Donne imprenditrici, in Sicilia sono 75 mila: l’Isola nella Top 30 delle regioni Ue
Oltre 75 miladonne imprenditrici e lavoratrici autonome(dati Eurostat),che guidano un’armata di 115 mila aziende, 11.500 delle quali artigiane. Sono i numeri dell’imprenditoria femminile in Siciliaforniti dall’Osservatorio economico regionaledi Confartigianato, che ha pubblicato uno studio in occasione dell’otto marzo,Giornata internazionale della donna.Dati che pongono l’Isola “tra le prime 30 regioni in Europaper numero di imprenditrici e lavoratrici autonome”, che contribuiscono in modo significativo “all’occupazionee alla costruzione di unfuturo di sviluppo“. Una conferma, se mai ve ne fosse bisogno, che le donne rappresentano unvalore aggiunto per l’economia.Purtroppo non tutti gli indicatori del lavoro femminile sono positivi e in generale c’è tantadifferenza tra occupazione maschile e femminile. “Al terzo trimestre 2023, in Sicilia, le 82 mila occupate indipendenti (dati Istat) registrano untrend negativodel meno 4,6% su base annua, pari a quattromila unità in meno”, denuncia Confartigianato. Nello stesso periodo ilavoratori autonomi uominihanno registrato “unaflessione più contenuta,del meno 0,7%”. Leggi anche –Lavoro: il Covid passa, il gender gap no. Per le donne 8.000 euro in meno Scendendo nel dettaglio, leimprese femminilirappresentano il 24,4% delle aziende siciliane. A livello provinciale èCataniaa dominare, con oltre 25 mila attività. Sui gradini più bassi del podio le altre Città metropolitane,Palermo(24.500) eMessina(14.700). Staccate le altre provincie,Trapani(12.300),Agrigento(10.300),Siracusa(10 mila),Ragusa(8.800),Caltanissetta(5.800) edEnna(4.700). Guardando alleimprese artigiane femminili,sono il 15,7 per cento delleimprese artigiane in Sicilia.Le protagoniste sono spesso giovani. “Delle 11 mila imprese femminili artigiane quelle gestite dagiovani donne,con meno di 35 anni, sono 1.391, pari al 12,1% dell’artigianato femminile e al 10,7% delle imprese totali femminili-giovanili”. Da non sottovalutare la presenza “estera”. “Le imprese gestite dadonne stranieresono 773, pari al 6,7% dell’artigianato femminile e all’8,9% delleimprese totali femminili-straniere“. Leggi anche –Le donne muoiono più degli uomini. Troppi ritardi nella medicina di genere Anche per leimprese artigiane femminiliil report fornisce il dettaglio provinciale. In termini assoluti, a prevalere è ancora laCittà metropolitana di Catania,dove le aziende artigiane animate da donne sono oltre 2.400. Seguono le altre due Città metropolitane,Palermo(2.300) eMessina(duemila). Nelle altre ex province, le imprese artigiane femminili fioriscono aSiracusa(mille),Trapani(975) eAgrigento(896). In coda alla classifica regionaleRagusa(820),Caltanissetta(489) edEnna(478). Guardando invece alla percentuale diaziende artigiane guidate da donnesul totale delle imprese artigiane della provincia, la classifica cambia in modo significativo. Il dato più alto infatti si registra aMessina(18,1%), seguita daSiracusa(17,6%) edEnna(16,4%). Nettamente staccatePalermo(15,8%),Agrigento(15,4%),Caltanissetta(15,2%),Trapani(14,8),Catania(14,7%) eRagusa(13,1%). Quasi unribaltamento di prospettiva. Leggi anche –Politiche attive del lavoro, Italia in coda all’Ue. Alle donne pochi incentivi Il report dà conto deisettori di attivitàin cui le imprese artigiane femminili mostrano un trend di crescita negli ultimi anni. In termini assoluti l’incremento maggiore tra il 2022 e il 2023 riguarda iservizi alla persona(4.816, più 81 imprese), seguita daservizi per edifici e paesaggio(382, più 12 imprese) eattività professionali, scientifiche e tecniche(251, più 11 imprese). Cresce la presenza di donne artigiane anche nelle attivitàprofessionali, artistiche e di intrattenimento(92, più sette imprese) ecostruzioni di edifici(179, più sei imprese), anchespecializzate(278, più tre imprese). Crescono di una sola unità le imprese artigiane femminili nell’ambito dimanifattura(262 imprese), istruzione (57 imprese),fabbricazione di articoli in pelle(47 imprese), software econsulenza informatica(19 imprese),apparecchiatureelettriche e non elettriche (14 imprese),servizi postali e attività di corriere(sette imprese),direzione e consulenza aziendale(due imprese). Leggi anche –Transizione green, ma senza donne: nelle materie Stem sono troppo poche Un quadro tra luci e ombre, insomma, quello dipinto dall’Osservatorio economico regionaledi Confartigianato. A confermarlo la presidente del movimento Donne Impresa in Sicilia,Maria Grazia Bonsignore.“I numeri che presentiamo in questo studio dimostrano come sia fondamentale il ruolo delle donne nel mercato del lavoro, ma c’è ancora molto da fare per abbattere ledifficoltà che ci ostacolano nel quotidiano“. Fondamentale, secondo la dirigente, laconciliazione tra vita familiare e lavoro,su cui la Sicilia e l’Italia sonoancora indietro.“Occorre pensare a un sistema di welfare a misura delle esigenze delle donne comemadri, mogli, figlie, lavoratrici“. A beneficiarne sarebbe l’intera regione. “La donna imprenditrice non crea benessere solo alla propria azienda, ma crea unbenessere nella societàin cui opera. Anche per questo è indispensabile pensare a un sostegno all’imprenditoria femminilesotto ogni aspetto”, conclude Bonsignore.