Giornata del riciclo, Sicilia nella media Ue, ma la Regione vuole l’inceneritore
I rifiuti riciclati in Sicilia nel 2022 sono stati il 53,34% del totale. Si tratta di un dato inforte crescitarispetto a quello dell’anno precedente, quando il totale dei rifiuti riciclati si era attestato al 48,7%. Unaumento di oltre il 4%che avvicina la Siciliaalla media europea, ovvero il 58% di rifiuti recuperati. I dati, presentati nel Rapporto “Il Riciclo in Italia 2023“, realizzato dallaFondazione per lo sviluppo sostenibile, vedono la media italiana perl’anno appena passato raggiungere il 72%. Daticelebrati anche dal governo italiano nella Giornata internazionale del riciclo, iniziativa nata nel 2018 dalla Global Recycling Foundation. Secondo il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto l’Italia “vuole mantenere il suo ruolo di leader nell’economia circolare, costruito in anni di impegno e investimenti nel riciclo”. Leggi anche –Rifiuti, paradosso Sicilia: differenziata buona, ma discariche e strade piene E i dati potrebbero essere ancora migliori. Secondo ilConai (Consorzio nazionale imballaggi)l’Italia nel 2024 si avvia asfiorare la quota del 75% di rifiuti riciclati, superando con anni di anticipo gli obiettivi stabiliti per il 2030 dall’Unione europea. Nel frattempo la giunta di governo della Regione siciliana ha annunciato la presentazione in settimana di un nuovo piano rifiuti, al centro del quale ci saranno due grandi inceneritori. L’attuale piano, infatti, non li prevede, e per la realizzazione dei quali il presidente della Regione Renato Schifani è stato nominato “commissario” con unadotazione di 800 milioni di euro daiFondi di Sviluppo e Coesione europei, anche sel’uso di questi fondi per il tema rifiuti è già stato dichiarato come fuori dalle norme europee dalla stessa Regione siciliana. Leggi anche –Inceneritori in Sicilia: il Piano rifiuti non li prevede. Rischio ricorsi milionari L’Italia, dunque, si scopre virtuosa in tema di rifiuti. Secondo i dati del Conai, oltre10 milioni e 300.000 tonnellatedi rifiuti di imballaggio troveranno una seconda vita, precisamente il74,9%dell’immesso al consumo, che nel 2024 si prevede pari a circa 13 milioni e 900.000 tonnellate. Le previsioni parlano del77,8%per l’acciaio(409.000 tonnellate), del73%per l’alluminio(64.000 tonnellate), dell’85,6%per lacarta(4 milioni e 298.000 tonnellate), del65,1%per illegno(2 milioni e 130.000 tonnellate), del52%diplasticaebioplastica compostabile(1 milione e 183.000 tonnellate, di cui circa 51.000 di bioplastica), e dell’85,9%divetro(2 milioni e 325.000 tonnellate). A far meglio in Europa, in termini percentuali, sono solo Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo. Mentre in rapporto alla quantità di rifiuti riciclati per abitante l’Italia è già prima con la Germania, arrivando 160 Kg di imballaggi riciclati per abitante, con l’Italia. Leggi anche –Rifiuti, la Sicilia supera il 50% di differenziata. 80 i Comuni “ricicloni” In questo quadro il miglioramento della Sicilia è sostanziale. Secondo l’ultimo dossier diLegambiente sui Comuni “ricicloni”, nell’Isola nel 2022 erano già80gli enti locali che hanno una gestione altamente virtuosa, con percentuali di raccoltasopra il 65%. Si tratta soprattutto di piccoli centri, ma il dato aggregato, come detto il53,34%, èfrutto di netti miglioramenti nei tre grandi centri, ovveroPalermoche ha raggiunto il 16%,Cataniacon il 26% e soprattuttoMessinache supera la media regionale arrivando al 53,4% di “riciclo”. E migliorando del 10% il dato sul 2021. Dati che proiettano anche la Sicilia, proprio sul controverso tema dei rifiuti, a riuscire a raggiungere agevolmente gli obiettivi di Agenda 2030, ovvero il 70% di riciclo.Dal 2010 al 2022 è aumentata la raccolta differenziata dei rifiuti del 37,5 per cento, e i rifiuti urbani pro-capitesono diminuiti del 10,4 per cento. Il dato, parte dei 17 “goal” stabiliti dalle Nazioni Unite, è stato calcolato da ASviS, l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile. Leggi anche –Rifiuti, i costi troppo alti in Sicilia nel dossier Anci. Che si rivolge all’Antitrust Nonostante gli ottimi risultati, il tema rifiuti in Sicilia resta però al centro dell’agenda politica della Regione siciliana, oltre che dellepreoccupazioni delle amministrazioni locali. Nelle scorse settimane i sindaci riuniti nell’associazione Anci hanno presentato un dossier che mostra come per il conferimento dei rifiuti in discarica latariffa siciliana sia spesso quasi doppia,arrivando a sfiorare i 200 euro per tonnellataper il solo conferimento della parte “irrecuperabile”. Dati che hanno portato anche a unarichiesta di intervento all’Autorità Antitrust. Secondo quanto anticipato daRai,l’intenzione del presidente Renato Schifani è quella di arrivare a un via libera definitivo entro luglio. Come detto Schifani è stato investito dal governo nazionale del ruolo di commissario per i rifiuti e per la realizzazione di due inceneritori, peraltro darealizzare con 800 milioni dai Fondi di Sviluppo e Coesione (Fsc) europei. Fondi che, secondo unainterpretazionedelle norme europee datadalla stessa Regione siciliana,non potrebbero essere utilizzatiper la realizzazione degli impianti:proprio con l’utilizzo dei fondi Fsc la Regione aveva inizialmente stanziato 45 milioni di euro per i Comuniper ricompensare gli “extracosti” di discarica, salvo poi ritirare l’atto. Causando vari problemi ai bilanci degli enti. Secondo i rappresentanti dei Comuni gli sforzi proprio in tema di differenziatarenderebbero ormai superata l’esigenza di eventuali inceneritori, i cui tempi di realizzazione appaiono incerti. Nel frattempo un progetto per un inceneritore privato va avanti. L’impianto di incenerimento dei rifiuti privato, che dovrebbe sorgere nellazona industriale di Catania, è al vaglio della commissione tecnico scientifica per le autorizzazioni ambientali in Sicilia.