Erosione, furti d’acqua, dighe: così la foce del Simeto perde 10 metri l’anno

Erosione, furti d’acqua, dighe: così la foce del Simeto perde 10 metri l’anno

Negli ultimi vent’anni “200 metri di costa sabbiosa sono stati erosi” alla foce delfiume Simeto,nel golfo diCatania.Tra dighe, scomparsa delle dune e furti d’acqua il mare ha “mangiato” una media di dieci metri l’anno. Cosìsono a rischio “infrastrutture ed edifici”,ma anche “la nidificazione dispecie che vivono in questi ambienti,quali ad esempio il Fratino”. È la denuncia fatta daGiuseppe Rannisi,referente siciliano dellaLipu, Lega italiana protezione uccelli,durante la presentazione del rapporto spiagge 2024 di Legambiente Sicilia. “Si sta distruggendo la biodiversitàcostituita da flora e fauna del fiume: pesci, anfibi, rettili, uccelli, invertebrati, oltre che le diverse piante”, dice Rannisi. L’esperto individua tre fattori principali: “mancanza di trasporto solido dagli affluenti del Simeto, riduzione dell’ecosistema dunale residuo e prelievi d’acqua abusivi lungo il fiume“. Cambiare rotta si può, ma per farlo “occorre rivedere le concessioni e contrastare i furti d’acqua”. Altrimenti l’ecosistema dell’area protettasubiràdanni sempre maggiori. Leggi anche –La costa etnea vista dal mare, tra tutela ambientale e fragilità. Il tour Lipu Nella sua relazione Rannisi ha approfondito lecause dell’erosione costieraalla foce del Simeto. A partire dal tema deltrasporto solido,dovuto alle scelte idrografiche dell’ultimo secolo. “I principali affluenti del fiume Simeto sono stati sbarrati dalle dighe, ben cinque:Ogliasto sul fiume Gornalunga, Nicoletti sul Dittaino, Sciaguana sull’omonimo corso d’acqua affluente del Dittaino, Pozzillo sul Salso, Ancipa sul Sotto di Troina,a cui occorre aggiungere ormai anche laTraversa di Ponte Barcaproprio sul Simeto”. Si tratta degli sbarramenti che hanno permesso di creare gli invasi su cui si basa buona parte delsistema idrico dell’Isola(oggi alle prese con unasiccità devastante) ma che hanno avuto un impatto fortemente negativo sulle coste. “Queste dighebloccano il trasporto di sedimentiche nei millenni ha formato lapiana alluvionale di Catania,che aveva fatto avanzare la linea di costa”, spiega il referente Lipu. Anche a causa della “mancanza di tale apporto di sedimenti“, da diversi decenni “il mare sta erodendola costa facendola arretrare“. Leggi anche –Inquinamento, erosione, depuratori: tutti i guai delle spiagge siciliane Altro fattore di rischio, come detto, è lariduzione del sistema dunale,ovveroformazioni sabbioseche oltre a “proteggere” la costa dall’erosione offrivano riparo a numerose specie. Come il citatoFratino, un piccolo trampoliereche nidifica proprio in queste zone, e che oggi invece si trova a rischio. Il responsabile, ancora una volta, è l’uomo. Rannisi denuncia“pratiche illegali e illogiche quali il motocross, i quad, la balneazione ovunque anche nella riserva naturale”,ma anche “lapulizia meccanica e quella manuale,fatta da persone ed associazioni inconsapevoli del danno che si produce a questa specie”. Il Fratino, infatti, riesce a nidificare anche “in presenza di qualchebottigliao pezzo diplastica“, mentre una pulizia invasiva può creare “un danno di gran lunga maggiore”. Lagiusta rimozione dei rifiuti,sottolinea il referente Lupi, può essere effettuata “prima o dopo ilperiodo di nidificazione“, e per evitare equivoci l’associazione “ha offerto lapresenza di un ornitologo specialistain modo diaccertare la presenza di nidi prima della pulizia“. Leggi anche –Erosione costiera nel Mediterraneo. A rischio case e intere città come Venezia C’è poi il tema deiprelievi d’acqua dal fiume.Su questo fronte, secondo l’esperto, si è esagerato. “Leconcessionie iprelievi abusivisono di gran lunga superiori allaportata di magra del fiume“. Anche quelli autorizzati, del resto, “non hanno tenuto conto né della portata residua del fiume né del diritto di chi sta a valle di avere un minimo di portate per sé, ma soprattutto ditenere in vita il fiume“. La conseguenza è che il Simeto “da alcuni anni non sfocia più a mare per diversi mesi l’anno, trasformandosi così in untorrente con dei tratti completamente a secco“. Così alcune delle sue “funzioni” vengono meno, tra cui “la capacità difitodepurazione(le acque reflue dei paesi della valle del Simeto giungono al fiume in condizioni che non sempre rispettano i parametri di legge), dialimentare le falde sotterranee,di contrastare l’intrusione di acqua marina nelle falde di acqua dolce,di ridurre i picchi delle portate di piena e la velocità”. Un fiume non in salute, inoltre, mette a rischio “le condizioni per lariproduzione dei pesci,e di conseguenza le attività di pesca”.