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Ambulanti, caos in tangenziale a Catania. “Pronti a bloccare lo Stretto”

Un'ora di caos lungo l'arteria, dove i lavoratori di Fiva Confcommercio e Fenailp hanno protestato chiedendo la riapertura. Proteste anche a Palermo. "La zona rossa di fatto non esiste", scrive Confimprese

I rappresentanti delle sigle Fiva Confcommercio e Fenailp hanno protestato al centro direzionale Anas lungo la tangenziale. “Il nostro obiettivo era bloccare tutto, per far vedere a tutta la Sicilia, a tutta l’Italia, che sono 14 mesi che non lavoriamo, siamo allo sfracello totale”, afferma il presidente di Fiva Arturo Coglitore. L’iniziativa ha effettivamente raggiunto lo scopo, creando una fila chilometrica in direzione Siracusa per almeno un’ora. “Giorno 20 aprile – prosegue Coglitore – saranno 15 mesi senza lavorare. Non abbiamo avuto ristori, non abbiamo fatto feste, fiere, sagre e mercati. Non sappiamo più cosa fare, e se non verremo ascoltati siamo pronti a bloccare anche lo Stretto di Messina”.

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Proteste anche a Palermo

Un appello disperato quello egli ambulanti che risuona anche a Palermo. “Le misure del governo stanno massacrando, spesso senza alcuna necessità, il tessuto economico in particolar modo i servizi, il turismo, il commercio e, per quello che ci interessa più da vicino il commercio su aree pubbliche”. A scriverlo, alla prefettura di Palermo, è il presidente di Confimprese del capoluogo Giovanni Felice. Nei giorni scorsi l’organizzazione ha tenuto un sit-in di protesta proprio davanti la sede degli uffici governativi in via Cavour. L’esigenza è quella di avere “non solo risposte in merito a una zona rossa che di fatto non esiste, ma anche quella di far accedere chi ha partita nel regime dei minimi ai bonus. Oltre a quello di avere accesso al credito bancario per chi non ha i requisiti”, specifica Felice.

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Coglitore: “Ci hanno rovinato”

La sensazione, anche a Catania, è del resto quella di provvedimenti di contenimento del virus inutilmente punitivi solo per alcune categorie. “È un cane che si morde la coda, il virus c’è per carità. Ma noi siamo quelli che abbiamo subito le maggiori conseguenze. Ci hanno rovinato”. Una sensazione confermata dalla “realtà quotidiana della zona rossa che sembra più una vacanza”, scrive Confimprese Palermo. “Noi sapevamo che la nostra protesta era un modo per comunicare in qualche modo con il governo, non ci aspettavamo risultati, soprattutto in zona rossa. Ma dopo tutto quel che è successo abbiamo dubbi su come vengono individuati i colori”, conclude Felice.

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Leandro Perrotta
Leandro Perrotta
Catanese, mai lasciata la vista dell'Etna dal 1984. Dal 2006 scrivo della cronaca cittadina. Sono presidente del Comitato Librino attivo, nella città satellite dove sono cresciuto.

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