Beni confiscati, “tagli per 82 milioni da revisione Pnrr”. Denuncia di Cgil Sicilia
Anche lagestione dei beni confiscatialla mafia paga il prezzo dei“tagli” al Pnrrdecisi dal governo Meloni. Secondo le stime diCgil Sicilia,con la riprogrammazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che prevede lo stralcio di progetto per 16 miliardi di euro, “verranno meno 82 milioni per la valorizzazione dei beni confiscati alla mafia con ilriuso ai fini socialie istituzionali, 10 milioni alla Regione e 72 milioni ai comuni”. Nel complesso, aggiunge il sindacato, sfumeranno interventi per quasiun miliardo e mezzo di euro. Un fatto “grave” per la Cgil e lo Spi regionali che lanciano un appello al presidente dellaRegione,Renato Schifani, affinché si opponga a questariprogrammazione. “La Sicilia”, scrivono i segretari generali delle due sigleAlfio ManninoeMaria Concetta Balistreri,“anche per l’insipienza della sua classe dirigente rischia di pagare unprezzo salatissimoper le scelte del governo Meloni. Senza finanziamenti salteranno importanti servizi per i soggetti più fragili e arischio di esclusione sociale“, sottolineano, “senza considerare il segnale negativo sul fronte della legalità e della lotta alla mafia che viene da questo definanziamento”. I progetti presentati prevedono, ad esempio,trasformazionidei beni confiscati in centri antiviolenza, case rifugio per donne, sedi per i servizi dei comuni come info point e spazi polifunzionali, luoghi di socializzazione. Ma ancheriqualificazionicome quella del feudoVerbumcaudoa Polizzi Generosa, da destinare ad attività connesse all’agricoltura. Tutti questi interventi rischiano di saltare. “In questi giorni”, affermano Mannino e Balistreririvolgendosi a Schifani,“avremmo voluto sentire la sua voce, al pari dei presidenti delle altre regioni, per stigmatizzare lariprogrammazionedi questo investimento e chiedere al governo nazionale di sostenere glienti localinello sforzo di rispettare i tempi imposti dalla Commissione europea”. “C’è stato invece un silenzio che hamortificato il lavorodei cittadini che sono impegnati per lalegalitàe lo sviluppo della Sicilia”, concludono i due esponenti sindacali. “Chiediamo oggi azioni decise del governo regionale contro questodefinanziamentoaffinché i beni confiscati siano riassegnati alla collettività per gli usi sociali”.