Carburanti, da inizio anno 10% di rincari. Tetto italiano “possibile ma complesso”

Carburanti, da inizio anno 10% di rincari. Tetto italiano “possibile ma complesso”

Nei primi dieci giorni del 2023 il prezzo di benzina e gasolio è salito di circa il dieci per cento, tornando ad avvicinarsi ai due euro al litro. Il governo Meloni ha risposto varando undecreto “Trasparenza”, che obbliga i gestori degli impianti a esporre il prezzo medio giornaliero nazionale e rafforza le sanzioni in caso di violazioni. Di fronte alle mosse del governo la categoria ha annunciato uno sciopero nazionale per il 25 e 26 gennaio. “I nostri rappresentanti sono al ministero dell’Ambiente per cercare un accordo. Se non arriveranno risposte andremo avanti con lo sciopero, e i titolari degli impianti siciliani aderiranno compattamente”, spiega a FocuSicilia Riccardo Di Benedetto, segretario regionale di Figisc Confcommercio, che associa circa duemila impianti di carburante in tutta la Sicilia. Il rappresentante di categoria non ha dubbi sulla validità delle norme dell’Esecutivo: “Sono senza capo né coda, perché scaricano sugli esercenti un aumento che dipende esclusivamente dal mancato rinnovo del taglio delle accise, voluto proprio dal Governo”. Quanto al tetto al prezzo di benzina e gasolio, invocato da più parti, “sarebbe possibile realizzarlo, ma attraverso un meccanismo molto complicato”. Leggi anche –Federconsumatori Sicilia in piazza con Cgil e Uil: “Manovra insufficiente” A fornire i dati sul carburante, ogni settimana, è il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, che tiene conto “esclusivamente dei prezzi praticati in modalità self-service”.Dal primo al nove gennaio 2023il prezzo medio della benzina è stato di 1,812 euro al litro, il 10,2 per cento in più rispetto alla settimana precedente. In termini reali, un aumento di quasi 17 centesimi. Il costo netto del carburante è di 0,757 centesimi, a cui vanno sommate le accise (0,728 centesimi) e l’Iva (0,327 centesimi). Per quanto riguarda il diesel, il prezzo medio è stato di 1.868 euro al litro, il 9,4 per cento in più rispetto all’ultima settimana del 2022, pari a circa 16 centesimi. Il gasolio costa al netto 0,914 centesimi, a cui vanno aggiunte le accise (0,617 centesimi) e l’Iva (0,337 centesimi). Il Gpl, infine, si attesta sul prezzo di 0,809 centesimi al litro, il 3,3 per cento in più rispetto alla settimana precedente, un aumento di circa due centesimi. Il costo vivo del gas è di 0,516 centesimi, cui vanno sommate le accise (0,147 centesimi) e l’Iva (0,146 centesimi). Leggi anche –Carburanti, Assotir e Codacons: rincari oltre il 20%, “taglio accise non basta” Il taglio delle accise fu introdotto dal governo Draghinel marzo 2022. Uno sconto di circa 25 centesimi su benzina e gasolio, inizialmente previsto per un solo mese, poi prorogato diverse volte nel corso dell’anno. Un intervento confermato a novembre dal governo Meloni, che tuttavia ha deciso di ridurre lo sconto da 25 a 15 centesimi, e di non prorogarlo oltre il 31 dicembre scorso. Si arriva così al discusso decreto “Trasparenza” varato nei giorni scorsi. Oltre ai nuovi obblighi, il governo ha deciso di defalcare i buoni benzina dal reddito dei lavoratori dipendenti, fino a un massimo di 200 euro. Inoltre è stato annunciato un tetto al prezzo del carburante, ma soltanto negli impianti autostradali, dove si registrano i prezzi più alti. Per gli altri distributori, l’ultimo Consiglio dei ministri ha stabilito che “in presenza di un aumento eventuale del prezzo del greggio e quindi del relativo incremento dell’Iva, il maggiore introito incassato in termini di imposta dallo Stato possa essere utilizzato per finanziare riduzioni del prezzo”. Un taglio sul modello Draghi, insomma. Leggi anche –Caro carburanti, Codacons e Assotir chiedono di applicare i prezzi bloccati Per il momento, come accennato, le mosse dell’esecutivo sono bocciate dagli operatori del settore. “Il prezzo del carburante in Italia è liberalizzato, quindi ciascuno potrebbe applicare quello che ritiene, senza violare alcuna legge. Nello specifico, però, l’aumento è legato soltanto alle accise”, spiega Di Benedetto. Quanto al tetto del prezzo nazionale, “il governo potrebbe introdurlo senza dover passare dall’Unione Europea, giocando proprio sulle accise, che aumenterebbero o diminuirebbero sulla base della variazione del prezzo del greggio”. Quello che si valuta di fare in autostrada, dove il costo del carburante è più alto per diversi fattori. “I gestori di quegli impianti pagano percentuali all’Anas e alle compagnie petrolifere, oltre alle accise statali e all’Iva. Inoltre devono stare aperti 24 ore su 24, per garantire il servizio. Maggiori costi che si riflettono sul prezzo del carburante e persino sulle consumazioni negli autogrill”, conclude Di Benedetto. Leggi anche –Auto elettriche, in Sicilia sono lo 0,3% del totale. “Troppo poche colonnine” Il caro carburanti non riguarda soltanto l’Italia, ma è avvertito a livello internazionale. Secondo ilportale specializzato Dkv, che monitora l’andamento dei prezzi dei prodotti petroliferi in tutta Europa, nel mese di dicembre il costo del diesel in Italia è stato di 1,771 euro al litro. Un prezzo superiore a quello praticato in altre nazioni come Spagna (1,671 euro al litro), Portogallo (1,708), Austria (1,728) e Polonia (1,640), ma inferiore a quello di Francia (1,804), Germania (1,805), Paesi Bassi (1,822) e Belgio (1,797). Fa storia a sé il Regno Unito, per diversi fattori tra cui la Brexit e le oscillazioni del cambio tra sterlina ed euro, dove il prezzo medio del diesel nell’ultimo scorcio del 2022 è salito ampiamente sopra i due euro al litro. Tornando all’Italia, va ricordato che a dicembre era ancora in vigore il taglio delle accise introdotto dal governo Draghi e confermato in forma ridotta dal governo Meloni. Uno sconto di 15 centesimi senza cui il prezzo del diesel italiano arriva ai valori attuali, sulla soglia di 1,9 euro al litro. Un valore superiore alla maggioranza dei partner europei.