Un territorio gravato dalla pandemia, dalla crisi economica e da una cronica indigenza. E un numero sempre più consistente di “nuovi poveri”. Sono lavoratori del sommerso e stagionali, ma anche artigiani, commercianti e liberi professionisti che da un giorno all’altro si sono ritrovati in difficoltà. È la fotografia scattata da Caritas Catania nel report annuale sui servizi offerti dalle associazioni benefiche dell’Arcidiocesi etnea. Nel 2021 sono stati quasi 260 mila gli interventi effettuati dalla mensa della Caritas, contro i 175 mila del 2020. Cresce anche il ricorso agli Help center, mentre diminuiscono gli interventi su strada e altre tipologie di aiuti, tra cui la distribuzione di kit anti-Covid. Complessivamente gli interventi sono stati oltre 330 mila, un aumento del 25 per cento. Le persone assistite giornalmente sono state circa 500, in crescita del 20 per cento. E “si tratta sempre più spesso di italiani”, dice a FocuSicilia il vicedirettore di Caritas Catania Salvo Pappalardo. “Un tempo aiutavamo più stranieri, circa il 60 per cento del totale. Oggi siamo in parità, anzi a settembre e ottobre 2022 abbiamo avuto una prevalenza di famiglie catanesi. Non mi stupirebbe vedere la stessa tendenza costante fino alla fine del 2022”, spiega.

Leggi anche – Caritas, a Catania più richieste di aiuto. L’impatto del Covid sui migranti
Il dettaglio degli interventi
A mostrare la fragilità del territorio è soprattutto l’aumento del disagio alimentare, “sostanzialmente raddoppiato” in tre anni. Nel 2021 sono stati oltre 700 gli interventi giornalieri effettuati da Caritas. Nel 2020 erano stati 500, nel 2019 meno di 400. Le persone assistite sono aumentate da 350 a quasi 570. Direttamente legato all’attività della mensa, si legge nel rapporto Caritas, è il servizio dell’Unità di Strada, una ronda serale “che quotidianamente ascolta, visita, con l’ausilio del medico di strada, e distribuisce pasti ai senza dimora”. Le persone assistite sono state circa 75 al giorno, a cui sono stati distribuiti in un anno oltre 27 mila pasti. I 647 volontari Caritas, organizzati in gruppi settimanali, hanno fornito inoltre vestiti e accessori per resistere alla stagione fredda. “Per questa finalità, sono stati distribuiti 412 giubbotti, 715 coperte, 151 cappelli di lana, 45 sacchi a pelo, 3.012 paia di calze e 3.311 capi di biancheria intima”, si legge nel report.

Leggi anche – Sicilia, troppe famiglie “non bancabili”. Quando anche Caritas non può aiutare
Dall’igiene al microcredito
Il report dà conto anche di altri servizi offerti da Caritas, in particolare dall’Help center. Gli interventi complessivi sono oltre 6.300, in crescita di circa mille unità rispetto all’anno precedente. I servizi di cura e igiene alla persona sono raddoppiati, passando da 600 a oltre 1.200, e sono in aumento di qualche centinaio anche gli interventi economici, “che variano dal pagamento delle utenze all’acquisto di titoli viaggio fino alla distribuzione di vestiario”. In crescita anche la richiesta di servizi tecnologici, oltre 1.400, “che comprendono la semplice richiesta di ricarica della batteria dello smartphone fino a esigenze legate a prenotazioni online, redazione curriculum vitae, telefonate, posta elettronica”. Quanto al servizio di microcredito, nel 2021 sono stati 34 gli “ascolti ufficiali”, ma soltanto una pratica è andata in porto. Negli ultimi dieci anni, precisa tuttavia Caritas, “sono state 180 le pratiche accolte per un’erogazione complessiva, mediata dalla Caritas ed effettuata dagli Istituti convenzionati, pari a 804.700 euro”.

Leggi anche – In Sicilia la povertà è in crescita. A soffrire soprattutto stranieri e giovani
Crescono i “nuovi poveri”
Particolarmente significativo, come detto, l’aumento dei “nuovi poveri”, persone che fino a poco tempo fa erano autosufficienti e oggi versano in stato di bisogno. “Si tratta sempre più di persone dell’ex ceto medio, piccoli artigiani e commercianti, che un tempo costituivano la forza economica della città ma oggi faticano ad arrivare a fine mese”, osserva Pappalardo. A gravare su di essi è il caro bollette, “che ha portato molti negozi a chiudere”, ma anche altri esborsi che si accavallano, “pagamenti di rate del mutuo, fitti passivi e spese per farmaci”. La povertà sopraggiunge in maniera repentina, osserva il vicedirettore di Caritas Catania, “dunque sul momento i soggetti non hanno nessuna possibilità di prendere sussidi come il reddito di cittadinanza”. Le porte dell’associazione diocesana sono aperte, conclude Pappalardo, ma a pesare è anche un fattore psicologico: “Qualche giorno fa ho incontrato una nuova famiglia, che fino a qualche mese fa aveva esitato a rivolgersi a noi. Ora con umiltà, con vergogna, ha detto: siamo qui perché abbiamo bisogno”.