Catania, fornitura di acqua a rischio per il caro energia: “Torneremo ai turni”

Catania, fornitura di acqua a rischio per il caro energia: “Torneremo ai turni”

“Se non arriverà per tempo un provvedimento governativo saremo costretti a ridurre l’erogazione e a riattivare le turnazioni idriche, facendo un balzo indietro di molti anni”. Non usa mezze parole il presidente diSidra, Fabio Fatuzzo per spiegare come l’aumento dell’energia elettrica si stia abbattendo sulla Spa di proprietà del comune di Catania con costi enormi. Somme impossibili da pagare, che nel volgere di qualche anno, e poi a cascata, secondo il dirigente si riverseranno sulle utenze con un pesante aumento in bolletta che per molte famiglie potrebbe essere insostenibile. “Sidra – spiega in una nota il presidente Fatuzzo – è una delle società più energivore della provincia di Catania a causa delle profondità dei pozzi da cui preleva l’acqua da distribuire. Con la crescita senza freni del prezzo dell’energia la nostra bolletta con l’ente fornitore è passata da un costo medio mensile di 400 mila euro a un 1 milione e 200 mila, e ulteriori previsioni negative si prospettano per questo anno e per il prossimo”. Fatuzzo aggiunge che sono a questo punto necessari interventi immediati dei governi regionale e nazionale, per scongiurare il rischio di una estate molto, ma molto difficile anche sul piano dell’erogazione. “Abbiamo chiesto un intervento all’Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambient) perché non è affatto sufficiente il 25 per cento di finanziamento concessoci. Inoltre abbiamo sollecitato i governi regionale e nazionale di inserirci nelle società energivore. Noi facciamo estrazione di acqua prelevandola a oltre 400 metri di profondità. Serve tantissima energia”. Inoltre, prosegue il presidente Sidra “a causa dell’esagerato aumento delle tariffe elettriche un pozzo privato col quale avevamo un contratto ha dovuto sospendere l’erogazione per impossibilità a pagare cinque bollette arretrate. E ci siamo ritrovati all’improvviso senza 85 litri­ al secondo di acqua in rete”, spiega. La società è riuscita per ora a sopperire “con un accordo per prelevare acqua da un pozzo della zona di Giarre. Ma già dal primo aprile l’accordo decadrà, perché il pozzo privato deve soddisfare le turnazioni irrigue. Quindi senza interventi delle autorità, a partire dalla primavera saremo costretti a ripristinare le turnazioni. Insomma sarà un paradosso: abbiamo l’acqua nelle falde, ma non la possibilità di estrarla”. L’allarme lanciato dal presidente Sidra è confermato dalle dichiarazioni del presidente diAcoset, Giuseppe Rizzo. Anche nella partecipata da molti Comuni dell’hinterland catanese per la quale gestisce i pozzi che servono la gran parte delle utenze domestiche, la situazione è diventata a dir poco insostenibile, con bollette di energia elettrica impazzite e il rischio di pesanti provvedimenti a scapito dell’utenza. “È inverosimile la situazione in cui ci troviamo. Nemmeno noi abbiamo problemi di tenuta delle falde acquifere, ma rischiamo a breve di non poter dare un servizio ottimale ai nostri utenti perché non riusciamo a pagare le bollette elettriche e ci troviamo in una situazione assurda dalla quale non sappiamo come uscire. Purtroppo – continua Rizzo – già a metà dell’anno scorso ci eravamo accorti che il costo dell’energia stava salendo senza freni. Abbiamo cercato di ottimizzare alcuni consumi e tenuto alla meno peggio. Ma negli ultimi tre mesi il problema è esploso: da novembre 2021 a gennaio 2022 abbiamo registrato un aumento della bolletta elettrica del 400 per cento, a causa di un mercato libero impazzito, e siamo passati da un costo di 650 mila euro di gennaio 2021 a 2 milioni e 400 mila euro, tariffa del gennaio 2022”. Per Rizzo “si tratta di cifre non sostenibili che ci impediscono anche di pagare i fornitori. E a gennaio – puntualizza il presidente Rizzo – preleviamo poca acqua perché siamo in pieno inverno. Non osiamo pensare a quanto ammonteranno le bollette di luglio, agosto quando i prelievi sono più che raddoppiati”. Inevitabilmente, spiegano i presidenti di Sidra e Acoset, quando arriverà la decisione dell’Arera, questi aumenti finiranno nelle bollette degli utenti con pesanti oneri  non sostenibili soprattutto per chi è compreso in una fascia di reddito bassa. “L’Arera – ha spiegato il presidente Rizzo – non ci concede un trasferimento immediato dei costi eccessivi nelle bollette. Dovremo attendere due anni per spalmare questi aumenti sull’utenza. Il risultato è che se dovesse perdurare questa situazione potremmo essere costretti prima a portare i libri in tribunale”. Aggiunge il presidente Sidra Fatuzzo: “La coperta rischia di diventare troppo corta per tutti. Senza interventi l’aumento delle tariffe sarà inevitabile. Non possiamo fare altrimenti”. In questa situazione stride come un grande paradosso la questione delle continue perdite di acqua a causa di condutture antiche e vetuste e alla mancata manutenzione. A quanto ammontano le perdite di Sidra e Acoset? Parte di questi costi di energia, potrebbero o no essere eliminati se si intervenisse sulle linee più antiche? Misteri difficili da svelare che gettano un’ombra su queste società e che rischiano di incidere pesantemente sulle tasche degli utenti oltre a contribuire a depauperare le risorse idriche potabili che non sono certo inesauribili.