Processo di Garlasco, l’udienza degenera: lo vogliono cacciare | Interruzioni e momenti fuori controllo

Alberto Stasi, condannato per Garlasco, è apparso in tribunale a Pavia, scatenando reazioni. Richiesta di allontanamento respinta dal gip. Un caso che non smette di stupire.

Processo di Garlasco, l’udienza degenera: lo vogliono cacciare | Interruzioni e momenti fuori controllo

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Alberto Stasi, condannato per Garlasco, è apparso in tribunale a Pavia, scatenando reazioni. Richiesta di allontanamento respinta dal gip.

L’udienza a Pavia, tra le più attese dall’apertura delle indagini su Andrea Sempio, è stata teatro di un vero e proprio colpo di scena. A catalizzare l’attenzione, facendo passare in secondo piano le discussioni sulle analisi della spazzatura e sul DNA rinvenuto sulle unghie di Chiara Poggi, è stato l’arrivo inaspettato di Alberto Stasi. L’unico condannato in via definitiva per l’omicidio di Garlasco si è seduto tra il pubblico, cogliendo di sorpresa molti dei presenti e accendendo immediatamente il dibattito tra le parti. La sua presenza è avvenuta proprio mentre venivano illustrati gli esiti dell’incidente probatorio che coinvolge Sempio, oggi indagato per omicidio in concorso, un evento che ha aggiunto ulteriore tensione a un caso già estremamente complesso e controverso.

La richiesta di allontanamento e le reazioni

La presenza di Alberto Stasi in aula non è stata accolta favorevolmente da tutti. L’avvocato Francesco Compagna, legale di Marco Poggi, fratello della vittima, ha formalmente richiesto alla giudice per le indagini preliminari l’allontanamento di Stasi dall’aula, esclamando a gran voce un «Cacciatelo!» che ha risuonato tra i banchi. Tale richiesta, confermata dall’avvocato Antonio De Rensis, difensore di Stasi, è stata tuttavia respinta dal gip, che ha autorizzato l’ex studente a rimanere per tutta la durata dell’udienza. I legali della famiglia Poggi hanno preferito non rilasciare dichiarazioni in merito.

Fuori dall’aula, alla richiesta di Compagna si è unito anche l’avvocato Domenico Aiello, difensore di Mario Venditti, il PM che nel 2017 chiese e ottenne l’archiviazione per Andrea Sempio, e che oggi è indagato per corruzione in atti giudiziari. Aiello ha definito la presenza di Stasi «anomala», contestando l’assenza della figura del “terzo interessato” nel Codice di procedura penale e definendola una possibile violazione procedurale. Ha inoltre espresso una preoccupazione pungente: «Spero che non si sostituisca un candidato innocente con un altro sfortunato innocente, a spese di un sicuro innocente», riaccendendo così le polemiche attorno a uno dei casi giudiziari più dibattuti d’Italia.

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Il significato dietro la presenza di stasi

Ma perché Alberto Stasi ha deciso di presentarsi proprio nel giorno cruciale in cui venivano illustrati i risultati dell’incidente probatorio? A spiegare le ragioni di questa scelta, definita personale ma carica di significato, è stata l’avvocata Giada Bocellari al termine dell’udienza. «È una giornata importante», ha dichiarato Bocellari, evidenziando come «da 11 anni si parla di questo DNA». Ha sottolineato che Alberto ha sempre partecipato a tutte le sue udienze e teneva ad esserci, «nel massimo rispetto dell’autorità giudiziaria, mentre si indaga su un altro soggetto accusato dello stesso reato per cui lui è in carcere da dieci anni».

Secondo la legale, la presenza di Stasi non aveva finalità processuali, bensì un profondo valore simbolico. «Per lui ha un significato importante», ha aggiunto. L’ex fidanzato di Chiara Poggi, pur non rilasciando dichiarazioni ufficiali, ha affermato di sentirsi sereno, un dettaglio che ha aggiunto un ulteriore strato di complessità e mistero a un evento già carico di tensione. La sua apparizione, non solo ha generato scompiglio, ma ha anche posto interrogativi cruciali sulla natura del processo e sulle percezioni di giustizia e innocenza in un caso che continua a dividere l’opinione pubblica e gli esperti legali.