Messina potrebbe diventare già nel giro dei prossimi anni una grande “terrazza sullo Stretto”, dalla quale affacciarsi elegantemente sul mare. Il vice sindaco Salvatore Mondello, incaricato delle Infrastrutture e della Pianificazione urbana, ricorda che la sua è una città con “54 chilometri di costa, ma spesso inaccessibili, per vari motivi”, che ci sono già diversi investimenti in campo per la riqualificazione del waterfront e che potenzialmente occorrerebbero circa 650 milioni di euro per soddisfare quel grande desiderio dei cittadini di riappropriarsi del proprio fronte-mare. Un fronte molto ampio e diviso tra competenze dell’Autorità di sistema portuale dello Stretto (dal porto storico fino alla zona dell’Annunziata, negli approdi dove fanno servizio le società di traghettamento) e del Demanio marittimo. Ma oggi c’è una pianificazione urbanistica e “lo stato dell’arte si trova in una condizione assolutamente ottimale, per una serie di coincidenze e anche perché l’amministrazione De Luca prima e Basile oggi ha avuto una visione di lungimiranza e oggi si stanno cominciando a vedere i frutti”, sottolinea Mondello.
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La pianificazione a favore del waterfront
“Difficilmente si può parlare di sviluppo senza rispettare la filiera – ricorda il vice sindaco – costituita da programmazione, pianificazione, progettazione, esecuzione e gestione delle opere. A Messina ora c’è il Piano regolatore portuale approvato dopo 60 anni, che stabilisce un’osmosi tra la città e il porto. C’è il Piano di utilizzo del demanio marittimo, approvato qualche mese fa, che gestisce tutta la parte legata all’utilizzo dell’arenile. C’è un Piano generale del traffico approvato da poco e il Piano della mobilità sostenibile in fase di approvazione. Poi ci sono svariati Piani complessi che riguardano alcune aree, come quelle ex industriali che sono le più privilegiate. All’interno di questa cornice urbanistica abbiamo prodotto una serie di progetti per sviluppare le tematiche della fruizione del mare e del rapporto con il mare”: Questo per ovviare a quella “cesura” storica che ha interrotto la connessione urbana con il mare, rappresentata dalla linea ferroviaria, dalle strade e dalle autostrade lungo la costa.
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Due linee di intervento, verso Nord e verso Sud
Adesso, spiega Mondello, “stiamo ragionando su due linee di intervento: la parte Centro-Sud da 200 milioni di euro, con la via don Blasco quasi completata, la cosiddetta via del Mare, che ha ridato accesso ad aree prima negate e che consentirà di arrivare dal centro, cuore pulsante della città, al mare in cinque minuti. E poi ci sono progettazioni importanti, tra cui una da 19 milioni di euro per la rigenerazione urbana dell’ex Macello, dove si prevede una grossa componente di ricettività e la diretta fruizione del mare. È una delle tre spiaggie per le quali abbiamo avviato la procedura per riconoscimento della Bandiera blu. Sempre nella zona Sud “si vorrebbe allargare il ragionamento, provvedendo all’interramento dei binari, che è l’elemento più importante per liberare un’altra significativa fetta di waterfront”.
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Riqualificazione dell’area ex Macello
Sul versante Centro-Nord la situazione cambia in maniera significativa e le risorse necessarie raddoppiano. In quest’area “si sta discutendo – evidenzia Mondello – col presidente dell’Autorità di sistema del mare e l’orientamento è, una volta completato l’approdo di Tremestieri, quello di liberare la Rada San Francesco dalle navi private e definire quell’area come waterfront reale della città”. Un’area tra l’altro, quella del porto storico, nella quale insistono alcune emergenze storico-architettoniche di grandissimo pregio: la lanterna del Montorsoli, la Real Cittadella, il Forte San Salvatore. “Sono quasi certo – conclude il vice sindaco – che in pochi anni avremo riqualificata tutta l’area dell’ex Macello, connessione tra porto storico e zona Gazzi, con la riqualificazione della passeggiata a mare e dell’ex Fiera, in sinergia con l’Autorità portuale”.