Catania, Confcooperative: Beni confiscati affidati a chi non ha titolo

Catania, Confcooperative: Beni confiscati affidati a chi non ha titolo

Forti perplessità sul nuovoregolamentodelComune di Cataniarelativo ai Beni confiscati alla Mafia. Ad esprimerleConfcooperative Sicilia. Al centro del problema, secondo l’esperta in Politiche Antimafia, Rosa Laplena ilcomma 5 dell’art.11secondo cui “possono, altresì, presentare domanda di partecipazione alla procedura di assegnazione anche gruppi informali composti da almeno cinque persone, con l’impegno di costituzione in soggetto giuridico, entro un anno di cui al comma 4 prima della stipula della convenzione e dell’assegnazione dell’immobile”. “La gestione di un bene confiscato allaMafianon può essere attribuita ad un processo delleintenzioni, qual è quello di un gruppo informale di persone che non hanno titolo giuridico per essere inseriti nella platea degli assegnatari”, afferma Laplena. Secondo confcooperative il nuovo regolamento di Catania per i beni confiscati violerebbe così “le norme ed anche lo spirito dellalegge 109 del ‘96”e le successive modifiche”. “Positivo dotarsi di un regolamento – puntualizza Laplena – ma con questa scelta viene stravolto lo spirito di una legge nata per restituire i beni allacomunitàtramite soggetti collettivi costituiti in forza di uno statuto e che permette l’accesso alla platea degliassegnataricon la presentazione di un progetto che sia conforme all’attività previste dallostatutostesso. Non di certo tramite unsoggetto informaleformato da singole persone fisiche che può così prendere in gestione il bene e solo dopo un anno costituire un’associazione. Con queste modalità è facile temere che qualcuno possa agire conoperazioni di comodo. Se lo scopo è mettere in piedi un’operazione di trasparenza- continua Laplena- il risultato rischia di essere, al contrario, una forzatura rischiosa”. La gestione dei beni confiscati alla Mafia resta un tema delicato e spesso spinoso. “Nel tempo la platea deisoggetti che possono occuparsi della gestione dei beni sottratti alla criminalitàsi è via via estesa – ricorda l’esponente di Confcooperative -. Oggi tra i soggetti ammessi figurano, per fare un esempio, anche le università, le fondazioni bancarie ecc… Va bene purché il punto di partenza sia unobiettivo condivisoda un soggetto collettivo regolarmente costituito. Infine una sollecitazione rivolta all’amministrazione comunale di Catania, retta dal sindaco Enrico Trantino. “Si elimini subito il comma 5 dell’art.11 del regolamento relativo all’attribuzione dei beni confiscati -conclude Laplena- Non può trovare applicazione, la legge parla chiaro”.