Grandi opere, Svimez: prima la mobilità locale. E la Regione definanzia il Ponte

Bene legrandi opere,ma per Svimez la verapriorità del Sud e delle Isoleresta lamobilità locale.Senza di essa, infatti, le grandi infrastrutture “rischiano di assicurare connessioni di lunga distanza senza rispondere concretamente alle esigenze diffuse” della popolazione. IlRapporto 2023 sull’economia e la società del Mezzogiornonon cita neanche una volta ilponte sullo Stretto.La valutazione sulle grandi opere, però, è chiara. Per i tecnici dell’Istituto c’è uno “sbilanciamento delle risorsedestinate alle infrastrutture per le‘reti lunghe’ del Mezzogiorno“, mentre rischiano di essere trascurati “interventi di minore cabotaggio, utili per rafforzare il funzionamento dellamobilità nel corto raggioe nella scala urbana”. Un giudizio che arriva negli stessi giorni in cui laRegione siciliana annuncia la “probabile riduzione dello stanziamento“per la realizzazione del Ponte. Leggi anche –Stretto di Messina: la partita degli espropri da sette milioni di euro I tecnici di Svimez analizzano i dati sulla “competitività infrastrutturale” delle regioni italianeforniti dalla Commissione Europea. Da essi risulta che quelle meridionali “si collocano sistematicamenteal di sotto della media nazionale ed europea,con la sola rilevante eccezione della Campania”, e che negli ultimi anni “vedono incrementare i divari rispettosia alle altre aree del Paese che all’Europa“. Nel dettaglio, laSiciliapassa dagli 88,4 punti del 2019 agli 85,8 del 2022, perdendo sette posizioni nelranking europeo(113esimo posto su 233 regioni valutate). Stesso risultato per laPuglia, che perde anch’essa sette posizioni. Si tratta dei cali maggiori dopo quello dell’Abruzzo (meno nove), mentre fanno meglio, si fa per dire,Calabria(meno sei),Molise e Basilicata(meno tre) eSardegna(meno due). L’unica regione del Sud a migliorare, come detto, è laCampania, che guadagna quattro posizioni nella classifica europea. Leggi anche –Lavoro, istruzione, formazione, giustizia e infrastrutture. La Sicilia è ultima Da qui la necessità dipuntare maggiormente sullamobilità locale. Le grandi opere spingono lo sviluppo, ribadiscono i tecnici, “ma non vanno assolutamente tralasciati gli investimenti sulle le reti corte, come si è visto neiritardi enormi accumulati dalle Città metropolitanenegli indicatori di mobilità sostenibile”. Secondo il rapporto Svimez, alle città del Sud e delle Isole servono soprattutto “nodi di scambio, raccordi, piste ciclabili, aree pedonali, infomobilità“. Su questo fronte, infatti, ladistanza con il Centro Nord“resta così ampia che ci vorrebbe un piano complessivo di infrastrutturazione ben più robusto percolmare anche solo parte del divario“. Un segnale positivo si è visto nel 2021 “per lepiste ciclabili“, mentre negli altri comparti comemetropolitane e tram“non si apprezzano progressi, e questo significa il consolidamento deglistorici deficit strutturali“. Leggi anche –Stretto di Messina inquinato: tra Ponte e navi a basse emissioni c’è un mare Gli esperti chiedono uncambio di passo, anche dal punto di vista economico. Secondo Svimez “restano alcuninodi legati alla spesa“, visto che “nelle opere prioritarie solo il 13,3 per cento del valore di quelle del Sud è in corso di realizzazione (contro il 33,5 per cento del Centro-Nord)”. Inoltre i fondi sono “in quota maggioritaria in capo aigrandi soggettidi gestione, ma in parte incidono suibilanci delle Amministrazioni statali, regionali e locali“. E proprio questioni di bilancio sono alla base della“ulteriore riflessione” della Regionesul contributo da destinare alponte sullo Stretto.Quest’ultimo potrebbe essere rivisto “al ribasso” perché nellaprogrammazione dei fondi Psc 2021-2027“dovranno essere inserite alcuneopere già programmatedal precedente esecutivo regionale”.La coperta insomma è corta. Bisognerà attendere le prossime settimane per sapere quanto.