Addio alla Tari, arriva la nuova tassa e ti fa pagare anche l’aria che respiri | Prezzi folli anche per i sacchetti
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Una vera e propria svolta è pronta a cambiare il modo in cui i cittadini italiani pagano la tassa sui rifiuti. In diversi Comuni, a partire dal 2026, la tradizionale TARI verrà progressivamente affiancata, e in alcuni casi sostituita, da un nuovo sistema di tariffazione basato sulla quantità reale di rifiuti prodotti. Si tratta della TCP, Tassa puntuale sui rifiuti, un modello pensato per rendere il prelievo più equo e legato ai comportamenti individuali.
La novità sta già suscitando interrogativi e preoccupazioni, soprattutto perché introduce un principio nuovo per molte famiglie: più rifiuti indifferenziati produci, più paghi. Un cambiamento che promette maggiore giustizia fiscale, ma che porta con sé anche dubbi sui costi reali e sull’impatto pratico nella vita quotidiana.
Cos’è la TCP e perché nasce al posto della TARI
Da anni la TARI rappresenta una delle imposte più discusse. Il suo importo viene calcolato sulla base della superficie dell’immobile, del numero dei componenti del nucleo familiare e dell’organizzazione del servizio di raccolta rifiuti nel Comune di residenza. Un sistema che, secondo molti cittadini, non sempre riflette la reale quantità di rifiuti prodotti e che spesso genera bollette considerate troppo elevate.
Per rispondere a queste criticità, alcune amministrazioni locali hanno deciso di sperimentare la Tassa puntuale sui rifiuti. Dal 2026 il nuovo modello partirà in via sperimentale in diversi Comuni, tra cui Zola Predosa e Sasso Marconi, nell’area metropolitana di Bologna. L’obiettivo dichiarato è quello di premiare chi produce meno rifiuti indifferenziati e incentivare una raccolta differenziata più efficiente.
La TCP non elimina del tutto i criteri tradizionali, ma li integra con un elemento chiave: la quantità effettiva di rifiuto non riciclabile conferito da ciascuna famiglia. In questo modo, il costo finale diventa più aderente ai comportamenti individuali, spingendo verso una maggiore attenzione nella gestione domestica dei rifiuti.
Come funziona la tassa puntuale e cosa rischiano le famiglie
Con la TCP, l’importo da pagare continuerà a tenere conto della metratura dell’abitazione e del numero di residenti, ma verrà aggiunto un terzo elemento determinante: la quantità di sacchetti di rifiuto indifferenziato conferiti nel corso dell’anno. A ogni nucleo familiare viene assegnata una soglia annuale di sacchi inclusi nella tariffa base, calibrata in base alla composizione della famiglia.
Ad esempio, una famiglia numerosa, con sei o più componenti, potrà conferire fino a 52 sacchi all’anno senza costi aggiuntivi, mentre una persona che vive da sola avrà una soglia di 26 sacchi annui. Superato questo limite, scatterà un sovrapprezzo per ogni sacchetto extra, che verrà conteggiato tramite un conguaglio nella bolletta dell’anno successivo.
Il sistema nasce con l’intento di ridurre la produzione di rifiuti indifferenziati e aumentare la qualità della raccolta differenziata. Tuttavia, non mancano le preoccupazioni. Alcuni cittadini temono che, soprattutto in presenza di famiglie numerose o di rifiuti difficili da riciclare, i costi possano aumentare invece di diminuire.
Le amministrazioni coinvolte sottolineano che la fase avviata nei Comuni di Zola Predosa e Sasso Marconi rappresenta un progetto pilota, destinato a essere valutato prima di un’eventuale estensione ad altre realtà italiane. L’efficacia del sistema dipenderà molto dalla chiarezza delle informazioni fornite ai cittadini e dall’efficienza dei servizi di raccolta.
Nel frattempo, per quanto riguarda la TARI 2025, nulla cambia. Restano valide le modalità tradizionali di pagamento, con avvisi inviati dai Comuni e la possibilità di aderire all’addebito diretto SDD entro le scadenze previste, modificando eventualmente il conto corrente tramite la propria banca.
Il passaggio alla TCP rappresenta quindi un cambiamento strutturale nel modo di concepire la tassazione dei rifiuti. Un modello che promette maggiore equità e sostenibilità, ma che richiederà attenzione, informazione e collaborazione da parte dei cittadini per evitare sorprese e trasformare davvero il nuovo sistema in un vantaggio collettivo.

