Confcommercio Catania a Musumeci: “Zona arancione offesa ai siciliani”
“Siamo stanchi, avendo parametri da zona bianca o quasi, di essere trasformati in zona arancione”. È la presa di posizione del presidente di Confcommercio Catania Pietro Agen, che ha preso carta e pena per scrivere al presidente della Regione Nello Musumeci. Una lettera nella quale si sottolinea “il malessere che colpisce l’intero mondo imprenditoriale della nostra provincia”, e contenta la mancata presa di pozione del governo regionale per rivendicare “non privilegi ma, semplicemente, giustizia”. Chiudere le attività mentre si moltiplicano gli assembramenti “è un’offesa all’intelligenza dei Siciliani”. Leggi anche –In Sicilia meno del 20% delle imprese paga puntualmente. Lo studio di Cribis Per Agen le aperture a singhiozzo servono solo “a distruggere definitivamente l’economia siciliana”. Il presidente di Confcommercio lamenta “il grande flop” del piano vaccini, ma rivendica i dati sanitari “incredibilmente migliori rispetto al Nord Italia”. La richiesta al governatore siciliano è dunque quella “di rompere il silenzio”, assumendo “posizioni dure”, rivendicando “la nostra diversità in positivo”. Quello di Musumeci e dei suoi collaboratori è un “silenzio imbarazzante” che non può essere lenito da interventi di sostegno “sempre più paragonabili a semplici elemosine”. Leggi anche –Sospensione AstraZeneca, Musumeci: “Attendiamo risposte” Anche il presidente regionale della Fipe, Dario Pistorio, ha scritto direttamente al presidente del Consiglio Draghi. Una lettera accorata per sensibilizzare il capo del Governo sulla situazione dei titolari dei pubblici esercizi. Sì, ristoranti, bar, pizzerie, gelaterie e tutte quelle attività di somministrazione costrette ad un apri e chiudi continuo che non ha fatto altro che mandare in malora scorte di cibo, confondere la clientela e lasciare a casa il personale spesso senza un soldo di cassa integrazione. Leggi anche –Fipe, Confcommercio: “non è colpa dei ristoratori se la Sicilia è in zona Arancione” “I dati forniti dall’assessorato alla salute della Regione Sicilia”, spiega Giovanni Trimboli, presidente dei ristoratori Fipe Confcommercio, “non combaciano con la scelta del governo nazionale di passare l’isola in zona arancione: i contagi sono stabili, decisamente inferiori al resto d’Italia e molto più vicini a quelli della Sardegna che resta in zona bianca. Contestiamo l’inerzia con cui il Governo regionale ha subìto questa scelta. Il presidente Musumeci, come Ponzio Pilato, se ne lava le mani rimandando tutto al potere centrale”. Leggi anche –Ristorazione, crisi totale. “La zona arancione non risolve nulla” “Questa ennesima chiusura determinerà il fallimento di numerose aziende che non potranno più alzare la saracinesca. Ci sorprende anche”, continua Trimboli, “il tacito assenso dei 60 parlamentari che rappresentano la Sicilia al governo, nessuno ha preso posizione, restando allineati su una scelta scellerata che danneggia l’economia del territorio. Anche questa volta, la politica rimane distante dai bisogni dei cittadini e delle imprese. Davanti a tutto questo non ci resta che intraprendere un concreto sciopero fiscale rifiutando di pagare tutti quei servizi che non ci vengono erogati”.