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Beni confiscati, la villa del boss per scopi sociali. Al catasto “vale 700 euro”

Un complesso di edifici appartenuto a Maurizio Zuccaro per le carte è solo un terreno agricolo. Insieme a un bosco sull'Etna sarà al centro dei progetti di recupero di sette realtà antimafia catanesi

Un complesso dal valore di circa due milioni e mezzo di euro a Gravina di Catania, tra Mascalucia e San Giovanni Galermo. Sequestrato al clan Zuccaro nel 2017, ma occupato almeno fino all’estate scorsa. A provarlo, il rinvenimento di una mascherina con la scritta “Andrà tutto bene”, retaggio inequivocabile della pandemia. Ma anche un pacco di Amazon vuoto, ricevuto e scartato dal destinatario. Da qualche mese, il complesso è stato definitivamente sigillato. A tenere alta l’attenzione, un gruppo di associazioni che intendono partecipare al primo bando dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione dei beni sequestrati e confiscati alla mafia.

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Villa confiscata
L’ingresso della villa appartenuta a Zuccaro

Associazioni in campo

Si tratta de I Siciliani giovani, Arci Catania, Asaec Catania, Cope – Cooperazione paesi emergenti e Oltrefontiere. “Il rischio maggiore, parlando di beni confiscati, è che ai provvedimenti amministrativi segua l’abbandono”, dice Matteo Iannitti dei Siciliani Giovani, tra i promotori dell’iniziativa. “In questo caso, è facile che cadano nuovamente nelle mani sbagliate”. Secondo gli inquirenti, il clan si riteneva il padrone dell’intero isolato, arrivando a chiudere la strada pubblica e a tappezzare ogni angolo di telecamere. Un dominio durato ben oltre la data del sequestro, dicono i volontari. “Per esserci interessati a queste strutture abbiamo ricevuto minacce pesanti”, ricorda ancora Iannitti.

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Una villa a 700 euro

Come accennato, il valore complessivo supera i due milioni e mezzo di euro. Ma la maggior parte degli edifici del complesso sono abusivi, e al catasto i terreni risultano ancora destinati all’agricoltura. La villa di Maurizio Zuccaro, tremila metri quadrati con vetrate, doppia piscina e palme, ha un valore di circa 700 euro. Conti alla mano, meno di cinquanta centesimi al metro quadro. Stesso discorso per un bosco a Pedara, confiscato a un imprenditore legato al clan Laudani, di cui le associazioni vorrebbero occuparsi, insieme a Legambiente e Spazio Oscena. Circa novemila metri quadrati, per un valore ufficiale di poche centinaia di euro. “Per lo Stato questi luoghi non esistono o se esistono sono di natura diversa”, riassume l’esponente de I Siciliani giovani.

Ingresso al complesso confiscato

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Verso un villaggio solidale

Nel complesso di Gravina, se il progetto andasse a buon fine, dovrebbe nascere un “villaggio solidale” chiamato Caracol. “Un posto di tutti e per tutti”, spiega Dario Pruiti di Arci Catania. L’obbiettivo è quello di dare “una destinazione sociale alle strutture”, strappandole a chi se n’era appropriato con la forza, “arrivando persino a chiudere una strada pubblica”. I volontari sono consapevoli che la strada non sarà facile. “Abbiamo aderito alla proposta per dovere civico”, dice Maurizio Manente di Cope. Il villaggio dovrà diventare un polo educativo e formativo, “che possa offrire servizi alla comunità, accanto allo Stato e agli Enti pubblici”. E ancora turismo solidale, lavoratori per le scuole, attività di giornalismo antimafia.

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Una piscina all’interno della villa

Gli strumenti per lottare

“La destinazione migliore per un luogo che il clan considerava alla stregua di un regno”, dice Nicola Grassi di Asaec antiestorsione. L’auspicio dell’organizzazione è che qui, insieme alle altre attività, possa sorgere un punto di riferimento nella lotta al racket. Magari fornendo gli strumenti pratici per emanciparsi dalla mafia, come auspica Renata Cardì dell’associazione Oltrefrontiere. L’idea è quella di formare i giovani “lavorando sul territorio e promuovendo l’economia circolare”. Per quanto riguarda il bosco di Pedara, a partecipare al bando è anche Legambiente. Il progetto presentato, dice il referente Maurizio Musmeci, prevede la creazione di un polo per l’educazione ambientale, “anche per i ragazzi con disabilità fisiche”.

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Valerio Musumeci
Valerio Musumeci
Valerio Musumeci, giornalista e autore. Nel 2015 ha esordito con il pamphlet storico-politico "Cornutissima semmai. Controcanto della Sicilia buttanissima", Circolo Poudhron, con prefazione della scrittrice Vania Lucia Gaito, inserito nella bibliografia del laboratorio “Paesaggi delle mafie” dell'Università degli Studi di Catania. Nel 2017, per lo stesso editore, ha curato un saggio sul berlusconismo all'interno del volume "L'Italia tradita. Storia del Belpaese dal miracolo al declino", con prefazione dell'economista Nino Galloni. Nel 2021 ha pubblicato il suo primo romanzo, "Agata rubata", Bonfirraro Editore.

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