La crisi spaventa il ceto medio. Censis: italiani temono “declassamento sociale”

Stanche, sfiduciate, senza progetti.Convinte che “il propriotenore di vitastia calando” e con la sensazione “diandare indietro nella scala sociale“. È la situazione dellefamiglieitaliane fotografata dalCensisnel rapporto“Il valore del ceto medio per l’economia e la società”,presentato a Roma. Il Centro studi investimenti sociali tiene in considerazione diversidati economiciper analizzare la situazione del ceto medio. Le cose non stanno andando bene. Nel 2023 ilpotere di acquisto“era ancora inferiore dell’1,5% a quello pre-Covid del 2019”. Nel ventennio 2001-2021, inoltre, “ilreddito netto disponibilepro-capite delle famiglie è sceso del 7,7%”, mentre in altri Paesi ha conosciutodinamiche di crescita,“del 7,3% inGermaniae del 9,9% inFrancia,e una mediaUedel 9,7%”. Da qui la sensazione di disagio che riguarda “il 48,4% degli auto-appartenenti alceto medio,il 66,7% deiceti popolarie, addirittura, anche il 42,2% degliabbienti“. Una trasversalità che per gli esperti, è il sintomo di unacrisi sociale che va al di là dell’aspetto economico. Leggi anche –Meno tempo al lavoro, più vita privata: le scelte degli italiani secondo Censis Il rapporto chiarisce anzitutto ilconcetto di “ceto medio”,che dipende da molti fattori, “la proprietà o meno di una o piùabitazioni,lo stato disalutee il grado diautosufficienzadei membri della rete familiare”. In Italia “sentono di appartenere a questa classe sociale “l’11,3% dellepersone con un reddito annuo al massimo 15 mila euro,il 46,4% tra 15 e 34 mila euro, il 26,7% tra 35 e 50 mila euro e il 15,6% oltre 50 mila euro”. Come spesso accadeil Paese è spaccato a metà.Nelle aree più sviluppate, la presenza di persone di ceto medio è maggiore. “Sono più alte le quote alCentro(66,3%) e, in misura minore, nelNord-Ovest(62,3%), meno nelSud-Isole(55,5%) che ha una maggiorepolarizzazione tra ceti popolari e benestanti“. Per quanto riguarda le fasce d’età, inoltre, “tra glianzianiè più alta la quota che si sente di ceto medio (65,4%) rispetto agiovani(57,7%) eadulti(58,9%). Ed è alta la quota di pensionati che si sente di appartenere ceto medio: il 65,2%”. Come evidenziato da molte ricerchetocca a loro, spesso, aiutare i figli. Leggi anche –Sanità, allarme autonomia differenziata. Gimbe: “Disuguaglianze Nord-Sud” Dallo studio del Censis emerge anche larassegnazione del ceto mediosul fatto che le cose possano cambiare. I cittadini non solo hanno “la percezione di undeclassamento socio-economicoreale o potenziale”, ma sono anche convinti “che nellascala socialesiamolto difficile salire e molto facile scivolarein basso”. Tutto fermo, insomma. Anche in questo caso si tratta di un pensiero abbastanza trasversale, fatto proprio dalla maggioranza degli italiani, anche condifferenze di reddito significative.“La percezione del blocco dellamobilità socialeè condivisa dal 78,5% dei redditi fino a 15 mila euro, dal 78,9% tra 15 e 35 mila euro, dal 77% tra 35 e 50 mila euro e dal 64,2% con 50 mila euro e oltre”. Un vero e proprio“soffitto di cristallo”– questa l’immagine utilizzata dagli autori del rapporto – che gli italiani dubitano di riuscire a rompere,anche negli anni a venire.Anzi, la maggioranza pensa “che legenerazioni passatevivessero meglio”, mentre quellefuture“staranno peggio di quelle attuali“. Un pensiero negativo condiviso da oltre il 76% dei cittadini. Leggi anche –Contraffazione, in Sicilia 20 milioni di pezzi sequestrati in un anno e mezzo Undisagio profondo,insomma, che rispecchia dati precisi e hamolte concause.Per i tecnici lafragilità sempre maggiore del ceto medio“è l’esito di processi globali che hanno generato ilrallentamento della generazione di ricchezzae l’ampliarsi delledisuguaglianze interne“. Basta pensare, negli ultimi anni, alla congiuntura economica generata prima dallapandemiae poi dallaguerra tra Russia e Ucraina,nonché dall’inflazione galoppante.Allo stesso tempo l’arretramento dipende da “scelte più interne,di orientamento politico nazionale e a livello della Ue relative a fisco e welfare. In particolare sanità e pensioni, che hannoamplificato gli impatti negativiproprio sulle famiglie del ceto medio”. IlGovernonazionale e l’Europa,insomma, anziché risolvere il problema, avrebberocontribuito da aggravarlo.Una valutazione che, come evidenziato dal Censis in un altro rapporto, contribuisce a tenere gliitaliani lontani dalle urne.Come dimostratoanche nell’ultima tornata elettorale,quando lapartecipazione al votosi è fermata sotto il 50%.