Imprese creative: se hai una laurea, in Sicilia c’è più lavoro che nel resto d’Italia

Imprese creative: se hai una laurea, in Sicilia c’è più lavoro che nel resto d’Italia

Architettura, design, comunicazione, editoria e stampa,performing artse arti visive, insieme al patrimonio storico-artistico, generanobusinesse posti di lavoro in Italia. Leprofessioniculturali e creative (chiamate Icc) e leimprese del settorerappresentano una parte significativa dell’economia, il 4,5%: erano oltre 275 mila nel 2022. Ogni regione italiana mostratendenze di mercatoe soprattutto capacità di formare e fornirenuovi lavoratorinel mercato. I dati vengono dal rapporto“Imprese e professioni culturali ricreative”prodotto daUnioncamere. E laSiciliaemerge come una delle regioni con un numero più contenuto di “nuovi occupabili” rispetto alle regioni con popolazione paragonabile: sono solo 5.770 nel 2023 secondo i dati raccolti dal sistema “Excelsior” di Infocamere, a fronte di oltre 191 mila previste a livello italiano. Ma i dati dicono anche chela Sicilia dà più opportunità di lavoro per i giovani laureatinel settore rispetto al resto d’Italia. Leggi anche –Teatro Massimo di Palermo incassi per 3,4 milioni nel 2023 Unioncamere ha evidenziato“effetti negativi”e“severi”per il settore durante il Covid-19 e nel post pandemia. Il report ha rilevato, però, anche unaripresa positiva. Nel 2022, imprese e professionisti della cultura rappresentano ancora unafetta significativadel tessuto imprenditoriale italiano, del 4,5% sul totale. È stato registrato anche unaumentodell’1,8% rispetto il 2021. La ricchezza prodotta nel 2022 dalcomparto culturale e creativoha superato i52 miliardi di euro, contribuendo per il3,1%alpil nazionale. Rispetto al pre pandemia lacrescitaè stata del 3,5% e del 7,2% rispetto al 2021. Ilavoratorisono cresciuti del 3,3% diventando851 milanel 2022, ma l’occupazionenel settore non è ancora tornata ai livelli pre pandemici: piuttosto ha registrato unadiminuzionedello 0,6% rispetto al 2019. Leggi anche –Concerti al Teatro di Siracusa, c’è chi dice no. Lettera all’Unesco Nel 2023, inuovi occupabili, cioè le future e i futuri professionisti che potrebbero essere assunti in un’impresa culturale o creativa, sono191.340 unità. Sono il3,5%delle “entrate” totali dell’economia, in crescita del+9,4%rispetto all’anno precedente in Italia. I nuovi occupabili sidistribuisconoequamente tra il comparto culturale e creativo e i restantisettori economici, mettendo in evidenza un “fabbisogno trasversale”, scrive Unioncamere, di questo tipo di lavoratori. Attori, attrici, guide turistiche, grafici, copywriter, giornalisti servono al mercato del lavoro italiano, seppure in maniera differente. I settori con piuchance di lavorosi trovano: nell’industria culturale(34,9%) e nelleperforming artseintrattenimento(8,2%). Leggi –Lavoro in aumento in Italia a febbraio: il tasso d’occupazione sale al 61,9% In confronto con altre regioni, laSiciliasi posiziona tra le regioni con bassi nuovi ingressi nelsettoredelle professioni culturali e creative,5.770. Il Lazio è la regione con il maggior numero di nuova occupazione prevista,47.940 unità,il25%del totale nazionale di oltre 191 mila unitò. Segue laLombardia, con 37.020 unità, il 19,3% del totale nazionale. In particolare,Milanosi distingue come la provincia con ildato migliore, con 23.470 unità. Seguono ilLaziocon 47.940 e laCampaniacon 12.710. Altra provincia che si distingue è quindiRomaper il Lazio appunto e Napoli proprio per la Campania. La Sicilia, con un totale di entrate pari a 5.770 nuovi occupabili, si trova immediatamente alle spalle delle regioni e le province più importanti, ma una evidente differenza. Dati bassi arrivano anche dalle province, dovePalermoeCataniasvettano su tutte. Leggi anche –Vanina, il vicequestore dai romanzi alla serie Tv: Catania in scena su Canale 5 Tra le province che mostrano un maggiore interesse verso leprofessioni culturaliecreative, in Italia si distinguono innanzi tutto quella diArezzodove secondo i dati di Unioncamere, provenienti dal sistema Excelsior, l’8,4% delle assunzioni per il 2023 sarà nel settore Icc. SeuonoAlessandria(7,7%) eMilano(4,6%). IlSud Italiaè rappresentato – come detto dalla città metropolitana di Napoli, che ha un’incidenza del 3,8%. Al contrario, tra le province con flussi in entrata più bassi figuranoRieti(0,6%),Enna(1,0%),FoggiaeAgrigento(entrambe 1,2%).Procedendo con un’analisi solo siciliana,in Sicilia il 46,3%delle entrate di personale previste nel settore culturale è riservataa chi ha un livello di istruzione universitario. Si tratta di una percentuale ben più alta dellamedia italiana (32,9%), con ilsolo Molise (51,1%)con percentuali maggiori di “posti” per laureati. Prima in classifica tra le province siciliane in questo aspetto èTrapani conil 52,1%SeguePalermo, con il 49,7%, mentre Caltanissetta arriva al 48,8%.Cataniapoco sotto al 47,8%. Delle 5.770 nuove entrate della Sicilia,Trapanicontribuisce con 360 ingressi,Palermocon 1.950,Messinacon 640,Agrigentocon 250,Caltanissettacon 200,Ennacon 60,Cataniacon 1.370,Ragusacon 370 e infineSiracusacon 560. Questo, secondo Unioncamere “a riprova di come nel Sud e nelle Isole vi siano maggiori occasioni lavorative per chi è in possesso di un elevato titolo di studio”. IlPiano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)rappresenta unachancefondamentale per il rilancio del settore culturale e creativo. Come evidenziato nel report di Unioncamere, ilMinistero della Cultura (MIC)gioca un ruolo chiave, con il controllo di tre Misure suddivise in 23 interventi, dotate di un finanziamento totale di4,28 miliardi di euro. Al primo semestre 2023, questi interventi sono stati attuati però solo al41%. Nuove opportunità restano quindi ancora inesplorate.