Bilanci, 181 Comuni fuori legge. Anci Sicilia: “Mancano i ragionieri”
Bilanci,181 Comuni fuori leggein Sicilia. A causa della mancataapprovazione dei bilanci di previsione 2022, laRegione Sicilianaha commissariato 181 Comuni su 391, divisi tra le nove province. Lo scorso giugno l’Ufficio ispettivo dell‘assessorato regionale alle Autonomie Localiaveva giàdiffidatole amministrazioni inadempienti, concedendo30 giorniper provvedere all’approvazione. Tenuto conto anche della tornata elettorale dello scorso 28 e 29 maggio, la Regione ha garantito 30 giorni ainuovi Consigli comunali, ma anche in questo caso l’appello è caduto nel vuoto. Per regola i preventivi andrebbero approvati entro il31 dicembre dell’anno precedente, trattandosi appunto di bilanci necessari per la programmazione economico-finanziaria dell’anno successivo. Il termine è stato prorogato al31 marzo, poi al 30 aprile, poi al31 maggio. Leggi anche –Comuni è “crisi strutturale”. In cerca di soluzioni per bilanci e caro energia Il commissariamentonon è una novità, si ripete annualmente, ha uno storico. Quest’anno le amministrazioni a cui la Regione ha assegnato unproprio funzionarioper l’approvazione del bilancio previsionale sono il46 per centodel totale. Erano il70 per centonel 2022. Sono diminuiti quindi del 34 per cento.Catania, Ragusa e Messinasono le province in cui è presente ilnumero maggioredi amministrazioni in difetto. Nella provincia etnea è inadempiente le stesso Comune diCatania, insieme ad Acireale e San Giovanni La Punta, città in cui l’attuale assessore alle Autonomie Locali, AndreaMessina, è statosindacoe consulente prima dell’ingresso nel governo Schifani. ARagusasono inadempienti per il bilancio previsionale e commissariati il 58,3 per cento degli enti. Fuori legge aMessinaoltre il 43 per cento, comprese Taormina e Giardini Naxos. APalermoè commissariato il capoluogo e il 39 per cento delle amministrazioni. AEnnail 35 per cento, aSiracusail 33,3 per cento, aTrapaniil 32 per cento e aCaltanissettapoco più del 13 per cento dei Comuni. Leggi anche –“Oltre cento Comuni in dissesto o pre-dissesto”: Anci Sicilia lancia l’allarme “Dove possibile – ha dichiarato il segretario Anci Sicilia, MarioAlvano– sarebbe utile unapproccio di prospettivaper analizzare questo problema. Non possiamo più stupirci, perché la questione siripropone ogni anno. La prima considerazione da fare è che non esiste una spiegazione unica per comprendere il fenomeno. Una delle spiegazioni può essere ricondotta al consolidamento di un meccanismo diprorogheche non ha favorito la cultura dellaprogrammazionee nel caso dei bilanci, questo va programmato un anno prima. Un’altra ragione può essere sicuramente legata alla modifica introdotta delle nuove normesull’armonizzazione contabileche hanno interessato la Sicilia tra il 2014 e il 2015. Sono passati anni – ha evidenziato Alvano – ma abbiamo registrato un allontanamento deiresponsabili finanziaridagli uffici comunali causato dalla complessità dellenuove regole“. Leggi anche –Bilanci, l’assessore Messina nomina i commissari per i Comuni inadempienti “Mancano i ragionieri, mancano figure stabili su cui poter contare. Sono unararitàe il problema è tanto più ampio quanto sonopiccoli i Comuni“, aggiunge Alvano. “Nelle amministrazioni siciliane il personale è poco rispetto ai compiti da svolgere. Spesso la mancata approvazione è il risultato dicarenze complessivedi tutta la macchina amministrativa. Inoltre abbiamo Comuni in affanno – spiega il segretario Anci Sicilia – incrisi finanziaria, che passano dal dissesto al pre-dissesto e che si trascinano situazioni di difficoltà legate all’economia reale. Da un lato il Comune deve erogare servizi, dall’altro deve confrontarsi con l’ingresso di minori entrate e un aumento di costi che non favoriscono una programmazione”. Bilanci vengonoapprovati in ritardoanche perchénorme nazionali e regionali si sovrappongono. “Viviamo in Sicilia una situazione anomala data dalla presenza delloStatuto della Regione Siciliana. Non sempre le norme regionali e nazionali si sposano perfettamente e questo genera ricadute sull’attività ordinaria, a differenza che nel resto d’Italia”.