Meno braccia per l’agricoltura in Sicilia. Tra il 2020 e il 2021, il numero dei braccianti dipendenti nell’Isola si è ridotto di oltre duemila unità. Le aziende che li impiegano sono circa 350 in meno, e il numero delle chiusure sale a 1.300 confrontando il 2021 con il 2016. In controtendenza i dati delle aziende agricole autonome. Tra il 2020 e il 2021 sono cresciute di alcune decine di unità, mantenendosi sostanzialmente in parità. Sono i numeri dell’Osservatorio sul mondo agricolo pubblicati dall’Inps, Istituto nazionale di previdenza sociale. Il calo non riguarda soltanto la Sicilia. A livello nazionale, si legge nel report, “il numero di aziende che occupano operai agricoli dipendenti è passato da 183.057 nel 2020 a 180.167 nel 2021, registrando, come lo scorso anno, un decremento pari a meno 1,6 per cento”. Ancora peggiori i dati del quinquennio 2017-2021. “Il numero di aziende con dipendenti è diminuito complessivamente del 4,2 per cento”, scrive Inps.

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Meno dipendenti in tutta Italia
Le aziende agricole siciliane con lavoratori dipendenti sono passate da 26.461 nel 2020 a 26.115 nel 2021. La chiusura delle imprese ha comportato una diminuzione del numero di lavoratori. Per la Sicilia, sono passati da 147.824 a 145.464, l’1,6 per cento in meno. Malgrado ciò l’Isola rimane al secondo posto in Italia per numero di lavoratori agricoli (14 per cento) alle spalle della Puglia (16 per cento) e davanti a Emilia-Romagna e Calabria (nove per cento). A livello nazionale il numero di operai agricoli dipendenti è diminuito maggiormente in Piemonte (meno cinque per cento), Veneto (meno 4,5 per cento) e Calabria (meno quattro per cento), mentre è aumentato in Liguria (più sei per cento), Marche (più quattro per cento) e Friuli Venezia Giulia (più due per cento). A livello nazionale gli operai agricoli dipendenti sono circa 16.300 in meno (1,5 per cento). “Nel 2021 il numero di operai agricoli risulta tornato ad un valore analogo a quello del 2016, prima della crescita del biennio 2017-2018”, sottolinea l’Inps.

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I numeri degli agricoltori autonomi
Per quanto riguarda le aziende agricole autonome, quelle cioè in cui il lavoratore e il titolare sono la stessa persona, come detto i dati della Sicilia sono sostanzialmente stabili. Nell’Isola si passa da 25.988 aziende nel 2021 a 26.016 nel 2021. Le regioni in cui si registra il maggior incremento sono Lombardia (più 2,6 per cento) e Calabria (più 1,8 per cento), mentre a perdere più aziende sono Molise (meno tre per cento), Abruzzo (meno 2,5 per cento) e Umbria (meno 1,8 per cento). Anche il saldo nazionale è negativo, passando da 353.424 aziende agricole autonome nel 2020 a 352.625 nel 2021. In termini percentuali la perdita è “soltanto” dello 0,2 per cento, ma il dato va messo in relazione con la crescita registrata dal settore negli anni precedenti. Come osserva l’Istituto, infatti, “nel periodo 2016-2018 il numero di aziende agricole autonome era aumentato di 4.544 unità, con un incremento pari a più 1,3 per cento”. Un trend invertito negli anni successivi.

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Più uomini (anziani) che donne
Il report dà conto anche della distribuzione di genere tra i lavoratori agricoli autonomi. In Sicilia, la terra è ancora prettamente un mestiere per uomini (18.918), mentre le donne sono molto meno (8.267). Stessa tendenza a livello nazionale. “La composizione per genere tra i lavoratori autonomi fa registrare la prevalenza maschile: nel 2021 292.539 lavoratori, (pari al 67 per cento), mentre nel 2016 la quota di maschi era inferiore (65,6 per cento)”, scrive Inps. Per quanto riguarda le fasce d’età, infine, nel 2021 la più rappresentata a livello nazionale è quella “55-59 anni”, con 62.357 lavoratori, pari al 14,3 per cento del totale. Nelle classi d’età da 55 anni in poi si concentra il 48,3 per cento dei lavoratori agricoli autonomi. Complessivamente, secondo Inps, l’età media dei lavoratori fa registrare un aumento, passando da 53,3 nel 2020 a 53,6 anni nel 2021.