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Banche, aziende, Pil: quanto costa la paura del coronavirus

Mascherine esaurite anche in Sicilia. Il presidente regionale di Federfarma, Gioacchino Nicolosi: "Dialogo con i produttori, ma niente allarmismi". In vista un calo del prodotto interno lordo

La zona rossa è lontana centinaia di chilometri, la paura è già qui. Federfarma conferma che mascherine e disinfettanti sono esauriti anche in Sicilia. Ma tra provvedimenti restrittivi ed effetti collaterali, il coronavirus e il suo timore stanno già pesando sull’economia italiana. Sono esposti l’import-export, la produzione delle imprese, il lavoro di dipendenti e autonomi.

Federfarma Sicilia: “Dialogo con i produttori”

“C’è molto allarmismo”, spiega a FocuSicilia il presidente di Federfarma Sicilia Gioacchino Nicolosi. “Abbiamo richieste di mascherine e disinfettanti non evase. Io stesso nella mia farmacia non ho mascherine, neanche per me”. Per questo, l’associazione si sta muovendo: “Federfarma ha un continuo dialogo aperto con i produttori, per cercare di procurarle ed evitare speculazioni sugli acquisti online”. Flaconi di Amuchina vengono venduti al triplo del loro prezzo. Se non se ne trovano, consiglia Nicolosi, “è possibile utilizzare l’alcol puro o denaturato”. Federconsumatori segnala come anche i prezzi delle mascherine si siano moltiplicati. Ad aumentare il patema, afferma il presidente regionale di Federfarma, c’è il ritorno verso la Sicilia di chi vive al Nord e approfitta della chiusura di scuole e università. “La situazione è complessa ma vanno evitati allarmismi inutili”, afferma Nicolosi. “Il ministero ha diffuso un decalogo da seguire e Federfarma Sicilia si muove in base alle linee guida concordate a livello nazionale. Anche la Regione si muoverà nella stessa direzione”.

Il caro trasporti

Aziende a rilento, possibilità di lavorare da casa, scuole e università chiuse hanno invitato studenti e lavoratori a tornare verso le città d’origine. Trovare un treno da Milano in direzione Sicilia al di sotto dei cento euro, per questa settimana e per la prossima, è già complicato (non che in condizioni normali sia molto più semplice). Ma i posti disponibili sono in rapido esaurimento, sopratutto per i convogli che viaggiano di notte. Per chi invece abbia acquistato un biglietto (magari in direzione contraria) prima del 23 febbraio, Trenitalia “riconoscerà il rimborso integrale indipendentemente dalla tariffa acquistata”. In realtà non si tratta di un vero e proprio rimborso ma di un buono, pari al valore del biglietto, utilizzabile entro un anno. L’unica eccezione riguarda il trasporto regionale, che sarà rimborsato in contanti. Le richieste dovranno essere presentate entro il primo marzo. Non sembrano esserci grandi differenze sui prezzi del trasporto aereo, stando ai risultati dei principali motori di ricerca di voli. Prenotare a stretto giro rende, come sempre, il prezzo più salato. E volare verso Catania e Palermo resta più caro rispetto a Brindisi o Lamezia. Ma questo non è certo un problema dettato da un esodo di ritorno.

Gli effetti sul Pil

E poi ci sono gli effetti economici-finanziari, non ancora quantificabili. Le borse sono in calo. C’è la questione di scambi commerciali. Quelli con la Cina sono già stati rallentati e potrebbero costare caro, visto che la Sicilia è un esportatore netto verso il Paese asiatico. Se il quadro peggiorasse, l’Italia (che già oggi è il principale focolaio europeo) potrebbe essere frenata non solo dall’import-export sulla direttrice cinese ma anche altrove. Gli analisti di Mazziero Research hanno affermano che il Pil italiano del primo trimestre dovrebbe peggiorare rispetto alle stime precedenti: da un progresso previsto dello 0,1 percento si passa a un calo dello 0,1 per cento. Motivo: “Il fermo di parte delle attività nel Nord Italia a seguito delle infezioni da coronavirus e il possibile allargamento alle altre regioni colpisce un quadro economico già fragile”. Un blocco sulle attività di Lombardia e Veneto, tra le regioni più ricche e produttive del Paese, avrà un impatto immediato sul Pil nazionale. Più complicato è definire, sin da ora, le possibili ripercussioni sulle aree non ancora colpite dal fermo. Ma le regioni non sono compartimenti stagni. E se frenano le locomotive di un Paese, c’è una probabilità elevata che i vagoni rallentino.

Il sostegno alle imprese

Al di là di numeri e decimali, il tema delle ricadute va visto con gli occhi delle imprese e dei lavoratori. Nella “zona rossa” del contagio, rimanere in quarantena vuol dire bloccare l’attività di centinaia di aziende, autonomi, dipendenti. Il governo ha promesso aiuti e incentivi. Potrebbe esserci a breve la sospensione dei pagamenti delle tasse e un accesso agevolato al Fondo di garanzia delle Pmi. La ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, ha annunciato la cassa integrazione ordinaria per i dipendenti delle imprese della zona rossa e il possibile utilizzo di quella in deroga per le imprese con meno di sei dipendenti. Dovrebbe essere anche firmata una deroga ai limiti percentuali del lavoro agile. Si supera, in sostanza, il vincolo al lavoro da casa. L’Aiace (l’Associazione assistenza consumatore europeo) ha chiesto una proroga delle scadenze fiscali di 15 giorni, per tutti i cittadini e non solo per quelli residenti nelle aree più esposte.

Leggi anche Effetto coronavirus sull’export: quanto pesa la Cina in Sicilia

Banche: mutui e filiali

L’Abi, l’associazione delle banche italiane, “sta valutando le misure da adottare nei confronti della clientela e delle filiali bancarie per affrontare adeguatamente l’emergenza coronavirus nelle zone colpite dal contagio”. La strada scelta è quella della sospensione dei mutui, proprio come avviene nei casi di calamità naturale. Le filiali sono state chiuse e i dipendenti sono incoraggiati, quando possibile, a lavorare da casa. I segretari generali dei sindacati del mondo bancario hanno sospeso le assemblee dei lavoratori per la votazione dell’ipotesi in rinnovo del contratto nazionale fino al 6 marzo, non solo nelle regioni colpite dal contagio ma su tutto il territorio nazionale. Tutti questi elementi fanno intuire quanto possano essere violente le ripercussioni che la diffusione del virus potrebbe avere. Ma, meglio sottolinearlo, si tratta di provvedimenti che riguardano solo le aree focolaio. Sperando che il cordone costruito per limitare la loro espansione funzioni.

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Paolo Fiore
Paolo Fiore
Leverano, 1985. Leccese in trasferta, senza perdere l'accento: Bologna, Roma, New York, Milano. Ho scritto o scrivo di economia e innovazione per Agi, Skytg24.it, l'Espresso, Startupitalia, Affaritaliani e MilanoFinanza. Aspirante cuoco, sommelier, ciclista, lavoratore vista mare. Redattore itinerante per FocuSicilia.

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