Carrello tricolore flop. Per Altroconsumo “4 famiglie su 10 faticano a mangiare”

Il“carrello Tricolore”voluto dal governo Meloni percontenere l’inflazioneè stato “inefficace”, visto che “più diquattro famiglie su dieci(41%) hannodifficoltà ad acquistare cibo,contro il 37% del 2022 e il 24% dell’anno prima”: sono i dati delTermometro Altroconsumo,l’indagine realizzata dall’omonima associazione sulla base di sei parametri: casa, alimentazione, salute, mobilità, cultura e tempo libero, istruzione. Lacapacità di spesa delle famiglie italianenel 2023 “si attesta a 45,1 punti su 100, il livello più basso degli ultimi sei anni”. Inoltre il 10% degli italiani è ingravi difficoltà economiche,“un raddoppio rispetto al 2021, che ha come responsabili principali l’inflazione e isalari fermi al palo“. In alcune aree del Paese le cose vanno meglio.Compresa la Sicilia,unica regione del Mezzogiorno. “Il valore dell’indice è significativamente superiore alla media perLiguria(49,3),Lombardia(48,3) ePiemonte(47,1). Ma ancheTrentino-Alto Adige(45,9),Sicilia(45,8) eVeneto(45,7) superano, anche se non di molto, il dato medio”. Leggi anche –Inflazione, il 2023 si chiude al 5,7%. Ma in Sicilia a dicembre i prezzi calano Il report scende nel dettaglio dei singoli parametri. A preoccupare le famiglie sono in particolare lespese per automobili(61%) ebollette(54%). “Niente di più prevedibile, dati i rincari dei carburanti e dell’energia”, si legge nel rapporto. Seguonovisite mediche(52%) ecure dentistiche(51%), “non proprio spese sacrificabili, come invece possono esserlo – seppure a malincuore – i viaggi e le vacanze (51%)”. Il carrello tricolore, come detto, per Altroconsumo è stato un flop, visto che non ha risolto il peso dell’inflazione sull’acquisto di carne e pesce(47%),frutta e verdura(44%) e altrigeneri alimentari(37%). I rincari pesano maggiormente “sui nuclei a basso reddito”, il cui numero è cresciuto “di sette punti in un anno”. Un dato che “sconcerta”, e che si ripercuote su altri settori. “Cresce il numero di quanti fanno fatica aconcedersi qualche sfizio,come andare alristoranteo albar(da 36 a 44%)”. A pesare sono vari fattori. L’indice di spesa aumenta per isingoli(49,3) rispetto allefamiglie numerose(40,5), e per igenitori laureati(50) rispetto a quelliprivi di titoli(39,8). Leggi anche –Aumento assicurazioni, riunione al Ministero. Adoc: tutelare consumatori Lo studio conferma che “l’Italia è un paese conforti disuguaglianze“, con una capacità di spesa “non omogenea sul territorio nazionale“. A crescere non è solo lapovertà assolutama anche quellarelativa. “Il 63% degli italiani dichiara di avere difficoltà in alcuni ambiti, e si assottiglia la quota di persone (27%) che godono di unavita economicamente serena“. Guardando alle macroaree, la situazione è migliore “nelNordest(45,3) e soprattutto nelNordovest(47,5)”, mentre le difficoltà si concentrano “alCentro(43,5) e alSud e Isole(43,6)”.Il Mezzogiorno prevale– di poco – anche grazie al risultato dellaSicilia, che come detto è tra le regioni che superano la media nazionale di capacità di spesa. Quanto alle altre,Puglia(44,8)Emilia-Romagna(44,3),Marche(44,2),Lazio(44),Toscana(43,2),Friuli Venezia-Giulia(43,3) eSardegna(42,9) si trovano nellaparte centrale della classifica.I risultati peggiori si registrano inAbruzzo(40,8),Calabria e Campania(39,8) eUmbria(39.7). PerBasilicata, Molise e Valle d’Aostai dati non sono disponibili. Leggi anche –Più occupati, meno inflazione. Ma la crescita è zero. Gli ultimi dati Istat Lo studio dedica un capitolo al tema delle economie domestiche. L’Italia è storicamente unPaese di risparmiatori,ma “per il 40% delle famiglie è stato moltocomplicato o impossibile risparmiarenel corso del 2023 (cinque punti percentuali in più dell’anno prima)”. Per una fetta minore di famiglie è stato comunquedifficile(34%), mentre per una minoranza è statosemplice(7%). Il 32% degli intervistati guarda alfuturocon preoccupazione, mentre soltanto il 19% pensa che sarà migliore. Quanto alconfronto con gli altri Paesi,in Europa “sonoBelgio(+1,4) ePortogallo(+1,3) quelli che vedono l’indice del benessere crescere di più nel 2023 rispetto all’anno precedente”, mentre “inSpagna(+0,2) eItalia(-0,1) l’indice resta stabile, anche se è sintomatico che il nostro Paese sia l’unico dei quattro con il segno negativo”. Sintomatico, in particolare, un indicatore. “La percentuale di famiglie italiane indifficoltà nel far fronte a cure e farmaciè particolarmente elevata (47%), mentre è solo del 28% inBelgio, del 36% inPortogalloe del 38% inSpagna“.