Benzinai, revocato il secondo giorno di sciopero ma non c’è intesa col Governo

Revocata la seconda giornata di sciopero dei gestori dei benzinai, “una scelta a favore degli automobilisti non certo del governo”. È quanto annunciato da Fegica Cisl e Figisc Confcommercio, due delle principali sigle dei gestori degli impianti di carburante, a margine dell’incontro con il governo Meloni. Le associazioni hanno deciso di riaprire gli stabilimenti nella giornata di domani, malgrado l’accordo sia lontano. “Pur riconoscendo di aver potuto interloquire in maniera costruttiva con il ministero che si è speso per diventare interlocutore propositivo, l’incontro ha confermato il persistere di molte criticità”, scrivono infatti Fegica e Figisc. A quanto risulta a FocuSicilia, l’incontro è tuttora in corso per cercare di trovare una quadra tra le richieste degli operatori e quelle del Governo. Frattanto arrivano i primi riscontri sulla partecipazione allo sciopero odierno. Faib Confesercenti, parla di un’adesione “pari a circa il 70 per cento”. “La categoria ha dimostrato la sua unità”, scrive in una nota la presidente regionale Francesca Costa. “Per diverse settimane i gestori sono diventati il capro espiatorio del rincaro dei prezzi. Le norme pensate dal Governo con l’ introduzione del prezzo medio e con le conseguenti sanzioni, rischiavano di appesantire ancora di più  la situazione. La riduzione della durata della serrata è stato un segnale di apprezzamento alle aperture mostrate dal Governo nei confronti della categoria nell’incontro di ieri sera. Da parte nostra c’è tutta la volontà di proseguire questo dialogo nel tavolo tecnico annunciato, evitando disagi ai nostri clienti”. All’origine dello sciopero deciso dalla categoria, ildecreto “Trasparenza”varato nelle scorse settimane dal governo Meloni per contrastare gli aumenti del prezzo del carburante registrate da inizio gennaio. Il decreto obbliga i gestori degli impianti a esporre il prezzo medio giornaliero nazionale e rafforza le sanzioni in caso di violazioni. Una scelta contestata dalla categoria, che addebita al mancato rinnovo del taglio sulle accise l’aumento del prezzo. Tra le altre misure contenute nel decreto, il Governo ha deciso di defalcare i buoni benzina dal reddito dei lavoratori dipendenti, fino a un massimo di 200 euro. Inoltre è stato annunciato un tetto al prezzo del carburante, ma soltanto negli impianti autostradali, dove si registrano i prezzi più alti.