Aeroporti: a Comiso in 16 senza cigd. Catania sciopera

Nell’aeroporto degli Iblei i dipendenti di Gh attendono ancora la cassa in deroga di marzo e aprile. Ma la situazione è critica anche a Fontanarossa: Filt Cgil, Fit Cisl e Ugl T.A in protesta In Sicilia c’è chi ancora non ha ricevuto la cassa integrazione in deroga di marzo: sono i 16 lavoratori dell’handling dell’aeroporto di Comiso. Dipendenti della stessa società che gestisce i movimenti a terra per l’aeroporto di Fontanarossa – Gh Catania srl -, dopo mesi di chiusura dello scalo dovuti all’emergenza Covid-19, hanno anche subìto “la beffa avere 460 colleghi etnei già saldati da tempo. Noi assistiamo a un rimpallo continuo tra Inps e azienda”, racconta un lavoratore. Una condizione critica la vivono però anche i lavoratori di Fontanarossa, che hanno sì ricevuto “le prime nove settimane di cassa in deroga”, ma sono tornati operativi “senza il rispetto dell’orario minimo contrattuale di quattro ore. Con il risultato che al momento si opera con circa un terzo dei voli, ma con meno personale che deve fare il doppio del lavoro in poco tempo, visto anche l’obbligo di riporre i bagagli a mano in stiva”, racconta Alessandro Grasso, segretario di Filt Cgil Catania. La situazione di mancato rispetto dell’orario minimo contrattuale porterà Filt, insieme a Fit Cisl e Ugl T.A a protestare oggi pubblicamente nell’area partenze, dalle 10.30 alle 12.30, per manifestare “la forte preoccupazione e la rabbia a tutti i livelli, avendo già attivato precedentemente ma senza risultati, interlocuzioni con tutti i soggetti ufficialmente deputati, comunicati stampa e lettere alle istituzioni”. Ad essere coinvolti non sono solo i lavoratori Gh, “tra i lavoratori delle altre due aziende in appalto Aviapartner e Aviation Services, e quelli di Sac e Sac Services, parliamo di circa mille persone”, spiega Grasso. Secondo il sindacalista i lavoratori pagano “un doppio prezzo: nelle poche ore in cui si lavora in modo più intenso, la retribuzione finale non supera il massimale Inps. Cioè nella maggioranza dei casi 970 euro (ai quali vanno aggiunte le tasse). Al momento abbiamo colleghi che stanno ricevendo 350 euro al mese, perché a zero ore ma con importo calcolato sul part-time”. La richiesta è quindi quella di inserire tutti lavoratori attualmente percettori di cassa in deroga nella straordinaria. “Permetterebbe di avere l’80 per cento della retribuzione, grazie all’accesso al fondo di solidarietà del trasporto aereo. Bisogna prevedere subito questa possibilità perché se continua così a settembre, finito il blocco, temiamo i licenziamenti”. Secondo i sindacati in protesta una soluzione ci sarebbe. “Servono interventi che permettano di consolidare i provvedimenti contenuti nel Decreto Rilancio per i gestori aeroportuali, le società di handling e per l’intero sistema dell’indotto”. Si tratta ovvero dei “130 milioni di euro a fondo perduto previsti, ma solo per le compagnie aeree, mentre i lavoratori degli scali aeroportuali sono molti di più. Chiediamo che vengano aumentati ed estesi a tutte le aziende che operano nel settore del trasporto aereo. Anche per questo che la manifestazione si tiene a Roma Fiumicino”, spiega Grasso. Nella protesta inoltre si condanna “il comportamento di alcune aziende, pur comprendendone le difficoltà economiche, che hanno deciso in maniera unilaterale, senza alcuna condivisione con i sindacati, di non pagare le 14 mensilità e di non anticipare la quota Inps prevista dalla cassa integrazione. Così si rischia di consegnare i lavoratori alla malavita organizzata, nello specifico agli usurai”, scrivono i tre sindacati. Nel frattempo a Comiso, l’azienda, in attesa che arrivi la cassa in deroga, ha corrisposto ai 16 lavoratori un piccolo anticipo. Che rischiano di dover presto restituir, coi primi stipendi dopo la ripresa del 22 giugno. “Al momento abbiamo solo due voli a settimana, e le poche ore di lavoro dovrebbero andare a sommarsi alla cassa integrazione che non abbiamo mai ricevuto”, spiega il lavoratore di Gh. Questo però “non cambia una situazione difficile, viviamo solo grazie allo stipendio del partner. Calcolando la percentuale spettante sul massimale Inps in base alle ore, parliamo di cifre medie per ognuno di noi di 600 o 700 euro al mese di cassa in deroga”. Quale sia stato il problema nella mancata erogazione però non l’ha capito nessuno: “l’azienda ci assicura che tutto è stato fatto, e il pagamento dei lavoratori di Catania dovrebbe testimonialo. Inps dice che manca la richiesta di autorizzazione al ministero per l’apertura della cassa integrazione, perché noi di Comiso eravamo già in Patto di Solidarietà. Siamo rimasti quindi in sospeso, con in più il dubbio sulla competenza territoriale delle varie sedi Inps”. I lavoratori, che operano a Comiso, sono infatti tutti dipendenti dell’azienda di Catania. “C’è stato un tira e molla tra le varie sedi locali di Ragusa, Vittoria e Catania. Mentre la Regione siciliana, che ha approvato le pratiche, dice che tutto va bene. Non sappiamo che fare”, conclude il lavoratore dell’aeroporto di Comiso. Salva il mio nome, email e sito web in questo browser per la prossima volta che commento.