Resto al Sud: che cos’è e come funziona

L’incentivo rivolto ai giovani del Mezzogiorno offre diversi vantaggi, che con le modifiche introdotte con la legge di Bilancio 2019 saranno ancora più ampi. Ecco come funziona Che cos’è Resto al Sud lo dice il nome: un incentivo, varato
nel 2017 e operativo da inizio 2018. Si rivolge ai giovani (e anche – con le
modifiche apportate nell’ultima Legge di Bilancio – a quelli che lo sono meno)
che vogliano fare impresa in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise,
Puglia, Sardegna e Sicilia. Al 14 maggio 2019 (l’ultimo aggiornamento disponibile),
sono state presentate 7400 domande, 2829 delle quali ammesse. Resto al Sud è un nome in parte fuorviante. Perché
l’incentivo si rivolge a chi al Sud ci volesse tornare, e anche a chi decidesse
di viverci. Non è infatti necessario essere nati nelle regioni coinvolte: è
sufficiente essere residenti oppure trasferire la residenza anche dopo la
presentazione della domanda (fino a un massimo di 60 giorni dall’esito
positivo, che raddoppiano a 120 se si vive all’estero). Può entrare in Resto al
Sud chi ha tra i 18 e i 45 anni. Sono consentite imprese individuali, società
di persone, società di capitali, società cooperative e liberi professionisti.
Se si tratta di società, il vincolo dell’età va soppesato. Deve essere un under
46 residente (o che intende spostarsi al Sud) chi presenta la domanda, ma può
avere soci più anziani e di altre regioni. A due condizione: i soci che non
rispettano i requisiti non devono superare 1/3 della compagine sociale e non
devono avere rapporti di parentela fino al quarto grado con nessuno dei
richiedenti. Età e residenza non sono i soli requistiti necessari. Non
bisogna essere “titolari d’impresa in esercizio al 21 giugno 2017”. Cosa vuol
dire? Che non bisogna avere una partita Iva (nel caso di ditte individuali) o
essere rappresentati legali di una società. “Quindi – spiega Invitalia,
l’Agenzia nazionale che gestisce i fondi – non puoi presentare la domanda se
risulti titolare di impresa in esercizio a quella data, anche se nel frattempo
l’impresa è cessata o è stata ceduta”. Possono invece avanzare richiesta le
società e le ditte individuali
costituite dopo il 21 giugno 2017. E anche gruppi di persone che ancora non ne
hanno fondata una, a patto che lo facciano nei 60 giorni successiva all’esito
positivo (anche in questo caso, il tempo si raddoppia per chi arriva
dall’estero). Sono esclusi coloro che hanno un rapporto di lavoro a tempo
indeterminato (a meno che non lascino se la domanda viene approvata) e che
hanno ricevuto negli ultimi tre anni altre agevolazioni nazionali per
l’autoimprenditorialità. Resto al Sud non ammette tutte le attività: sono
escluse quelle attività agricole e il commercio, “ad eccezione della vendita
dei beni prodotti nell’attività di impresa”. Via libera invece a produzione di
beni di industria, artigianato, trasformazione dei prodotti agricoli, pesca e
acquacoltura, fornitura di servizi alle imprese e alle persone, turismo. La dotazione è di 1,25 miliardi di euro. Il finanziamento
copre il 100% delle spese ammissibili. Per il 35% con un contributo a fondo
perduto e per il 65% con un finanziamento bancario, garantito dal Fondo di
Garanzia per le Pmi. Le spese coperte riguardano ristrutturazione o
manutenzione straordinaria di beni immobili, l’acquisto di impianti,
macchinari, attrezzature e programmi informatici e le principali voci di spesa
utili all’avvio dell’attività. Il finanziamento bancario può essere chiesto a
unaspecifica
lista di istituti, che si impegnano a concludere l’istruttoria entro 45
giorni. Ottenere il finanziamento (entro 180 giorni da quando si è ammessi in
Resto al Sud) è una condizione necessaria anche per ricevere il contributo a
fondo perduto, che sarà erogato da Invitalia in base allo stato di avanzamento
dei lavori e potrà essere richiesto solo dopo aver realizzazione almeno il 50%
del progetto. Legge di Bilancio 2019 ha apportato modifiche sostanziale la quadro del 2017. Prima di tutto è stata ampliata la fascia d’età ammessa, da under 36 a under 46. Resto al Sud, inoltre, non si rivolge più solo agli imprenditori ma anche ai liberi professionisti. Le novità non sono però ancora operative. La firma dei decreti attuativi è stata lenta ed è arrivata solo a inizio agosto. Invitalia potrà aprire la piattaforma di presentazione delle domande ai nuovi destinatari con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto, prevista a metà settembre. Liberi professionisti e aspiranti imprenditori tra i 36 e i 45 anni, quindi, devono ancora aspettare. Tutti gli altri possono avanzare richiesta,solo online. Non c’è una scadenza, perché Resto al Sud non è un bando e non ha graduatorie. Le domande vengono vagliate in ordine cronologico, di solito entro due mesi.