Balneari, verso un’altra infrazione Ue: sono già 69 e costano 100 milioni l’anno

Lamancata messa a gara delle concessioni balnearipotrebbe costare all’Italia l’ennesima procedura di infrazione da parte della Commissione europea. Anche se il Governo dovesse scongiurare la crisi – nella replica a Bruxelles ha chiestoquattro mesi di tempo per completare la mappatura delle concessioni balneari,per valutare la scarsità della risorsa naturale – la situazione del Paese resta complessa. Balneari a parte, infatti,sono 69 le procedure d’infrazione aperte contro l’Italia,sei delle quali giunte a sentenza “definitiva”.Solo per queste ultime, come prevede l’articolo 260 del Tfue, Trattato sul funzionamento dell’Unione europea,scattano le sanzioni economiche.Secondo l’ultimo rapporto annuale della Corte dei Conti, tra il 2012 e il 2020 la spesa dell’Italia per le infrazioni europee ha sfiorato gli830 milioni di euro.Conti alla mano,oltre 100 milioni l’anno,che avrebbero potuto essere impiegati perinvestimenti suscuola, sanità e infrastrutture. Leggi anche –Pagamenti Pa, in Sicilia solo Ragusa in regola. “Rischio infrazione europea” L’infrazione più antica risale al 2011, e riguardainadempienze dell’Italia in materia di formazione e lavoro.Costo complessivo: 79 milioni di euro. Nel 2013 scattano ben due sanzioni, per le ecoballe in Campania e per lagestione delle discariche abusive. Il costo è rispettivamente di 246 e di 261 milioni. Nel 2014 è il turno del mancato recupero diaiuti di Stato erogati a beneficio di alcune imprese del territorio di Venezia e Chioggia.L’infrazione è costata 114 milioni, ma ilministro degli Affari Europei Raffaele Fittoha comunicato che “in seguito a verifiche della Commissione a partire dal XV° semestre di penalità (settembre 2022 – marzo 2023) – l’Italia non deve più versare”. Nel 2017 il Belpaese è stato sanzionato per lagestione delle acque reflue, costata fino ad adesso 120 milioni. Nel 2018, infine, l’Italia è stata sanzionata peril mancato recupero di aiuti di Stato concessi illegalmente a vari alberghi in Sardegna.Fino a oggi, la sentenza è costata 7,5 milioni. Leggi anche –Qualità dell’aria, archiviata procedura d’infrazione EU Pilot per la Sicilia Si arriva così agli 830 milioni di cui sopra.Il dato è provvisorio, precisa la Corte dei Conti,poiché “sono previste sanzioni periodiche fino a quando non è datapiena esecuzione al giudicato“. Finché non ci si mette in regola, insomma, si è costretti a pagare. Inoltre potrebbero arrivare a sentenza definitiva altriprocedimenti di infrazione attualmente in corso.Secondo ilDipartimento per gli Affari Europeidella presidenza del Consiglio, il settore su cui l’Italia sconta più procedure è l’”Ambiente” (15), seguito da “Affari economici e finanziari” (otto), “Trasporti” (sette), “Lavoro e politiche sociali” (sette), “Affari interni” (cinque), “Concorrenza e aiuti di Stato” (cinque), “Energia” (cinque), “Fiscalità e dogane” (tre), “Giustizia” (tre), “Affari esteri” (due), “Agricoltura” (due), “Appalti” (due) e “Salute” (due). Infine i settori “Libera circolazione delle merci“, “Libera prestazione dei servizi” e “Tutela dei consumatori” registrano ciascuno una procedura. Leggi anche –Lettori stranieri, Italia a rischio infrazione. Meno di 60 giorni per rimediare A breve si saprà se lamancata messa a gara delle concessioni balneariandrà a ingrossare le fila delle infrazioni italiane. Al momento si è ancora nella prima fase, cioè alla“lettera di messa in mora” alla quale il Governo deve replicare entro due mesi.Come detto larisposta del Governo italianoha sostanzialmente chiesto una proroga alla Commissione, per completare la mappatura delle concessioni e stabilire nuove regole.Ora tocca a Bruxelles decidere se accontentare Roma.In caso di ritardo o risposta insufficiente, infatti, è possibile avviare la procedura di infrazione vera e propria, che potrebbe sfociare nellasanzione ex articolo 260 Tfue.In ogni caso dall’infrazione si può anche uscire. A dicembre 2023, per esempio, sono statearchiviate ben cinque procedureaperte contro l’Italia. Tra le altre, quella per lagestione del virusXylella fastidiosa, che specialmente nel Mezzogiornominaccia le colture di ulivo.