Bonus Smart Working, il Governo ti paga fino a 15.000€ per lavorare da casa | Questi i Comuni che possono richiederlo da ottobre

Novità in arrivo per lo smart working - Wikicommons - Focusicilia.it
Un provvedimento del Governo tende a favorire il lavoro da casa. Determinati comuni sono in grado di richiedere questa sorta di bonus
Lo Smart Working, da noi conosciuto anche con l’espressione ‘lavoro da casa’, è diventata un’abitudine per milioni di cittadini durante il lockdown deciso dall’allora Governo Conte a causa dell’esplosione della pandemia da Covid-19.
Una prassi che negli anni successivi non è andata esaurendosi come più di qualche esperto aveva preconizzato. Anzi, parecchie aziende del settore privato hanno voluto consolidare l’esperienza del lavoro svolto da casa.
Attraverso un turnover piuttosto rigido i dipendenti si dividono tra lavoro in presenza e non. Quella che all’inizio fu una misura emergenziale legata alla drammatica diffusione del coronavirus è diventata una consuetudine.
In queste ultime settimane per incentivare ancora di più il lavoro da casa l’attuale Governo presieduto da Giorgia Meloni ha lanciato un piano decisamente ambizioso destinato a far discutere e a scatenare qualche polemica.
Il piano del Governo spiazza tutti
Nel mirino dell’esecutivo di centrodestra c’è il contrasto allo spopolamento delle aree montane. Con la Legge 131/2025 è stato introdotto il “Bonus Smart Working Montano“, un pacchetto di incentivi fiscali e contributivi pensato per i datori di lavoro e i dipendenti che scelgono di trasferirsi in un comune montano con meno di 5.000 abitanti. L’iniziativa mira a convogliare nuove risorse umane e vitalità economica in questi territori.
La misura si articola su due fronti principali: un sostegno diretto alle aziende e un importante sgravio fiscale per i lavoratori che decidono di acquistare o ristrutturare casa in montagna. Il cuore della misura è l’esonero contributivo a favore dei datori di lavoro che assumono o mantengono dipendenti in smart working trasferiti nei piccoli comuni montani.
C’è l’esonero totale dei contributi
Nel caso in cui lo smart working diventasse una modalità ordinaria verrebbe riconosciuto per il 2026 e il 2027 un esonero totale dei contributi che sono a carico del datore di lavoro, per un limite massimo di 8.000 euro annui che vanno ovviamente calcolati su base mensile. C’è poi spazio per un incentivo a favore dei lavoratori che abbracciano questa nuova “vita di montagna”.
Per coloro che acquistano un immobile da adibire ad abitazione principale in un comune montano è previsto un credito d’imposta pari al 60% dell’ammontare annuale del finanziamento contratto per l’acquisto o per la ristrutturazione dell’immobile. Il credito d’imposta è utilizzabile in compensazione e rappresenta un risparmio diretto sulla rata del mutuo o sui costi di ristrutturazione. Questa clausola è pensata per rendere la scelta di vivere e lavorare in montagna un investimento immobiliare fiscalmente vantaggioso.