Export siciliano: l’ottima crescita del post-pandemia minacciata dalle guerre

L’export sicilianoha attraversato un’ottima fase di risalita dopo la pandemia e gode di discreta salute. Glioperatori locali del commercioestero sonooltre 4 mila, con285 mila imprese attive. Il fatturato complessivo è di16,5 miliardi di euro, il nono più alto in Italia nel 2022, e nelle stesso periodo la Sicilia ha registrato la terza crescita più alta del Paese. Fin qui un ottimo quadro, su cui però oggi iniziano a fare capolino letensioni internazionali. Secondo i nuovi dati diffusi da Unioncamere per il secondo trimestre 2023, la Sicilia ha fatto registrare uncalo generalizzato delle esportazioni del 17 per cento. Nel contesto regionale l’esportazione verso i paesi extra Ue pesa per il 58 per cento. La nuova guerra traIsraeleePalestina, insieme alle tensioni che ha prodotto inNord Africa, stanno iniziando ad incidere sul commercio dei prodotti siciliani verso l’Africae ilMedio Oriente. Se nel complesso i numeri delle esportazioni delle singole province siciliane tiene, un vero crollo è stato registrato aSiracusa. Sempre durante il secondo semestre 2023 e nel confronto con lo stesso periodo del 2022, l’export verso l’Africa settentrionaleè passato da1,2 miliardi di euro a 661 milioni. Leesportazioni totalinel siracusano sono diminuitepassando da 5,3 miliardi a 3,8 miliardi. Discorso diversoCatania, secondo mercato per esportazioni in Sicilia, che nello stesso periodo ha visto aumentare i ricavi di73 milionidi euro. Il traffico si è leggermente ridotto anche aPalermo, passata da166 milioninel 2022 a173 milioni nel 2023. Se è chiaro il calo della vendita di coke e prodotti per la raffinazione, proprio da Palermo arrivano dati positivi per l’esportazione di prodotti agricoli siciliani. “Le vendite fra luglio e settembre, rispetto allo stesso periodo del 2022, sono passate da 309 a 333 milioni inEuropae da 515mila a 2,2 milioni di euro inMedio Oriente“, ha analizzato Giuseppe Pace,presidente di Unioncamere Sicilia. Nello stesso periodo “le vendite di prodotti agricoli è cresciuta da 2,4 a 4,2 milioni inAfrica centromeridionalee da 9,7 a 10 milioni inOceania” Leggi anche –Export, l’agroalimentare siciliano piace. Incontri di Sicindustria con buyer esteri Il presidente di Unioncamere Sicilia non è però preoccupato. “Al momento non si avvertono segnali che facciano prevedereconseguenze negativesul nostro export daeventuali tensioniin Nord Africa – ha analizzato Pace -. Quanto alla guerra in Medio Oriente, si stanno attualmenteonorando i contratti commercialiin essere. É ancora presto perstimare gli effettisui prossimi ordinativi”. Nel frattempo il commercio di petrolio si è però ridotto nel secondo trimestre 2023. “Nel calo generalizzato medio del 17 per cento di export, incide unaminore esportazione di prodotti petroliferi su Nord Africa e Medio Oriente, dove in particolare si registra un calo più marcato – spiega lo stesso presidente Unioncamere regionale -. Questo è dovuto, per il Nord Africa, prevalentemente atre fattori: la ridotta vendita di carburanti, l’aumento esponenziale delcosto dei nolidei container, dei trasporti marittimi e aerocargo, che hanno reso meno competitivi i nostri prodotti. Infine, soprattutto aimutamenti climatici e gli incendiche hanno ridotto la disponibilità diprodotti agricolida trasformare per l’industria conserviera. Gli incontri b2b che organizziamo cercano anche di compensare, con la promozione di nuovi mercati come ilVietname il supporto a mercati più maturi comeUsaeCina, le flessioni che si sono registrate su altri paesi a causa della già citata perdita di competitività dei nostri prodotti”, conclude Pace. In uno scenario in cui, data l’incertezza, le relazioni commerciali con l’estero sembrano più spesso in discussione, l’incontro b2be quindi lefiereinternazionalisembrano quindi le principali occasioni per avviare nuovi canali. Dimestichezza con i programmi statali e partecipazione alle iniziative delle associazioni di categoria, fanno da “trampolino di lancio” e in ogni momento dell’anno. LaRegione Sicilianamette a disposizione il portale “Export“, in cui sono elencante tutte le fiere a cui le aziende locali possono partecipare venendo finanziate dalla stessa Regione. Ancora a livello regionale, sono le associazioni di categoria comeConfindustriaa supportare le associate con ladelegazione all’internazionalizzazione. Tra le ultime attività portate a termine proprio da Sicindustria Sicilia, c’è laseconda edizione di Food&Drinks Mission2Sicily, che ha permesso l’organizzazione di oltre 240 incontri con buyer provenienti da Stati Uniti, Vietnam, Cina, Lituania, Olanda o Polonia. “Sicindustria/Enterprise Europe Networklavora da anni proprio per facilitare e supportare le imprese che vogliono aprirsi ai mercati esteri – ha spiegato il delegato all’organizzazioneNino Salerno-. Il made in Sicily rappresenta un’eccellenza e, in particolar modo, il comparto dell’agroalimentare catalizza l’interesse dei buyer stranieri”. In Sicilia i traffici verso l’estero sono un fattore nelsettore moda. Il comparto è supportato da un distretto specifico, ilDistretto della Moda “Mythos Fashion District”, promosso dalla Regione siciliana. Ne è presidente FlaviaPinello, imprenditrice e anche presidente della categoria moda diConfartigiano Palermo. L’idea di avviare relazioni commerciali con l’estero nasce in questo caso dalla partecipazioni allefiere internazionali. Nel caso del Distretto della Moda è stata la Regione a finanziare la partecipazione delle aziende. “Grazie a questi appuntamenti realtà conFancs-vesportano da quasi dieci anni. Oggi l’impresa sta puntando sull’Australia, considerata anche la difficoltà di commercializzare con laRussiadopo lo scoppio della guerra. Ilconflitto russo-ucrainoha tagliato le gambe un po’ a tutti, togliendo una fetta di mercato alto spendente – spiega la presidente Pinello -. Devo anche ammette la brutta esperienza avuta con i più blasonatiEmirati Arabi, non sono cosi facili da conquistare. Si mercanteggia molto a discapito della qualità del prodotto Made in Sicily, che cerchiamo sempre di fare valere”. Attualmente il nostro territorio di riferimento è l’Australia con cui siamo in contatto per la realizzazione di intere collezioni locali, partendo dal disegno. Tutto verrà prodotto in Sicilia e con materia prima siciliana”.