Cambiamento climatico, l’appello degli scienziati. “Non chiamatelo maltempo”
Cambiamento climatico, riscaldamento globale o come lo definisce il segretario generale dell’OnuAntonio Guterres “l’era dell’ebollizione globale”, sono il tema della lettera che è anche un appello lanciata, a distanza di un anno dalla prima pubblicata sulClimate media center,da 100 scienziati e studiosi italiani. Le prime parole dell’appello sono rivolte aimedia: “giornalisti, parlate dellecausedelcambiamento climatico, e delle suesoluzioni. Omettere queste informazioni condanna le persone al senso di impotenza, proprio nel momento storico in cui è ancora possibile costruire un futuro migliore”. Tra i primi firmatari ci sono il premio Nobel per la Fisica Giorgio Parisi, il fisico del clima Antonello Pasini, proseguendo, il chimico Nicola Armaroli, l’ingegnere ambientale Stefano Caserini, lo statistico Enrico Giovannini, il meteorologo Luca Mercalli, il filosofo Telmo Pievani e molti altri studiosi. Chiedono di parlare delle cause del cambiamento climatico, senza confonderlo con il semplicemaltempo: “I media italiani parlano ancora troppo spesso di ‘maltempo’ invece che di cambiamento climatico. Quando ne parlano, spesso omettono le cause e le relative soluzioni. È come se nella primavera del 2020 i telegiornali avessero parlato solo di ricoverati o morti per problemi respiratori senza parlare della loro causa, cioè del virusSARS-CoV-2, o della soluzione, ivaccini“. Si sentono in prima persona responsabili: “È nostra responsabilità, come cittadini italiani e membri della comunità scientifica, avvertire chiaramente di ogni minaccia allasalutepubblica. Ed è dovere dei giornalisti difendere il diritto all’informazione e diffondere notizie scientifiche verificate”. Leggi anche –Incendi in Sicilia, il WWF: ettari in fumo, non chiamatela emergenza Partendo dalla considerazione che, “il mese di giugno 2023 è stato, a livello globale, il piùcaldoda quando si registrano le temperature. Non sappiamo ancora quantimortiprovocheranno le ondate di calore di questa estate, ma sappiamo quanti ne ha provocati il caldo intenso di quella scorsa: più di 60 mila nella solaEuropa, 18 mila nel nostro Paese, il più colpito. Ondate di calore, alluvioni, siccità prolungate e incendi sono solo alcuni dei segnali dell’intensificarsi degli impatti dei cambiamenti climatici nei nostri territori”. Quello che sta succedendo quest’estate 2023, all’intero pianeta, in Europa ed in Italia ne sono un esempio evidente. Il bel Paese è devastato da alluvioni al centro-nord e daincendial centro-sud, con temperature che segnano i record. Leggi anche –Incendi in Sicilia: “decine di milioni di danni”. Anci: stop logica emergenziale Diverse le cause del cambiamento climatico. Produzione dienergiae produzione di beni derivati dall’utilizzo dicombustibili fossili(carbone, petrolio e gas),disboscamentoindiscriminato, utilizzo ditrasporti(automobili, camion, navi e aerei) alimentati sempre da combustibili fossili, assenza di decarbonizzazione attraverso l’utilizzo dienergie rinnovabili, produzioni alimentari che utilizzano ogni genere diprodotto chimico-farmaceutico nel settore agricoloe diallevamentoterrestre e marino, forniture di elettricità per raffreddare o riscaldare gli edifici, con consumi eccessivi di energia sono tra le principali cause di emissioni di gas serra che ricoprono la Terra. Intrappolano il calore del sole, causando il fenomeno del riscaldamento globale e di conseguenza del cambiamento climatico. Anche il Presidente della RepubblicaSergio Mattarella, durante il suo discorso alla Cerimonia di consegna del “Ventaglio” da parte dell’Associazione stampa parlamentare, ha sottolineato con forza che: “occorre assumere laconsapevolezzache nella lotta al cambiamento climatico siamo in ritardo”. “Sappiamo che sarà un impegno difficile su scala globale i cui effetti vedremo nel tempo. Dall’altro lato è necessario operare per contenere già oggi gli effetti dirompenti di questi cambiamenti, predisponendostrumenti nuovie modalità di protezione dei territori”, ha concluso il Presidente. L’appello degli scienziati si conclude con una esortazione, cambiamenti ancora possibili per il prossimo futuro: “Siamo ancora in tempo per scegliere il nostro futuro climatico. Siamo ancora in tempo per scegliere un futuro sostenibile che metta al primo posto la sicurezza, la salute e il benessere delle persone, come previsto dagli obiettivi europei di riduzione delle emissioni del 55 per cento al 2030 e dineutralità climatica al 2050. Possiamo farlo anche grazie a una corretta comunicazione e alla cooperazione tra noi tutti”.