Elezioni Europee, i cittadini “traditi” bocciano Bruxelles. Allarme astensione

Elezioni Europee, i cittadini “traditi” bocciano Bruxelles. Allarme astensione

I cittadini europei andrannoalle urne, sì, ma con l’amaro in bocca.Oppure staranno a casa, per protestare con l’astensionecontro un’Unione che ha rappresentato “unarretramentoanziché un progresso”. Lo scrive ilCensis,Centro studi investimenti sociali, in unrapporto sulle elezioni europee2024. InItaliasi terranno l’otto e il nove giugno, insieme alleAmministrative di diversi Comuni(37 in Sicilia). Secondo i tecnici, oltre120 milioni di cittadinicomunitari lamentano “unaflessione del tenore di vitanegli ultimi 15 anni”, e vivono le elezioni con la percezione di “untradimentodella promessa dimiglioramento delle proprie condizioni” da parte di Bruxelles. In 75 regioni o province dei Paesi dell’Ue, infatti, “si è verificata unavariazione negativa del reddito disponibile netto“. In Italia gli arretramenti maggiori riguardano “Lazio(meno 16%),Umbria(meno 14,7%),Provincia autonoma di Trento(meno 14,6%) eToscana(meno 14,6%)”. Ma a subire disagi sono ancheterritori di altri Paesi,“Grecia, Spagna,ma ancheFrancia, Austria, Ungheria,e porzioni diPortogallo,BelgioeGermania“. Leggi anche –Amministrative, l’8 e 9 giugno alle urne 37 comuni della Sicilia: come si vota Ilmalessere dei cittadinie lacrisi dell’Unione europea, secondo gli esperti del Censis, rischiano di avere conseguenze sul voto delle imminenti elezioni europee. I27 Paesimembri andranno alle urne dal sei al nove giugno.In Italia si voterà in modo atipico,sabato otto giugno dalle 15 alle 23 e domenica nove giugno dalle sette alle 23 (nelle precedenti elezionisi è sempre votato la domenica e il lunedì mattina). Gli occhi di molti osservatori sono puntati sull’affluenza. Compresi quelli del Centro studi, che disegnascenari preoccupantise gli elettori dovesserodisertare le urne.Una forte astensione infatti potrebbe “insidiare imeccanismi di funzionamento delledemocrazie liberali“, con conseguenze particolarmente gravi “se andrà a votare soltanto la metà circa degli elettori”. Già oggi, secondo alcuni sondaggi, “meno della metà dei cittadini europeinutre fiducia nelle istituzioni europee”. Tendenza confermata anche in Italia, dove “il 49% hafiducia nel Parlamento europeo,poco meno (il 46%) nellaCommissione europea“. Bisognerà aspettare lachiusura dei seggiper sapere se i dati verranno confermati. Leggi anche –Autonomia, Anci Sicilia: dopo le Europee iniziative per attuare Statuto La ragione dello scontento, come detto, è soprattutto economica. Se molte regioni italiane perdono punti, altre non hanno mai raggiunto la“convergenza”,cioè non sono riuscitemettersi al passo con l’Ue.In particolare “sono sei le realtà in cui si misura un Pil (a parità di potere d’acquisto) ancora inferiore alla soglia dei tre quarti della media europea:Calabria, Sicilia, Campania, Puglia, Sardegna e Molise“. Il peso del Mezzogiorno non è da sottovalutare. In queste regioni “vivono18 milioni di abitanti,pari al14,9% della popolazioneche risiede nei territori a mancata convergenza”, segno che ilmeccanismo dei fondi comunitari“non può dirsi ancora pienamente riuscito”. Il problema non è solo italiano. In tutta l’Ue vi sonoforti disuguaglianze.“Rispetto al valore medio del Pil (35.553 euro), si registrano valori minimi inBulgariacon 14.134 euro, inRomaniacon 16.512 euro, inGreciacon 16.861 euro. Le distanze dai massimi registrati inLussemburgo(91.493 euro) e nell’Irlanda del Sud(99.750 euro)appaiono abissali“. Leggi anche –Sicilia, “election day” l’8 e 9 giugno: si vota per le Europee e 37 Comuni Un“inesorabile scivolamento”,scrivono ancora i tecnici del Censis, che porta decine di milioni di cittadini a manifestare “ilprofondo malesseredei perdenti, che li porta ad allontanarsi anche dal cuore politico europeo”. Il declino, ad ogni modo, riguarda l’idea stessa dell’Unione europea. “Nel corso degli ultimi anni ha conosciuto unprogressivo ridimensionamentodel propriopeso demografico ed economico– e quindi politico – nel contesto internazionale, che rischia di tradursi in unagraduale residualità“. Tutti elementi che secondo il Censis si ripercuotono sulle scelte personali per le elezioni europee. Il report cita un esempio emblematico per chiarire i rapporti di forza. “Già nel 2075 la solaNigeria(un Paese con estensione territoriale pari auna volta e mezza quella della Francia) conterà unapopolazione superiore a quella dell’intera Ue:491 milioni di abitanti (il sorpasso è previsto appena scavallato il 2060, tra soli quarant’anni)”. Per quell’anno, secondo le stime, il Paese africano sarà “laquinta economia del mondo,dopo Cina,India, Usa e Indonesia“. Mentre la vecchia Europa sembra destinata arestare fuori dai giochi.