Il sistema bancario europeo oggi, nonostante le difficoltà di questi anni e l’impatto del Covid, “nel suo complesso è più solido di dieci anni fa, grazie all’azione di consolidamento rilevante attuata da banchieri e autorità. Le banche sono molto più capitalizzate rispetto al passato, l’indebitamento si è ridotto da un triliardo di euro a 300 miliardi di euro”. Sono le parole di Paolo Corradino, vice direttore generale della Banca centrale europea, presente oggi al dipartimento di Economia e Impresa dell’Università di Catania, per un incontro con gli studenti che segna la partenza delle attività del secondo semestre del corso di laurea in Economia aziendale. Accanto a lui, il presidente del corso, Sebastiano Mazzù, e il direttore della filiale catanese della Banca d’Italia, Gennaro Gigante. Nell’aula magna di Palazzo delle Scienze, in particolare agli studenti dei corsi di Economia e Gestione degli intermediari finanziari, Corradino ha suggerito di approfondire la conoscenza “del tessuto economico locale e della nuova frontiera delle tecnologie”, perché “l’information technology (It) è un settore su cui ci si sta soffermando sempre più non solo nei rapporti con i clienti, ma per l’efficientamento dei processi produttivi e dei sistemi di pagamento”. Sulla digitalizzazione, il vertice Bce stima investimenti “per 300 miliardi di euro l’anno”.
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Vigilanza bancaria condivisa e internazionale
Dal suo osservatorio, il direttore di Bankitalia Catania, Gigante, ha ricordato la sua esperienza universitaria e come in 30 anni siano cambiate tante cose nella vigilanza bancaria: “Prima – ha spiegato – c’era un ruolo di coordinamento europeo della politica monetaria, poi si è avuto un enorme cambiamento nel sistema con le autorità di vigilanza che si confrontano con i soggetti vigilanti, cioè il mondo finanziario e bancario. Si è passati da una fase nazionale di vigilanza a una fase condivisa e internazionale, con un ruolo della Bce avviato che man mano si riempie di ulteriori importanti contenuti”, un cambio di competenze che “è uno dei sintomi dell’evoluzione del mercato stesso e dei players di questo mercato”. Corradino ha passato in rassegna l’evoluzione della Bce, dai Paesi fragili travolti dalle ondate finanziarie negative, agli esempi dell’economia spagnola, cresciuta notevolmente puntando sulla speculazione immobiliare come business model, ai dissesti bancari in Irlanda, Portogallo, Cipro, Germania. Corradino ha parlato di una “continua migrazione tra l’economia reale e quella finanziaria” e del “dissesto di una banca che poteva avere effetti più ampi sulla solvibilità di interi Stati”, mentre “la sfida è stata ridurre in maniera drastica e rapida l’impatto delle sofferenze sulle banche”. Sfida realizzata con il sistema di supervisione europeo della Bce, incardinato sulle autorità di supervisione nazionali.
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La sofferenza bancaria si ripercuote sull’economia
Una banca ben gestita ha un ruolo fondamentale nello sviluppo dell’economia. Se c’è una sofferenza e questo indebitamento è immobilizzato in quantità significative nel bilancio, la gestione bancaria diventa impossibile e prima o poi l’istituto di credito sarà destinato al fallimento, con effetti a catena devastanti per i clienti depositanti, per l’economia reale, per le imprese che ricevono finanziamenti dalla stessa banca. Ecco perché oggi si chiede alle banche di effettuare accantonamenti significativi di fronte a crediti non garantiti e per Corradino “la Bce ha assunto peculiarità tutte sue anche dal punto di vista organizzativo, perché tenere insieme una guida accentrata presso banca centrale e i team sul territorio nelle autorità di vigilanza nazionale è stata una sfida che tutt’ora continuiamo a vivere. Si tratta di creare una comunità europea di supervisor, un gruppo che congiuntamente, con una cultura, comune, hanno una missione: tutelare la stabilità del sistema finanziario nel suo complesso e contribuire al benessere dei cittadini. È il guardiano dell’efficienza dell’economia”.
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Rilevante il tema delle incertezze geopolitiche
Quanto argomentato da Corradino rappresenta il primo pilastro di un sistema che si completa con l’autorità europea per la risoluzione delle banche in difficoltà (liquidazione) e l’assicurazione europea dei depositi. Bisogna poi fare i conti con le incertezze geopolitiche “Da quanto è iniziata la guerra in Ucraina, un anno fa, ci sono state tensioni sui mercati finanziari e negli approvvigionamenti energetici assolutamente senza precedenti”, ha evidenziato Corradino, ma “grazie a misure adottate a livello europeo e in Italia di diversificazione energetica, alcune di queste preoccupazioni si sono notevolmente ridotte”, tuttavia il tema dell’incertezza “resta assolutamente rilevante perché può innescare fenomeni recessivi non quantificabili nelle conseguenze”, visto il modo in cui sono interconnesse le economie globali. Ne sono dimostrazione – tra gli esempi posti da Corradino – i grandi gruppi industriali che, dopo una progressiva delocalizzazione, adesso vengono indotti a delocalizzare rispetto alla Cina, o addirittura di rimpatriare in Europa alcune delle produzioni”. La resilienza alle incertezze geopolitiche resta quindi uno dei tre grandi elementi da considerare, insieme alle priorità della vigilanza bancaria e agli investimenti in digitalizzazione.