Bonifica discariche, in Sicilia 3 annunci in 8 anni. A Lentini lite su un nuovo sito

Bonifica discariche, in Sicilia 3 annunci in 8 anni. A Lentini lite su un nuovo sito

Una svolta nellabonifica delle discariche pubblichesiciliane, anzi no. Mentre i sindaci diLentini e Carlentinisono sul piede di guerra per la prospettiva di una nuova discarica nei loro territori, la Regione siciliana annuncia “unpiano operativo decennaleper mettere in sicurezza e bonificare le discariche pubbliche dismesse dell’Isola”. Con tanto diavviso pubblicoattraverso cui i Comuni “potranno accedere alle risorse per eseguire le indagini necessarie per accertare l’attualegrado di contaminazione dei siti“. Una “mappatura” dei siti da bonificare e delle loro condizioni, insomma, che perònon è affatto una novità.Un’iniziativa simile a quella annunciata ai vertici di Anci Sicilia dall’assessore regionale all’EnergiaRoberto Di Mauro,infatti, era stata presentata già nel 2020, sotto il governoMusumeci. Quest’ultimo aveva stanziato 600 mila euro per un“monitoraggio” dei siti,il quale a sua volta avrebbe dovuto aggiornare il piano rifiuti presentato nel 2016 dal governoCrocetta. Da allorasono passati quasi dieci anni,eppurela mappatura non c’è ancora. Leggi anche –Rifiuti, Regione stanzia 13,5 milioni per riaprire la discarica di Kalat Ambiente A parlare sono lenote ufficialidiffuse da palazzo d’Orléans. A gennaio 2020 veniva annunciato che la Regione avrebbe bonificato “511 vecchie discarichesparse nell’Isola per arrivare alla definitiva chiusura”. Ciò attraverso la collaborazione “con l’Ingv, l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologiae il dipartimento diIngegneria civile edilee ambientale dell’Università La Sapienza di Roma“, che avrebbe consentito di realizzare “un elenco dei siti ritenuti prioritari per i quali saranno avviate leindagini per la caratterizzazionee gli interventi veri e propri”. Quanto alla tempistica, la Regione contava di effettuare la mappatura “nei prossimi mesi”, ottenendo le informazioni “suestensione, perimetrazione, tipologia del territorio, area eventualmente inquinata, presenza di biogas o percolato“. A fine febbraio esplode la pandemia da Covid-19, che blocca molti processi amministrativi. Anche la mappatura delle discariche, evidentemente, si arresta. Tanto che quattro anni dopo occorre ancora “procedere alrisanamento ambientaledelle aree che risultano inquinate”. Leggi anche –Ampliamento della discarica di Bellolampo, Legambiente contraria Eppurela responsabilità non è tutta della pandemia.Anche il progetto del 2020, infatti, si basava su una ricognizione precedente. “Ilpiano delle bonificheapprovato nel 2016 aveva fornito solo unquadro generale della situazionedelle 511 discariche. Senza chiarire altri particolari come la loro estensione o l’eventuale inquinamento prodotto”, scrive la Regione. Da qui la necessità di “definire con maggiore accuratezza lecriticità di ogni singola discarica” in modo da realizzare “undatabase che sarà consegnato agli uffici regionali“. A oggi, il numero preciso dei siti da bonificare non è noto. Anci Sicilia parla di circa cinquecento siti, ma sulla tempistica dell’avviso pubblico non ci sono certezze. Intanto ilsettore dei rifiuticontinua a essere“osservato speciale”.E dopo la crisi estiva si torna a parlare del sistema delle discariche. Come detto, i sindaci diLentini e Carlentinistanno protestando “per il progetto di unadiscarica di rifiuti non pericolosida realizzarsi incontrada Scalpello in territorio di Lentini,di iniziativa della società Gesac srl”. Leggi anche –Rifiuti, Regione ad Anci: un piano per risanare le discariche pubbliche chiuse I primi cittadini contestano “il giudizio positivo dicompatibilità ambientalecon condizioni […] e ilparere di incidenza ambientale positivo” da parte dell’assessorato regionale all’Ambiente. Una decisione che per i sindaci “mortifica ancora una volta il nostro territorio e le nostre comunità. In spregio aipareri negativi più volte espressi dalle nostre amministrazioni“. A replicare, a stretto giro, è stata la Regione, precisando che “la pratica risale al 2020”, e che l’assessorato “non ha rilasciato alcunProvvedimento autorizzatorio unico regionale (Paur)né, tantomeno, ha approvato la realizzazione dell’impianto”. Quanto ai pareri trasmessi, “al momento è stata rilasciata soltanto laVia (Valutazione di incidenza ambientale),che – è bene precisare – non costituisce autorizzazione alla realizzazione e alla gestione della discarica, ma rappresenta uno dei passaggi dell’iter”. Perautorizzare la discarica,concludono da palazzo d’Orléans, occorre rispettare“26 condizioni ambientali”,nonché acquisire “una serie dipareri tecnici,così come stabilito dalla legge”.