Autonomia differenziata per tutti, ok del Senato. Il testo passa alla Camera
Quali conseguenze porterà l’autonomia differenziata? Difficile rispondere alla domanda dopo la sola approvazione alSenato. Certamente non mancano lepolemichesin dallaprima propostadi legge a opera di altri governi. Organizzate anche alcuneproteste. Il primo ok al Ddl Calderoli comunque resta un passo significativo verso la riforma dei rapporti traStatoeRegioni. La proposta è focalizzata sull’attuazione della riforma delTitolo V della Costituzione, secondo cui “le Regioni hanno autonomia finanziaria nelle forme e nei limiti stabiliti da leggi della Repubblica, che la coordinano con la finanza dello Stato, delle Provincie e dei Comuni”. Uno degli aspetti fondamentali del disegno di legge è il riconoscimento delruolo attivo delle Regioninella richiesta. Previa consultazione deglienti locali. Un nodo importante riguarda la definizione deiLep, ovvero i livelli essenziali delle prestazioni. Se l’assegnazione deifondiper i servizi essenziali, una volta uniformata, si baserà sulla capacità di spesa, laSiciliapotrebbe vivere delle difficoltà. Leggi anche –Lavoro, istruzione, formazione, giustizia e infrastrutture. La Sicilia è ultima Il testo approvato al Senato, rispetto alla precedente versione, ha aumentato gli articoli da 10 ad 11. Con l’articolo 11 articolo, inserito incommissione Affari Costituzionali, la norma viene estesa alle regioni aStatuto Specialee leprovince Autonome.Cosa cambierà quindi per la Sicilia?Stando al testo in prossima discussione alla Camera, potrebbero aumentare le materie su cui poter legiferare direttamente. Affrontando la tematica del Ddl Calderoni il presidente della Regione,Renato Schifani, ha dichiarato dinon aver pauradell’autonomia differenziata, ma di attenzionare la norma in base all’esperienza con ilfondo perequativo. I soldi che l’Isola ha ricevuto dallo Stato grazie all’Autonomiaottenuta il 15 maggio del 1946 sono stato giudicati “insufficiente negli ultimi anni” dal governatore. Tutte le regioni, Sicilia compresa, saranno alla finestra nel momento in cui il Governo definirà ilivelli essenziali di prestazioni (Lep). Previsti dall’articolo 117 della Costituzione, dovranno essere stabiliti entro 24 mesi dall’approvazione della legge sull’autonomia differenziata. La norma punta a standard nazionali per i Lep, pur partendo da una condizione in cuiNordeSud Italia mostranodiverse capacità di spesa per iservizi essenziali. Proprio qui potrebbe sorgere il problema per laSicilia. In base al ddl attuale ilmetodo di assegnazionedei fondi è basato sulla capacità di spesa dei fondi ricevuti. Attività in cui l’Isola non ha brillato. Leggi anche –Autonomia differenziata, Schifani: “Non preoccupazione, ma attenzione” Il disegno di legge sull’autonomia differenziata individua23 materiesu cui le Regioni possono richiedere autonomia. Sono coinvolti settori cruciali come la tutela dellasalute,l’istruzione, losport,l’ambiente,l’energia, itrasporti, laculturae ilcommercio estero. Quattordici di queste materie sono definite comeLivelli Essenziali di Prestazione (Lep), rappresentando i criteri che determinano illivello minimo di servizio garantito uniformemente sull’intero territorio nazionale. La concessione dell’autonomia è subordinata alla determinazione degli stessi Lep, che avverrà attraverso l’analisi dei costie deifabbisogni standardbasati sulla spesa storica delloStatoin ogniRegionedegli ultimi tre anni. Un principio chiave stabilito nell’articolo 4è che il trasferimento delle funzioni alle Regioni sarà concessosolo successivamente alla determinazione dei Lepe nei limiti dellerisorse rese disponibilinella legge di bilancio. Leggi anche –Sanità e autonomia differenziata: per la Sicilia la strada è tutta in salita Il disegno di legge sull’autonomia differenziata prevede la creazione di unacabina di regiacomposta da tutti i ministri competenti nella materia. L’organismo sarà assistito da una segreteria tecnica, che avrà il compito di analizzare ilquadro normativoin relazione a ciascuna funzione amministrativa statale e regionale. La cabina di regia dovrà individuare le materie o gli ambiti di materie riferibili ai Lep suidiritti civiliesocialiche devono essere garantiti su tutto ilterritorio nazionale. Il Governo, entro 24 mesi dall’entrata in vigore del disegno di legge, dovràemanare decreti legislativiper determinarelivellieimportidei Lep. Una volta avviata la procedura, Stato e Regioni avranno5 mesi per giungere a un accordo. Le intese potranno durarefino a 10 anni, con la possibilità di rinnovo o di terminare prima con un preavviso di almeno 12 mesi. Leggi anche –Autonomia differenziata, Landini: “Pronti a contrastarla con ogni mezzo” Resta invariata, sebbene spostata nell’articolo 11, la cosiddettaclausola di salvaguardia. La norma che permette algoverno di sostituirsi agli organi regionali, dellecittà metropolitane, delleprovincee deicomuniin situazioni diinadempienzaIn particolare in caso di mancato rispetto deitrattati internazionali,normativa comunitariaopericoli gravi per la sicurezza pubblica, tutelando l’unità giuridica o economica, specialmente per quanto riguarda i livelli essenziali delle prestazioni sui diritti civili e sociali. Non è escluso che il ddl sull’autonomia differenziata possa subire modifiche una volta giunto all’esame dellaCamera dei Deputati.