Tra il 20 febbraio, data della scoperta del primo caso di coronavirus in Italia, e il 31 marzo 2020, i morti in Sicilia sono stati 4 mila e 847, cento in meno che nello stesso periodo del 2019, nonostante la pandemia. Il dato emerge dall’ultimo rapporto sulla mortalità della popolazione residente a cura dell’Istituto superiore di Sanità e di Istat. Ma nel solo mese di marzo a livello nazionale l’impatto dovuto al Covid-19 ha provocato un aumento della mortalità del 49 per cento rispetto alla media dello stesso periodo degli ultimi 5 anni, passando da 60 mila e 500 a oltre 90 mila. Un eccesso di mortalità di oltre 25 mila persone, ottenuto analizzando i dati di 6 mila e 866 comuni, l’87 per cento dei 7 mila e 904 complessivi d’Italia, che si spiega con la differenza di diffusione del virus nello Stivale: a Bergamo l’aumento dei morti ha raggiunto il 567 per cento, superando i 6 mila e 200 rispetto ai poco più di mille di un anno prima. Tra questi solo duemila e 300 sono ufficialmente attribuiti al Covid-19. Nello stesso periodo a Palermo nello stesso periodo si rileva un calo del 9 per cento: erano mille e 417 i decessi totali un anno fa, sono stati mille e 340 dal 20 febbraio al 31 marzo 2020.
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In Sicilia otto province su nove con bassa diffusione
Le differenze territoriali hanno quindi portato Istat e Iss a dividere il territorio in province a bassa, media e alta diffusione. Del primo gruppo fanno parte otto delle nove province siciliane, oltre ad altre 26 del Sud Italia e del Centro. In queste province i decessi del mese di marzo 2020 sono mediamente inferiori dell’1,8 per cento rispetto alla media del quinquennio precedente. In Sicilia la percentuale è in linea con la media, ma con forti differenze territoriali. Se a Palermo c’è stato un calo del 9 per cento, a Caltanissetta l’aumento percentuale è stato del 8,3, con la provincia passata da 170 a 175 morti. Percentuali in aumento anche a Messina (2,6 per cento), Siracusa (più 0,6), e Trapani (più 0,9), mentre le morti sono in calo a Catania (meno 1,8 per cento), Ragusa (meno 4,7), e Agrigento (meno 8).
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Enna, unica in Sicilia a media diffusione
Seguono le 35 province con diffusione media, concentrate prevalentemente nel Centro-Nord, e dove l’eccesso di mortalità rispetto alla media dei cinque anni precedenti è stata di 2 mila e 426, mille e 151 dei quali attribuiti con certezza al Covid-19. Tra queste province spicca la presenza di Enna, dove i morti sono stati il 12,2 per cento in più rispetto al 2019, passando da 117 della media 2015-2019 a 134. Si tratta dell’unica provincia siciliana a non rientrate tra quelle a bassa diffusione, e il dato della provincia, la meno popolosa in Sicilia, è fortemente influenzato da alcuni focolai come quello di Agira e Troina, dichiarate non a caso “zone rosse” nel periodo di riferimento. Dell’ultimo gruppo fanno parte 27 province del Nord Italia, alle quali si aggiunge Pesaro e Urbino. In queste province si registra il 91 per cento dell’eccesso di mortalità rilevato, ovvero oltre 23 mila dei 25 mila nuovi decessi rispetto alla media. Fra questi solo 12 mila sono stati attribuiti con certezza al Covid-19. All’interno, oltre alla già citata Bergamo, le province più colpite sono quelle di Cremona (decessi più 391 per cento), Lodi (più 371 per cento), Brescia (più 291 per cento), Piacenza (più 264 per cento), e Parma (più 208 per cento).