Aree verdi e “città spugna” contro alluvioni e inondazioni. A breve sull’Etna

Aree verdi e “città spugna” contro alluvioni e inondazioni. A breve sull’Etna

“Ampliare le condotte esistenti o costruirne nuove è molto complicato: costi altissimi e disagi per i cittadini. Bisogna lavorare per diminuire il volume dell’acqua che va in fognatura per lo smaltimento”. L’ingegner Luigi Cirelli, docente di impianti irrigui e ingegneria naturalistica all’Università di Catania, è un grande esperto di idraulica e di sistemazioni idraulico forestali. Per limitare i danni delle inondazioni che hanno colpito di recente molte città della Sicilia, Catania in testa, secondo Cirelli bisogna affiancare ai tradizionali sistemi di smaltimento delle acque piovane una rete di opere integrative in grado di “catturare”, almeno in parte, l’acqua che scorre sulle superfici cementificate o asfaltate dei centri urbani e sottrarla quindi al flusso violento che si determina in occasione di nubifragi. Opere come i cosiddetti “Rain garden” (giardini della pioggia) o parcheggi drenanti, permeabili, che permettono l’infiltrazione dell’acqua nel sottosuolo. Insomma una nuova visione per affrontare il tema di eventi atmosferici sempre più estremi e intensi, e anche sempre più frequenti. Leggi anche –Catania, Siracusa e altri disastri. Tutta la Sicilia è a rischio inondazioni “A livello internazionale – conferma Cirelli – ormai l’orientamento prevalente è quello delle Sponge cities, città spugna, che si stanno diffondendo a livello internazionale”. In Italia non risultano al momento grandi esperienze, ma forse qualcosa sta nascendo in Sicilia, sull’Etna. D’altra parte i terreni lavici sono per propria natura molto permeabili, quindi certe soluzioni dovrebbero essere piuttosto semplici da realizzare. A Valverde, paese collinare a nord est di Catania, si stanno portando avanti progetti per attrezzare il territorio con opere che permettano di limitare allagamenti e flusso di acque piovane. Il sindaco Angelo Spina, architetto, conferma e annuncia che nei prossimi giorni andrà a bando un progetto già finanziato dalla Regione. Si tratta di 1,25 milioni di euro per la realizzazione di “vasche di espandimento”, grandi aree pensate per intercettare rilevanti quantità di acqua piovane ed evitare guai al centro e ai territori a valle, in particolare San Nicolò e Aci Catena. Leggi anche –Alluvioni in Sicilia: in sette anni 700 milioni di danni. Risarciti solo 80 “Quando piove molto il paese soffre per la gran quantità d’acqua – spiega Spina – però dopo 20 minuti che ha smesso l’acqua defluisce, anche perché noi facciamo sempre la pulitura dei tombini e delle caditoie. Il problema è che le condutture esistenti sono insufficienti a smaltire tutta l’acqua”. Per questo motivo si sta già lavorando a un secondo stralcio del progetto, anche questo finanziato (850 mila euro dal governo nazionale), proprio per “realizzare rain garden e zone di drenaggio con aree verdi a fondo naturale”. La sistemazione urbana prevede anche una terza parte di lavori, con 650 mila euro di fondi ministeriali già a disposizione. Se tutto va bene le prime opere dovrebbero essere realizzate per la fine del 2022. Per gli altri lavori i tempi saranno più lunghi. Leggi anche –Alluvione a Catania, Fillea: “Canale di gronda atteso da 25 anni” Città porose e permeabili quindi, in grado di assorbire quanta più acqua piovana possibile, anche in ottica di riutilizzo in periodo di siccità o comunque in grado di alimentare le falde sotterranee. Un progetto nato in Cina nel 2015 dopo estese inondazioni che colpirono diverse grandi città. Per rendere permeabili 250 città. La Cina ha stanziato 12 miliardi di dollari per un progetto che pare sia vicino al completamento malgrado il rallentamento dovuto alla pandemia del Covid. Esperimenti e progetti simili però si segnalano da una parte all’altra del pianeta, magari in diverse declinazioni legate alle situazioni locali, culturali, geologiche e urbanistiche. Si provano soluzioni innovative ed ecosostenibili nella New Orleans devastata dall’uragano Katrina nel 2005, a Melbourne in Australia, a Berlino e Copenaghen, in Olanda e a Londra, dove è prevista la realizzazione di 100 parchi a verde in tutta l’area metropolitana.