Fisco, il giorno dei 50 milioni di cartelle. Il decreto “Sostegno” manca ancora
Nessuna novità sostanziale sul fronte delle cartelle esattoriali. Il primo marzo,indicato dai commercialisti come dead-line per la partenza di 50 milioni di atti, è arrivato senza che il Governo abbia fatto la sua mossa. Sul tavolo, per adesso, soltanto una nota del ministero dell’Economia e delle Finanze, relativa alla proroga delle rate per la “rottamazione ter” e il “saldo e stralcio”. Si tratta della cosiddetta “pace fiscale” voluta nel 2018 dal Governo Renzi. Una comunicazione che non ha – naturalmente – alcun valore di legge, ma che ha risposto ai dubbi di tanti cittadini in attesa della scadenza fiscale. Almeno in parte. La dilazione, come accennato, non riguarda tutte le cartelle. Anche sugli atti interessati dal comunicato, il Mef non ha fornito dettagli. “È in corso di redazione il provvedimento che differirà il termine per il pagamento”, si limita a dire la nota pubblicata nelle scorse ore. Il differimento riguarderà “le rate del 2020 ancora non versate”, a cui andrà ad aggiungersi “la prima rata del 2021 della rottamazione-ter”. La proroga “entrerà in vigore successivamente al primo marzo 2021”, e i pagamenti saranno considerati tempestivi “anche se non intervenuti entro tale data”. Nessuna conseguenza per chi non verserà le rate alla scadenza naturale, insomma. Purché il pagamento sia effettuato “nei limiti del differimento che sarà disposto”. Per sapere quando, bisognerà aspettare l’approvazione del provvedimento. Il testo su cui lavorano i tecnici del neo ministro Daniele Franco dovrebbe essere contenuto nel decreto economico atteso nei prossimi giorni. Un provvedimento blindato, che secondo le ultime indiscrezioni dovrebbe cambiare nome, interrompendo la catena dei decreti “Ristori” – l’ultimo, il quater, emanato il 30 novembre 2020 – voluti dal Governo Conte. Il nuovo decreto – il primo del Governo Draghi – dovrebbe essere nominato “Sostegno”, ma la sostanza non dovrebbe cambiare. Sul tavolo ci sono sempre i 32 miliardi dello scostamento di bilancio autorizzato dal Parlamento il 19 gennaio 2020, prima delle dimissioni di Giuseppe Conte. Denari che dovranno essere utilizzati per ristorare lavoratori e imprese colpiti dalla crisi, probabilmente utilizzando nuove modalità di calcolo dei contributi, ma anche per potenziare il Sistema sanitario nazionale, alle prese con il piano vaccinale e la terza ondata della pandemia da Covid-19. Oltre a disinnescare milioni di cartelle esattoriali in arrivo proprio oggi. Già, perché la scadenza odierna non riguarda soltanto le rate della rottamazione ter e del saldo e stralcio. In partenza dall’Agenzia delle entrate e da Riscossione ci sono circa 34 milioni di cartelle esattoriali e 16 milioni di avvisi. Fino a questo momento bloccati dai vari decreti Ristori. Il nuovo provvedimento, qualunque sia il nome che verrà scelto, dovrà occuparsi anche di questi atti. Sui quali il ministero dell’Economia non si è pronunciato, e che dovranno essere “disinnescati” dal nuovo provvedimento. A sfuggire, al momento, è la tempistica. Non risulta convocato alcun Consiglio dei Ministri per l’approvazione di questi provvedimenti. Sull’agenda di Palazzo Chigi c’è soltanto il giuramento dei Sottosegretari e dei Viceministri, alle 15 di oggi. Un passaggio istituzionale necessario, che però non fermerà le scadenze fiscali.