Case, meno compravendite nel 2024. Prezzi stabili nelle città
Il 2023 chiuderà con volumi dicompravenditein diminuzione rispetto al 2022, si stima intorno a 680 mila. Rappresentano comunque un buon numero ditransazionie un mercato in salute. Sono le analisi dell’Ufficio Studi GruppoTecnocasa. Le previsioni per il 2024 suggeriscono un’ulteriorecontrazioneche porterà i volumi intorno a 650 mila. Previsioni di ribasso dei valori anche per lesoluzioni da ristrutturareche richiedono lavori significativi. Nelle realtà in cui si avverte ancora una mancanza di offerta i prezzi, nonostante la diminuzione delladisponibilitàdi spesa, terranno, soprattutto nellegrandi città. Il gap tra le richieste dei proprietari e la diminuita disponibilità di spesa porterà a un allungamento deitempi di vendita. Gli operatori del Gruppo Tecnocasa hanno già avvertito il fenomeno nella seconda parte del 2023. In Sicilia, tra i capoluoghi presi in esame, c’è in particolareTrapanidove i prezzi si stima possano subire una variazione negativa del due per cento. “I tassi diinteresse, ancora elevati e per i quali si prevede unmiglioramentoper il 2024, unitamente alla prudenza delle banche, sono elementi che rendono l’accesso al credito ancora difficoltoso. Soprattutto per chi ha necessità di ricorrere afinanziamentiimportanti”. Lo sostiene FabianaMegliola, responsabile Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa. “Questo – prosegue – potrebbe portare a una riduzione deiprezzi, in particolare per le tipologie più popolari e per lemetraturepiùampie. I tagli piccoli che non chiedono capitali importanti non dovrebbero subire importantiribassi. Non ci aspettiamo impatti negativi sulletipologietop, signorili e su quelle di nuova costruzione, in ottimo stato ed efficienti. Per queste si è anche disposti a spendere qualcosa in più. La realizzazione dinuove costruzionisarà più facile che avvenga nellegrandicittà. Invece potrebbero rallentare nell’hinterland e nei capoluoghi di provincia laddove i costi di costruzione fossero troppo alti per garantire un buonassorbimentosul mercato”. Gliinvestimentirimarranno una componente importante delmercatosia nella modalità destinata allalocazionebreve sia a lungo termine ma, in quest’ultimo caso, con una maggiore attenzione alla solvibilitàdell’inquilinoa cui potrebbero essere richieste maggiori garanzie. Infatti, sono numerosi coloro che si stanno spostandosull’affittobreve. Previsioni buone anche per le localitàturistichedove, nonostante la minore intensità della spinta all’acquisto sperimentata negli ultimi anni, si registra ancora un discreto interesse da parte di acquirenti stranieri. “Lelocazioni– conclude Megliola – continueranno sul sentiero direcuperograzie a una buona domanda. L’offerta non sempre sufficiente, soprattutto alla luce del ritorno deglishortrent, sarà causa di un ulteriore aumento dei canoni che però rischia di non essere piùsostenibile. Naturalmente occorrerà considerare l’evoluzionedell’economia, per la quale si prevede una crescita ancoradebole, il trend che avrà l’inflazione e in che direzione andrà la fiducia di imprese e consumatori”.