Caldo e incendi: Sicilia ad alto rischio. Droni e satelliti, il personale non basta

Caldo e allerta incendi vanno sempre a braccetto. Il presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani, ha dichiarato persabato 15 luglio, il massimo livello di allerta per il caldo,di colore rosso, a Catania e Messina (temperatura percepita prevista di 38 gradi), arancione a Palermo. La Sicilia ha territori ‘caldi’dove il rischio di incendi estivi è più elevato. Lo ricorda ilpiano regionale dell’antincendioboschivo. La versione più recente del documento risale al 2020, è in scadenza alla fine di quest’anno e con sei mesi di anticipo il governo regionale ha già lavorato all’aggiornamento. Così, mentre i primi incendi hanno devastato diverse aree intorno a Palermo (20 interventi di Vigili del fuoco e forestali pochi giorni fa), nel Catanese, ad Agrigento (anche nella riserva di Torre Salsa) e nel Ragusano, il dipartimento nazionale della Protezione civile ha annunciato un imminente peggioramento della situazione, con alte temperature in Sicilia. C’è da fare i conti con la disponibilità di uomini e mezzi. L’estate scorsa gli incendi mandarono in fumo 55 mila ettari di terreni e costarono 22 milioni di euro Leggi anche –Incendi in Sicilia, Cgil, Cisl e Uil scendono in piazza: “Regione in ritardo” In un clima che tende a farsi sempre più rovente, la Regione ha varato unnuovo Piano di antincendio boschivoche contempla “nuove tecnologie satellitari che riguardano i velivoli a pilotaggio remoto e l’avvistamento degli incendi automatizzato“, mentre si sottolinea l’impegno a “dare immediata attuazione alle misure stabilite già a partire dalla campagna contro gli incendi per l’anno 2023”, attenzione alle “analisi statistiche desunte dalSistema informativo forestalee una ancor più efficace gestione della piattaforma automatizzata per le emergenze”. La Regione inoltre puntaa chiudere il problema dei mezzi antincendio vetusti, perché già questo mese arriveranno i primi 12 nuovi mezzi acquistati nel dicembre 2022. Il contratto riguarda in totale 120 nuovi mezzi con capacità compresa tra 100 e 1200 litri. Leggi anche –Incendi estivi: accordo da due milioni di euro con i Vigili del fuoco Mentre ci si occupa della prevenzione satellitare, ilnodo da sciogliereresta quello del personale. Le forze in campo non sembrano essere sufficienti. “Ci sono tra80 e 100 squadre dei Vigili del fuocoe poco più di150 del Corpo forestaledella Regione Siciliana, non vi è un sottodimensionamento del numero di operatori antincendio”, hadichiarato a FocuSiciliail dirigente generale dellaProtezione civile regionale, Salvatore Cocina. IVigili del fuocooperativi in Sicilia, secondo fonti sindacali, sono 2.900, coprono anche i turni delle13 “squadre aggiuntive”che supportano l’antincendio boschivo regionale, ma l’organico ne prevede almeno 300 in più. Poi c’è ilCorpo forestale della Regione Sicilianacon i suoi 463 agenti, ma l’organico ce ne dovrebbero essere 800. A questo si aggiunge laProtezione civile,con200 squadre e mille propri volontariformati per l’attività antincendio. Circaseimila unità di antincendio boschivo, in gran parte stagionali, provengono poi dal bacino dei18 mila operai forestaliin carico agli assessorati regionali dell’Agricoltura e del Territorio e Ambiente (dati Piano regionale Aib) che partecipano ai turni delle squadre in campo del Corpo forestale. Leggi anche –Incendi boschivi: vigili del fuoco ‘sdoppiati’ e Regione che non paga I problemi principali di organico investonoVigili del fuoco e agenti del Corpo forestale. I primi operano spesso con turni straordinari, rinunciando così ai riposi e coprendo esigenze che in alcune fasi diventano sempre più pressanti (come dichiarato daBarbagallo del sindacato Usb). Gli agenti forestalientro il 2027 vedranno perdere circa 285 uominiche andranno in pensione e bisognerà trovare una soluzione sbloccando nuove assunzioni, così da coprire almeno una parte delle1.380 unità previste dalla dotazione organica. Non va poi sottovalutato tutto l’ambito della stabilizzazione degli operai forestali stagionali, nel quadro più generale dellariforma forestale annunciata a settembre dall’assessore Sammartinoe che potrebbe vedere la luce già entro quest’anno. Nel frattempo, altri boschi e vegetazione continuano a bruciare e le armi per contrastare gli incendi non bastano. L’estate scorsa,presero fuoco 55 mila ettari di terreni(ottomila di boschi), un’area grande quanto il Parco dell’Etna o il territorio comunale di Noto. Il costo pubblico per lo spegnimento raggiunse i22 milioni di euro.