Autonomia differenziata, dalla Sicilia via alla raccolta firme per abrogare la legge

La riforma dell’autonomia differenziataappena approvata “porterà a untaglio di un miliardo e 300 milioni l’annoper la Regione siciliana”. A essere colpita sarà soprattutto la sanità, che nell’Isola “vive già gravi sofferenze, con800 mila siciliani che rinunciano alle cureeuna carenza di organico di 17 mila unità,tra medici e paramedici”.Alfio Mannino,segretario regionale diCgil Sicilia,boccia senza appello la norma appena approvata dal governo Meloni e annuncia laraccolta firme per il referendum abrogativo.“L’obiettivo è raccoglierle entro settembre, così da andare al voto nella prima finestra utile, quella dellaprimavera del 2025”. A sposare la causa è ancheFederconsumatori Sicilia,che insieme altre realtà civiche delcomitato “La via maestra”è scesa in piazza a Palermo per protestare contro la legge. “Servono 500 mila firme, che non sono poche, matutti insieme contiamo di riuscirci”, spiegaAlfio La Rosa,presidente dell’associazione. “Lasituazione della sanità in Siciliaè gravissima, con questa norma rischiamo che le personesmettano di curarsi”. Leggi anche –Personale, organizzazione e autonomia finanziaria: l’Istat boccia i Comuni Come spiegato daFocuSiciliain un precedente articolo, l’autonomia differenziata consentirà alle regioni didecidere su 23 materie,tra cuiistruzione, ambiente, turismo, energia e sanità.Si tratta di una legge ordinaria che attua la riforma delTitolo V della Costituzioneapprovata nel lontano 2001. Con quella riforma, all’articolo 116, veniva data alle Regioni la possibilità di avere“ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia”su alcune materie. La riforma dell’autonomia differenziatavarata dal governo Melonistabilisce proprio quali sono queste materie. Per alcune, come la sanità, l’articolo 117 della Costituzione prevede che l’autonomia differenziata possa essere applicata solo dopo ladefinizione dei Lep, Livelli essenziali delle prestazioni,in modo da garantire servizi equi su tutto il territorio nazionale. Una norma che non rassicura i critici della materia. Secondo lafondazione Gimbe, specializzata sul tema della salute,il progetto “rischia di avere un esito infausto” peggiorando “lostato di salute del sistema sanitario nazionale”. Leggi anche –Autonomia differenziata per tutti, ok del Senato. Il testo passa alla Camera Secondo Cgil Sicilia, l’approvazione della riformaarriva in un momento critico per la sanità regionale. “La situazione richiederebbeinvestimenti consistenti,anziché tagli. Anche ilPnrr,a quanto pare, non ha dato i risultati sperato per il rilancio del comparto”. In questo quadro, dice il segretario Mannino, “sottrarre 1,3 miliardi al sistema sanitarioè una follia”, che rischia di rendere la vita difficile “a centinaia di migliaia di cittadini che aspettanovisite ed esami importanti”. Da qui la necessità diconvocare al più presto il referendum.“La legge dovrebbe andare in Gazzetta ufficiale nei prossimi giorni. A quel punto faremo partire l’iter per la raccolta delle firme”. C’è anche un’altra possibilità, dice Mannino. “Il referendum può essere convocato anche su richiesta di almeno cinque regioni. Anche governatori di centrodestra comeRoberto Occhiuto,presidente dellaCalabria,eVito Bardi,presidente dellaBasilicata,sono molto critici verso la riforma. Al contrario di Schifani, che non si rende conto del danno che ci sarà per laRegione siciliana”. Leggi anche –Sanità e autonomia differenziata: per la Sicilia la strada è tutta in salita Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente diFederconsumatori SiciliaLa Rosa. “La Regione ha appenapubblicato dei numeri sulle liste d’attesa.Sarebbero 87 mila le persone che in Sicilia attendonocure, ricoveri, analisi“. Per l’associazione dei consumatori “si tratta di dati sottostimati”, in quanto non forniscono “ildettaglio delle tempistichee la gravità delle patologie”. Secondo La Rosa è in corso “un doppio attacco” alla salute dei cittadini. Da una parte la Regione “dirotta risorse pubbliche sullasanità privata convenzionata“. Dall’altra lo Stato centrale “taglia le risorse dando unduro colpo al Sistema sanitario nazionale.“Da qui l’impegno dei consumatori siciliani a promuovere il referendum abrogativo, perfermare la riforma nel più breve tempo possibile.“Possiamo contare su un gruppo importante, quello del comitato ‘La via maestra’, che comprendeCgil Sicilia, Legambiente, Arcie molte altreassociazioni cattoliche e laiche.Tutti insieme possiamo farcela, in modo dagarantire ai cittadini siciliani il diritto alla sanità pubblicae alle cure”, conclude La Rosa.