Cannabis legale. Può essere un business superiore all’export di vino

Legalizzarelacannabisvorrebbe direincassare, tramitegettito fiscale, potenzialmente più che dall’export internazionale di vino. Legalizzando le droghe leggere, l’Italia guadagnerebbebenefici direttiper9 miliardi di euro annuiebenefici complessiviper9,8 miliardi di euro. I dati, qui messi in rapporto trattandosi in entrambi i casi dibusiness, arrivano da una ricerca condotta dell’Università di Messinapubblicata nel 2022 e dal dato sull’export di vino condiviso daSacepochi giorni prima l’apertura diVinitaly 2024. Appuntamento in cui è tornata a protestare una delle associazioni che chiede laliberalizzazionedella cannabis in Italia. “Libero come il vino” appunto. Non può essere affermato in termini assoluti, ma per un’Italia in cerca dirisorseper abbattere undebito pubblicorecord – esattamente da2.872,4 miliardi di euro– accantonare l’idea di una legalizzazione sembra unasceltaa tutti gli effetticostosa. Leggi anche –Canapa dell’Etna, da Linguaglossa l’azienda che produce cannabis legale Negli stati in cui la cannabis è diventa legale, la decisione ha prodotto almenotre beneficidiretti:aumento del gettito fiscale,minori spese carcerarie,minori speserelative all’ordine pubblicoe lasicurezza. Per fare un paragone a poche settimane dalla fine del Vinitaly, è come se l’Italiarinunciasseadesportare vinonelMondo. Attività che oggi ha unvolume di mercato, tra l’altro, da8,5 miliardisecondo Sace: di poco inferiore ai benefici diretti della legalizzazione della cannabis. Nella ricerca realizzata dal professore diFerdinando Ofria, docente diEconomia Politicadell’Università di Messina, ipotizzando lavendita agli italianidi cannabis applicando l’aliquota delle sigarette– che al tempo della elaborazione dei dati era pari al 75% – ilgettitoper loStatosarebbe pari a 9 miliardi. A questi si aggiungerebbero unaltro miliardodai benefici economici ricavabili dalle minori spese carcerarie (540 milioni di euro) e dalle minori spese per ordine pubblico e sicurezza (230 milioni di euro). Dopo due anni il dato si discosta poco, ha confermato il docente, considerato l’aliquota è salita al 78%. Leggi anche –Vino, il miglior “bianco” prodotto nelle scuole d’agraria è realizzato in Sicilia La legalizzazione della cannabis garantisce anchebenefici indiretti, che l’Università di Messina ha individuato in:contrasto alla mafia, circolazione di unprodotto di qualitàmigliore e“segmentazione del mercato”. Andando per ordine, la legalizzazione darebbe un colpo importante albusiness mafiosodellospaccio. Ai “milioni e milioni di euro che entrano nel circuito della criminalità organizzata” evidenziati nelle scorse settimane dal presidente dellaCommissione Antimafia all’Ars,Antonello Cracolici, “anche con un sistema ditriangolazionecon landranghetache di fatto controlla ilmercato degli stupefacentiinternazionali”. Altro vantaggio è il passaggio ad unprodotto meno sintetico, di maggiore qualità e privo di sostanze come le “fibre di plastica, ammoniaca,lacca,lana di vetro, piombo, alluminio,ferro, cromo,cobaltoed altrimetalli pesantialtamente nocivi” ha analizzato il professore Ofria nella ricerca. Leggi anche –Droga a Catania, affare da 240 mila euro al giorno. 46 arrestati, 5 minorenni Contrariamente ad alcune posizioni, l’accesso alledroghe leggerenon può essere poi considerato “un’anticamere” alledroghe pesantie ad unadipendenza. Ancor di più di fronte una legalizzazione delle prime. In base a quantodimostratodalla ricerca siciliana, la liberalizzazioneproietterebbei due tipi di droghe indue mercatipiùlontanie piùdistanti. “Nella situazione attuale” si legge nel documento “questo passaggio èincentivatodaglispacciatoriche hanno tutto l’interesse aconvincereilconsumatoredi droghe leggere (incapaci di creare dipendenza) a provareeroina,cocainaedroghe sintetiche(che invece creano dipendenza). Con la legalizzazione della cannabis icontattitra i due mercati sarebberomeno frequenti, e silimiterebbeilpassaggiodal consumo di droghe leggere a quello di droghe pesanti”. Leggi anche –Tossicodipendenza, Schifani: “Impegno per debellare fenomeno drammatico” Grazie al lavoro svolto nel 2022, l’Università di Messina è componente di unPrin (Progetto di ricerca di interesse nazionale)che coinvolge in totalequattro università italiane. Il titolo del progetto è “La legislazione sulle sostanze psicotropiche, specialmente sulle “droghe leggere”: un’analisi interdisciplinare da un punto di vista del diritto penale, criminologico, statistico ed economico e prospettive di riforma“. Gli atenei diCalabria,Roma “Tor Vergata”,Firenze,Napoliinsieme aMessinasono impegnati ad indagare gliimpattidella legalizzazione in Italia da un punto di vistaeconomico,giuridico,statisticoesociologico. Non è scontato che i risultati della nuova ricerca siano gli stessi rilevati per stati comeCanadaoAustralia. A specificarlo è lo stesso professore Ofria. “La ricerca nonpropendeda una parte o dall’altra” ha specificato “ilrisultatonon è certo, ma come è noto lo studio ha evidenziato diversi benefici dalla legalizzazione della cannabis”. Leggi anche –La mafia in Sicilia è imprenditrice. Come si muove tra sconto al pizzo e… I risultati del lavoro condotto in Sicilia sono disponibili da anni e si confermano in un periodo storico in cui ildibattito sulla legalizzazioneè uscito dall’agenda politica, ma propende chiaramente verso un“No”. Durante una delle ultime uscite ufficiali, il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri,Alfredo Mantovano, che ha la delega alDipartimento per le politiche antidroga, ha dichiarato infatti: “É nostro dovereopporcia qualsiasi forma ditraffico di sostanze stupefacentie anche allalegalizzazionedi talune di esse, perché tutte sonodannose, non ci sonodroghe leggere“. Le associazioni però sono tornate a farsi sentire. Proprio a Verona, durante laconferenza stampadi apertura di Vinitaly 2024, il ministro dell’agricolturaFrancesco Lollobrigidaè stato contesto dalla no profitMeglio Legale. “Liberiamo la cannabis dalle mafie. Questo il messaggio che abbiamo portato al ministroFrancesco Lollobrigidaa Verona durante la conferenza stampa di apertura della fiera internazionale del vino” ha scritto l’associazione sui propri social dopo aver mostrato cartelli con scritto“Cannabis legale come il vino”. “Che cosa accadrebbe se un mercato come quello della cannabis venisse strappato alle mafie? Ci sarebbepiù sicurezza, sarebbe meglio per tutti. Il governo dovrebbe legalizzare ilconsumo personalee tutta lafiliera della cannabis“. Meglio Legale ha poi fatto leva suColdiretti, considerandola adeguata a sposare la causa. “E una platea di cordate diimprenditorie di associazioni comeColdirettipuò essere la piùadattaper capire il nostromessaggio“. La ricerca universitaria va avanti indipendente. “Il lavoro resta a disposizione di tutti” ha concluso il professore Ofria, parlando qualche settimana fa a conclusione dellaprima riunionedel gruppo del Prin. “Il nostro lavoro è partito da poco e stiamo iniziando a dedicarci ai casi dielasticità della domanda“. Come analizzato dal docente, la liberalizzazione della cannabis potrebbe, ad esempio, non provocare necessariamente unabbassamentodeiprezzidelmercatodiventatolegale. Al contrario portare ad unaumento, che permetterebbe invece dimantenere in vitail mercatoillegaledella cannabis.