Boom del commercio online in Sicilia. La preoccupazione di Confimprese

Ilcommercio onlineinItaliasta vivendo una crescita esponenziale, con una particolare attenzione rivolta ai dati dellaSicilia. Secondo le recenti ricerche diConfimprese, il periodo tra il 2006 (anno della Legge Bersani) e il 2022 ha visto un aumento sia nelnumero di impreseche nelfatturatonel contesto del commercio elettronico. Durante questo periodo, il numero di aziende che operano esclusivamente online in Italia è passato da2.765 a un totale di 38.867. Un aumento14 volte più altorispetto il 2006. Ancora più significativo è il dato relativo al fatturato, che è cresciuto da3,3 miliardi a un notevole picco di 75,9 miliardi. In questo caso l’incremento è stato di23 volterispetto al dato iniziale del 2006. I numeri indicano la robustezza del settore e prevedono anche una crescita aggiuntiva del13 per cento per il 2023. Anche inSicilia, ilcommercioonline ha segnato unacrescitasignificativa. Passando da140 aziendenel 2006 a2.264 aziendeattive nel 2022. Un fenomeno interessante da notare sul commercio online in Sicilia è l’ampia diffusione delle dirette sui social, conFacebookin testa. “Questo fenomeno – spiega Confimprese – ha raggiunto numeri oramai insostenibili. Spesso questo tipo di attività non rappresenta solo una attività di necessità, ma è diventata anche un hobby ed un secondo lavoro remunerativo. Eppure, è fatto alla luce del sole”. Giovanni Felice,vice presidente vicario di Confimprese Italia, ha commentato l’impatto dei dati di crescita, notando che gran parte avvienea spese del commercio fisico. “Questa crescita avviene in larga parte a danno del commercio in sede fissa che vede unacontinua decrescitasia in termini di numero di imprese, di occupati e di fatturato. Nell’ambito del commercio fisico – continua Giovanni Felice –  la crisi colpisce in maniera sempre più preoccupante lemicroimprese commerciali ed artigianalicon effetti collaterali importanti.Il numero di aziende commerciali che annualmente chiudono sta mettendo. È a rischio la coesione sociale del Paese per non parlare degli aspetti non meno gravi quali la diminuita sicurezza causata dalla desertificazione commerciale”. Ilpresidente di Confimprese Italia Guido D’Amicoè intervenuto richiamando un ruolo politico. “Questa transizione epocale dal commercio fisico al commercio virtuale è lasciata inbalia delle regole del mercato, mentre invece dovrebbe essere guidata dalla politica“, ha spiegato. “Nessuno immagina di fermare il tempo e la tecnologia – ha ammesso D’Amico – che sarà sempre più on line, ma occorrerideterminare le regoledel confronto tra commercio on line e commercio off line. Questo per liberare da tanticappi burocratici, da costi aggiuntivi il commercio tradizionale. Al fine di consentire unacompetizione commerciale ad armi pari“. La proposta di intervento di Confimprese Italia per sostenere il commercio fisico include l’aggregazione delle attività commerciali ed artigianali e l’istituzione di “contratti di rete” finalizzati alle operazioni di marketing collettivo. L’associazione propone anchesgravi fiscaliper equiparare le microimprese ai trattamenti previsti per le aziende nelleZone Economiche Specialie l’elevazione del limite delregime forfettario a 200.000 euro per commercio ed artigianato.