Ambiente: Italia insufficiente, Sicilia nel peccato. Ma siciliani contenti

Ambiente: l’Italia non raggiunge lasufficienza, la Sicilia pecca in tanti indicatori. In fatto di qualità dell’aria, produzione di energia da fonti rinnovabili,consumodi suolo, dispersione di acqua, la fotografia scattatadall’Istatnell’ultimo rapporto sul Benessere equo e sostenibile (Bes) presenta uno scenario nazionale tutt’altro cheincoraggiante. Non ci sono passi in avanti e dopo la pandemia la ripresa delle attività produttive ha fatto aumentare lapressionedell’uomo sull”ambiente. Tutte le azioni messe in campo per avviare latransizioneecologicaed energetica, anche comprese quelle spinte dai fondiPnrr, “non hanno prodotto ancora i risultati auspicati”, scrive l’Istituto di statistica. Peggiorano infatti i superamenti delle soglie diinquinantinell’atmosfera (76,2% contro il 71,7% del 2021, che erano migliorati negli ultimi anni. Aumentano leemissionidi anidride carbonica. Diminuisce del cinque per cento la produzione di energia dafontipulite. Non migliora il consumo disuolomentre si perde sempre piùacqua. L’unica eccezione sono irifiuti: scendono la produzione per abitante e i conferimenti in discarica. Leggi anche –Ambiente, eventi climatici estremi: Enea individua le aree più a rischio in Italia Ogniitalianoha prodotto, nel 2022, 492,3 chilogrammi dirifiuti. Nel 2021 erano 500,5, nel 2021 503. Di questi, ne finiscono indiscaricail 17,8 per cento. Seppure ogni Regione abbia una suagestionedei rifiuti con differenze e criticità da territorio a territorio, la quota che viene conferita in discarica è, fortunatamente, in costantediminuzione. Ma c’è Italia e Italia:Bolzanousa per l’1,1% le discariche, ilMoliseper il 77,1%, laCampaniaspedisce i rifiuti altrove, laSiciliasupera il 40%. Dal report Istat emerge poi come nel 2023 siano sempre più evidenti gli effetti delclimatechange: temperature sempre più alte, aumento dei giorni consecutivi senzapioggia(+5,5), fenomeni estremi connessi all’intensità delcaldo(+36 giorni rispetto al periodo di riferimento 1981-2010) ed eventisiccitosiprolungati. Leggi anche –Rifiuti, la Regione siciliana avvia lo slittamento del Pef Ilcementocontinua a rosicchiare preziosi chilometri quadrati dispaziverdi. Secondo gli ultimi dati disponibili, nel 2022 è stato ‘consumato‘ il 7,14% del territorio naturale nazionale, quasi77kmq in più del 2021. L‘accelerazionec’è ed è “preoccupante”, scrive Istat. Tra il 2021 e il 2022, il suolo consumatoperognicittadinosale di 2,46 mq. Dal 2006, il consumoprocapiteè di 16,23 mq in più. Una crescita delle superfici artificiali cheimpermeabilizzail suolo aprendo la strada a potenziali problemi didissestoidrogeologico. Ed è “solo in parte compensata dalripristinodi aree naturali”, secondo Istat. L’azzeramento del consumo di suolo resta un obiettivolontano. Va inoltre considerato che nel 2022 ulteriori 7,5 kmq sono passati da suolo consumatoreversibile(rilevato nel 2021) apermanente. Si tratta di suoli che non potranno più diventare naturali. In 15 regioni il suolo consumato stimatosupera il 5%: i valori percentuali più elevati rimangono quelli di Lombardia (12,16%), Veneto (11,88%) e Campania (10,52%). LaSiciliaè al 6,5%, mentre la Valled’Aostasi conferma la regione con la percentuale più bassa (2,15%). Leggi anche –L’Italia perde terreno: 120 mila ettari di suolo cementificati in 16 anni Numerosi i versantiambientalinei quali laSiciliaresta in difetto. A cominciare, purtroppo dai giorni consecutivisenzapioggia. Sono ben 48, il dato in assoluto più alto d’Italia. Troppo alte anche leperditeidrichenelle reti comunali, con un valore (51,6%) superiore sia alla media delMezzogiornoche – di gran lunga – al 35% medio del Nord o al 28,8% diBolzano. L’Isola ha poi la più bassa percentuale nazionaletrattamentodelle acque reflue. Non si arriva al 44% didepurazione, mentre la stesa media del Sud è del 50,5%. Paradossalmente, le coste marinebalneabilisuperano appena il 50%, il valore più basso d’Italia. Nonostante questo,più di sei siciliani su dieci, dai 14 anni in su, si sono dichiarati molto o abbastanzasoddisfattidella situazione ambientale (aria, acqua, rumore) della zona in cui vivono. Una sufficienza piena: così hanno dichiarato in occasione di un’indagine Istat. Sette su dieci sonopreoccupatiper i cambiamenti climatici, ma neanche due su dieci temono per la perdita dibiodiversità. Contenti loro.