L’assessore regionale all’Agricoltura, Luca Sammartino, ha firmato il decreto con cui modifica il Calendario venatorio 2023-24. Si autorizza anche l‘abbattimento di 167 esemplari di Lepre italica (Lepus corsicanus). Se ne occuperanno 152 cacciatori abilitati dalla Regione per un “prelievo sperimentale” organizzato dalla Federcaccia. Lo fa sapere il Wwf Sicilia. Potranno essere abbattute dal 23 ottobre al 30 novembre nelle province di Agrigento (42 lepri), Caltanissetta (tre lepri), Catania (64 lepri), Siracusa (51 lepri) e Trapani (7 lepri). Per il Wwf si tratta di una “scelta scandalosa: la Lepre italica è una sottospecie endemica dell’Italia centro-meridionale e della Sicilia. In tutto il mondo la popolazione più florida è solo quella siciliana, mentre nelle regioni continentali (Appennino abruzzese, Toscana, Lazio, Campania, Basilicata, Puglia e Calabria) le popolazioni sono frammentate e minacciate. Si tratta di una specie preziosa per la biodiversità che andrebbe rigorosamente protetta e salvaguardata invece che regalata alle doppiette per il divertimento dei cacciatori”.
Stato di calamità per gli incendi, ma caccia ampliata
Parla di “comportamento schizofrenico della Regione” Ennio Bonfanti, responsabile fauna del Wwf Sicilia. Da una parte – sostiene – si rinnova e prolunga lo stato di calamità per gli incendi, dall’altro si amplia la caccia anche ad una specie stanziale fra le più colpite proprio da fuoco e siccità!”. Il Wwf ricorda che, in un articolato documento, l’Istituto superiore protezione e ricerca ambientale (Ispra) ha chiesto di limitare o sospendere la caccia per le specie stanziali. Tra queste anche la lepre. Sono specie “legate ad ecosistemi terrestri” devastati da mesi e mesi di incendi in tutta l’Isola. Gli incendi “possono limitare fortemente la disponibilità delle risorse trofiche essenziali per la fauna e ridurre in maniera significativa le possibilità di rifugio“. Il fuoco e la siccità che continuano a flagellare le campagne siciliane “rappresentano un importante fattore di modificazione dell’ambiente. Alternano infatti struttura, composizione e distribuzione della vegetazione, ovvero degli habitat cui sono legate le diverse specie”, sottolineano gli animalisti.