Architettura, per Catania “serve programmare e un quadro d’insieme”

Architettura, per Catania “serve programmare e un quadro d’insieme”

“Programmazione”: è questa la parola chiave per gli architetti catanesi sul futuro della città. Ad affermarlo, sono i massimi esponenti della categoria in città, ovvero Sebastian Carlo Greco, presidente dell’ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori (Oappc) della provincia di Catania, e daEleonora Bonanno, presidente della Fondazione Oappc etnea. In un periodo storico in cui convergono possibilità di cambiamento con grandi opportunità di finanziamento, dalnuovo Pugai fondi del Pnrr fino al bonus 110 per cento “in una città come la nostra, quello che manca è una visione di insieme”, ha afferma Greco, ieri in diretta con FocuSicilia. Un punto ribadito nel corso dell’evento anche dall’architetto Bonanno: “Purtroppo la programmazione manca, la fase progettuale ha bisogno di tempi lunghi che spesso vengono ignorati”, afferma. Leggi anche –Recupero e riutilizzo. La nuova legge urbanistica regionale–Superbonus, gli architetti etnei pronti alla class action contro il Sostegni ter Un esempio di mancanza di programmazione viene però da un’opportunità a livello nazionale, l’utilizzo del bonus 110 per cento,definito nelle scorse settimane dagli architetti etnei“uno strumento utile per la ripresa economica e la rigenerazione del patrimonio immobiliare italiano, vetusto ed energivoro”. Lo strumento è stato però “creato con la prospettiva di un anno per eseguire i lavori, quando interventi di rigenerazione richiedono una complessa fase di progettazione”. A queste difficoltà si aggiunge però anche il tema della cessione del credito, alla base del meccanismo del bonus e modificato in corsa con il decreto Sostegni ter, passando da un sistema di cessioni multiple a una singola cessione, fino alleregole approvate a inizio marzoche lasciano sì la cessione multipla ma solo tra determinati soggetti e operatori finanziari. “La situazione ha creato uno scossone, la difficoltà di accesso al credito ha messo in difficoltà non solo le aziende, private della liquidità dopo aver avviato i lavori, ma anche i professionisti che hanno fatto un lavoro che non si sa se verrà mai ricompensato Pensiamo che la misura sia ancora valida, ma è impensabile andare avanti di mese in mese con delle norme che variano in corsa”. Leggi anche –Bonus 110%, Ance Catania: “Tornerà la cessione multipla del credito” Pug: “Negli anni si è intervenuti in maniera puntuale, ma perdendo il quadro d’insieme. La difficoltà sta in questo: parlare di città dovrebbe avvenire considerando tutte le sollecitazioni che arrivano dall’interno e dall’esterno. Il piano regolatore non può quindi arrivare, come è successo, con una contrapposizione tra il quadro politico che amministra e quello partecipativo”. E, in una città che attende da mezzo secolo un nuovo Piano regolatore, le modifiche normative che portano al nuovo modello Piano urbanistico generale dovrebbero essere affiancate “da un luogo deputato a questo confronto che riceva le diverse sollecitazioni. Questo è un punto centrale che abbiamo ribadito più volte da quando ci siamo insediato a metà 2021. Un Urban center, e di livello metropolitano perché ogni comune non è un recinto. Un territorio, un paesaggio, una città solo così può essere intesa come bene comune, come ci ricorda anche l’articolo 9 della nostra Costituzione. Ma spesso purtroppo comandano i numeri”, afferma Greco. Leggi anche –Catania, l’Ordine degli Architetti chiede un concorso per piazza dei Martiri La realtà è però attualmente ben diversa da quella auspicata dagli architetti etnei. Due casi esemplari di cambiamento della città sono proprio nel centro storico: l’abbattimento dell’ospedale Santa Marta nel quartiere Antico Corso, e il rifacimento di piazza Dei Martiri, intervento annunciato dal Comune di Catania basandosi su un progetto elaborato da un tecnico comunale. “Anche qui torna il tema del tempo e della programmazione: spesso ci sono scadenze da rispettare, e si prende il primo progetto pronto che si ha nel cassetto e si presenta alla Regione allo Stato o all’Unione europea. In una città in dissesto questo potrebbe anche andare bene, visto il bisogno che c’è di fare questi progetti”. Leggi anche –Catania, un confronto sulla “importanza degli architetti” nella società di oggi Fatte salve le esigenze delle pubbliche amministrazione, prosegue la presidente della Fondazione degli Architetti etnei, “nello stesso tempo non possiamo perdere l’occasione, che è adesso, di intervenire su questeparti cruciali della cittàcon la partecipazione della cittadinanza, agire dal basso. Lo abbiamo chiesto come ordine degli architetti, ovvero creare in questi casi dei concorsi di architettura, ma spingendosi oltre e inserendo dei percorsi preliminari sentendo tutti i portatori di interesse”. Un approccio che, ribadisce Bonanno “non significa né negare il dovere dell’amministrazione di prendere decisioni né azzerare la conoscenza, ma educare la cittadinanza all’architettura. Non criticare, ma essere costruttivi e dare alternative valide, senza che si debbano subire decisioni dall’alto, di cui speso anche noi come Ordine degli architetti veniamo a sapere a cose già decise”, conclude Bonanno.