuperiore a 100.000 euro. Ma dal 2017, cioè da quando è stato istituito l’Arbitro delle Controversie Finanziarie (grazie alla delibera n.19602 del 4 maggio 2016), l’Arbitro ha stabilito ilriconoscimento di risarcimenti per 155,8 milioni a fronte di un totale di 10.696 ricorsi. Il picco è stato raggiunto nel 2021 con 39,2 milioni di euro erogati. Il numero maggiore di ricorsi però lo ha registrato proprio l’anno del debutto, il 2017 appunto, con ben 1.839 istanze. Se guardiamo nello specifico alla Sicilia, dal 2017 al 2023, i ricorsi presentati all’Arbitro delle Controversie Finanziariesono stati complessivamente 658: dopo una partenza con 84 ricorsi sopraggiunti nel 2017, l’apice è stato raggiunto proprio l’anno dopo con 113 domande. Negli anni successivi il trend si è mantenuto costante: 100 nel 2019, 97 nel 2020, 96 nel 2021 e 97 nel 2022. Leggi anche –Solo il 37% degli italiani ha conoscenze finanziarie base. E in Sicilia va peggio Nellaclassifica delle 102 province italiane, Agrigento figura nona per numero di ricorsi ricevuti: 21 (rappresentano il 29,6% del totale dei ricorsi ricevuti dalla Sicilia). Diciottesima Ragusa con 14 ricorsi (19,7% del totale siciliano) e ventunesima Palermo con 11 ricorsi (15,5% del totale siciliano). Complessivamente, si legge ancora nella Relazione, “il 2023 ha visto il primato della provincia di Roma(76 ricorsi, pari all’87,4% dei ricorsi ricevuti dal Lazio). Come già registratosi negli anni precedenti, seguono nelle prime posizioni talune delle maggiori aree metropolitane del Paese (Milano con 65 ricorsi, Bari con 49 ricorsi, Torino con 38 ricorsi e Napoli con 37 ricorsi). Leggi a nche –Frodi creditizie in Sicilia. Isola al terzo posto con l’11,24% Come già indicato nelle Relazioni annuali precedenti, “i primi anni di operatività dell’Acf sono stati caratterizzati da un utilizzo del rimedio stragiudiziale quale strumento di tutela ‘emergenziale’ per i numerosi risparmiatori coinvolti nelle note vicende di dissesto bancario: è evidente che, solo più di recente,l’Arbitro ha assunto, gradualmente, il ruolo– che gli è più proprio – dimezzo di risoluzione delle controversieche ‘fisiologicamente’ possono insorgere tra gli intermediari e i propri clienti”. Meritano un’attenzione particolare, infine, i dati su tipologia, età deiricorrentie quelli relativi al genere.Nel 2023 i ricorsi pervenuti all’ArbitrodelleControversie Finanziariesono stati, pressoché integralmente, trasmessi da persone fisiche, il 98%, a fronte del 2% di persone giuridiche. Anche nel 2023 la maggioranza dei risparmiatori (585 su 963 pari al 60,7% del totale) ha preferito avvalersi dell’assistenza di un procuratore, soprattutto avvocati. Marginale invece la presenza di associazioni dei consumatori che sono appena il 3,2%). Il dato è, comunque,in leggero calo rispetto allo scorso anno(64,8% nel 2022). La prevalenza dei ricorrenti di età compresa tra i 55 e i 64 anni (26,1%) evidenzia la difficoltà per i più giovani, non solo di inserirsi nel mercato del lavoro, ma anche di accumulare risparmio, destinandone una parte ad investimenti finanziari.Solo il 34,8% dei ricorrenti è di sesso femminile. Una percentuale che nella Relazione viene interpretata come “sintomatico di una gestione della ricchezza famigliare di matrice prettamente maschile”. “Significativa – recita ancora il documento – la presenza di donne in caso di cointestatazione degli investimenti (71,4% dei casi)”.
