Consumi di mercato: in Sicilia -45 per cento, come in Piemonte

I primi cinque mesi dell’anno segnano un grande calo del 57 per cento dei consumi di mercato per tutta Italia. Solo le vendite online hanno registrato un incremento, con picchi che arrivano a +171 per cento nel bimestre aprile-maggio. E la Sicilia non fa eccezione. Anzi, i dati segnano tassi di decrescita più simili al Nord del Paese, dove i consumi sono calati di più. I dati sono dell’Osservatorio Ey-Confimprese. Crollano soprattutto abbigliamento e ristorazione. Difficile la ripresa, la gente spende soprattutto per i beni essenziali. Il calo riguarda tutta Italia con trend simili tra loro: il Nord-Ovest è in flessione del 47 per cento, il Nord-est e il Centro del 46 e il Sud del 44. “Il Centro Nord riflette la medesima situazione creata dalla pandemia a livello sanitario” dicono da Ey. I trendi di vendita al Centro-Sud comunque, non solo non sono positivi, “mostrano un peggioramento rispetto aidati diffusi maggio“. Due le motivazioni addotte da Ey. “La difficoltà di ripresa delle attività commerciali e un diverso atteggiamento del consumatore, orientato in questa fase a spendere solo per i beni di primaria necessità”. Ecco quindi che Campania, Sicilia e Abruzzo hanno flessioni di vendita (-45) simili alle regioni del Nord. In Piemonte ad esempio, il calo è proprio del 45 per cento. Anceh la Sardegna ha trend simili a queli del Nord: oltre il 47 per cento come in Veneto. Guardando alle città, inoltre, Venezia è quella che perde di più (-52), ma anche Catania e Palermo non se la cavano bene. Per loro, rispettivamente, si registra un negativo di 47 e 45 punti percentuali. Il capoluogo che vede un decrescita meno importante, ma comunque consistente, è Cuneo con -41 per cento. Il commercio è il settore più colpito dalla pandemia. Gli effetti negativi si sommano al “trend indecrescita nei mesi precedenti il lockdown”. Il crollo più importante è del mese di aprile quando ha toccato quota meno 90 per cento. Chiude i primi cinque mesi dell’anno con -46 punti percentuali sullo stesso periodo del 2019. A soffrire particolarmente è l’abbigliamento (-49 per cento), ma imporanti percentuali di decrescita sono legati anche alla ristorazione (-45) e da altro non food (-40). Questo settore comunque, secondo l’analisi Ey “mostra trend migliori grazie all’apertura anticipata di alcune merceologie e alla spinta dell’online”. Nei canali di vendita il risultato peggiore arriva dal travel (-54), seguito dai centri commerciali (-50) e dagli outlet (-48). Tengono di più, ma non troppo, le high street e i centri città (-45 per cento).