“Buongiorno sono il prete”: non aprite assolutamente: benedizioni, offerte e porte aperte | La nuova truffa che parte dal campanello
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A lanciare l’allarme è il gruppo “Sicurezza a Muggiò Controllo del Vicinato”, che sui social ha raccontato cosa sta accadendo in queste ore in diversi comuni brianzoli e ha invitato i cittadini a prestare molta più attenzione, non solo a chi suona al citofono, ma anche a ciò che viene condiviso su Facebook e Instagram. Proprio le feste, spiegano, rappresentano il momento migliore per i ladri: il buio che cala presto, le strade poco illuminate, le uscite serali per cene e regali, le case lasciate incustodite e ben visibili dalle foto postate online.
Finti sacerdoti, falsi volontari e tecnici inesistenti: come entrano in casa
Accanto ai classici furti con effrazione, in Brianza sono tornate a farsi vedere figure che giocano su fiducia, buona fede e devozione. In prossimità del Natale riappaiono i finti preti che si presentano alla porta dei condomìni o delle villette per “impartire una benedizione natalizia”. Un pretesto semplice ma efficace per farsi aprire il portone, entrare in casa, distrarre i proprietari e approfittare di ogni distrazione per mettere le mani su contanti e preziosi.
Allo stesso modo si muovono i sedicenti volontari di Croci e associazioni benefiche, che dichiarano di raccogliere fondi per iniziative caritative. Una volta ottenuta la fiducia di chi apre – spesso anziani soli o famiglie convinte di fare una buona azione – riescono a farsi consegnare offerte “in contanti” o ad addentrarsi negli ambienti della casa, per poi allontanarsi con soldi, gioielli o oggetti di valore.
Le truffe non si limitano alle visite porta a porta. In questi giorni sono state segnalate telefonate anche a danno delle scuole brianzole: finti ispettori del Provveditorato agli Studi contattano le segreterie sostenendo che alcuni pagamenti non siano andati a buon fine e chiedono di effettuare urgenti bonifici. Un copione costruito per generare ansia e ottenere risposte rapide, senza la verifica necessaria.
Parallelamente continuano i furti tradizionali. Tra le 17 e le 20 sono stati segnalati colpi ad Albiate e tentativi di intrusione a Besana Brianza, dove un vicino allertato dai rumori è riuscito a mettere in fuga un ladro. Non mancano episodi a Monza, in particolare nella zona Parco e nel quartiere Triante. E c’è chi entra in casa in pieno giorno spacciandosi per tecnico: è quanto sta accadendo a Triuggio e a Lentate sul Seveso, dove finti addetti a controlli e verifiche sfruttano il pretesto del lavoro per introdursi nelle abitazioni.

Social, luminarie e vicinato: come non regalare informazioni ai ladri
Il gruppo “Sicurezza a Muggiò Controllo del Vicinato” insiste su un punto chiave: spesso le informazioni più utili ai malintenzionati vengono fornite inconsapevolmente dietro una tastiera. Le foto dell’albero di Natale, del presepe, della casa addobbata o dei regali sotto il tavolino indicano chiaramente che l’abitazione è piena di oggetti appetibili. Se a questo si aggiungono storie e post sulle assenze prolungate, le cene fuori o i weekend, il quadro è completo.
C’è poi il tema delle illuminazioni esterne: alcuni, per portare i fili delle luci sul balcone o in giardino, lasciano finestre in vasistas socchiuse, prese e ciabatte facilmente raggiungibili dall’esterno. Un dettaglio apparentemente innocuo, ma che diventa un invito per chi cerca un punto d’accesso rapido. “Bellissime da vedere – si legge nel post – ma sono perfette per chi vuole attaccare un flessibile o forzare un infisso”.
La raccomandazione è quella di alzare il livello di attenzione e di non sottovalutare mai i segnali. Le chat di quartiere possono diventare strumenti preziosi se utilizzate per condividere in tempo reale movimenti sospetti, rumori insoliti, auto che girano ripetutamente nella stessa zona. “Le chat sono in silenzio ma i furti li stanno facendo lo stesso – avverte il gruppo –. Uno pensa che non accada nulla e poi scopre che al vicino hanno già svaligiato casa. La comunicazione è alla base di tutto”.
In un periodo in cui finti preti, falsi volontari, tecnici inventati e truffatori telefonici lavorano in parallelo ai ladri d’appartamento, la Brianza si ritrova a fare i conti con un’emergenza che si ripete ogni anno. E che, come ricordano i cittadini più attenti, si può arginare solo mettendo insieme prudenza, collaborazione e la consapevolezza che, dietro un sorriso alla porta o un profilo social, può nascondersi molto più di quello che sembra.
