Carne sintetica, il Governo dice no. Alla Camera l’approvazione del Ddl
La carne sintetica in Italia “non s’ha da fare”. Gli effetti sulla salute umana “non sono verificati”, inoltre sono probabili alterazioni “come accade nelle cellule tumorali”. A sostenerlo è il governo Meloni nelDisegno di legge contro la carne in vitro,che oggi arrivaalla Camera per l’approvazione.“Una delle leggi più democratiche che abbiamo avuto nella nostra Nazione, nata in seguito a una petizione che chiede di vietare questo tipo di produzioni”, l’ha definita il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste,Francesco Lollobrigida.“Nel DDL sul cibo sinteticonoi vietiamo la produzione, non la ricerca“, ha precisato in Parlamento il ministro. E aggiunge: “Sono orgoglioso che l’Italia sarà tra qualche giorno la prima Nazione a proibire un prodotto che c’entra poco con quello che è il nostrosistema alimentare e produttivo,e mette in discussione la stessacura dell’ambiente,che passa dai nostri agricoltori e dai nostri allevatori. Il rapporto tra alimenti, terra e uomo è unrapporto millenarioche non può essere riproposto in laboratorio”. L’obiettivo è replicare quanto avvenuto anni fa con gliOrganismi geneticamente modificati, da prima bloccati dall’Italia e poiregolamentati dall’Ue.“Notificheremo la legge all’Europa subito dopo la sua approvazione”, ha sottolineato il ministro. “Auspichiamo che l’esempio italiano vengaseguito a livello europeo,con lo stesso modello con il quale si scelse di evitare gli Ogm nel continente. Un buon governo, quando c’è una richiesta così forte, si chiede se è una cosa giusta, e se la condivide, l’approva il più rapidamente possibile”, ha dichiarato Lollobrigida. Il partito Più Europa lo ha definito un “divieto anti-scientifico, anti-europeo e anti-italiano”, e per questo ha deciso di presentare una pregiudiziale di costituzionalità.La discussione avviene nelle stesse ore in cui l’Italia vota a Bruxelles per il rinnovo dell’autorizzazione per l’utilizzo del glifosato, pesticida sulla cui sicurezza la comunità scientifica avanza forti dubbi. Stesso tema, la sicurezza alimentare, reazioni diverse. Leggi anche –Ogm, lo studio di UniCt. Sicuri per la scienza, non per gli italiani Il dibattito sulla carne sintetica si riaccende in unmomento delicato per la zootecnia, soprattutto nel Mezzogiorno. A causa dellabrucellosi, malattia infettiva dei bovini che costringe all’abbattimento di migliaia di capi.La norma prevede di sopprimere subito gli animali interessati, senza attendere le controanalisi che spesso smentiscono la malattia.Nelle scorse settimane decine di allevatori siciliani hanno protestato con uno sciopero della fame, mentre i loro colleghi campani hanno sversato il latte in strada per protestare contro il Governo. “Il settore è a rischio sopravvivenza, a causa di norme che sembrano folli ma nascondono un disegno ben preciso”, commenta l’agronomo Paolo Caruso, fondatore della pagina specializzataFoodiverso.Il riferimento è alle norme che “spianano la strada acarne sintetica,farina di insettie quant’altro”, proprio mentre centinaia di allevatori protestano “contro l’ingiustoabbattimento dei loro animaliper casi di presunta malattia”. Leggi anche –Cibi sintetici, Regione plaude al ddl nazionale che ne vieta il commercio Il Disegno di legge per lo stop alla carne sintetica è stato presentato dalministerodell’Agricolturainsieme a quello della Salute. L’iter è iniziato lo scorso aprile, con l’esame del testo nelle varie Commissioni. Il concetto fondamentale è che “lo status della ricerca e della sperimentazione degli alimenti sintetici sembra essere ad una fase embrionale”.Non ci sarebbero dunque abbastanza elementi per dire che la carne “in vitro” sia sicura.“Non si è nelle condizioni, soprattutto scientifiche, di poter escludere che tali alimenti prodotti artificialmente, non abbiano delle conseguenze negative per la salute degli esseri umani”. La relazione cita unostudio francese sulla carne sintetica, secondo cui “è probabile che si verifichino alcune disregolazioni, come accade nelle cellule tumorali”. Da qui la bocciatura da parte del Governo, secondo cui “non è per nulla verificato quale sarà l’effetto che il consumo di alimenti sintetici potrebbe generare sulla salute umana”. Leggi anche –La Sicilia invecchia e i tumori potrebbero arrivare a 300 mila casi Il DDL contesta poi il principio della sostenibilità della carne in vitro rispetto a quella di origine animale.Proprio l’impatto massiccio di quest’ultima sugli ecosistemi – ma anche sulla salute umana – è uno dei principali elementi a favore della carne sintetica. “Le affermazioni sugli impatti del settore zootecnico sull’ambiente e quelle sui rischi per la salute derivanti dal consumo di carne rossa sono spesso fuorvianti e generalizzano eccessivamente”, replica il governo. Quanto ai vantaggi della carne sintetica,“non vi sono evidenze scientifiche che dimostrino potenziali vantaggi per l’ambiente: al contrario, si registrano molte controversie sul punto”.La principale riguarda il fatto che produrre la carne sintetica costerebbe più di allevare e macellare il bestiame in modo tradizionale. “Si tratta di prodotti ultra-processati, che richiedono un grande consumo di energia per essere prodotti e l’utilizzo di monocolture industriali dannose per l’ambiente”. Leggi anche –Clima pazzo, agricoltura stravolta. Dai mini-limoni all’uva di montagna Da non sottovalutare, infine, gli effetti sul piano geopolitico. Su questo fronte la carne sintetica potrebbe rappresentare, per utilizzare una celebre metafora, il battito d’ali di una farfalla che scatena un ciclone dall’altra parte del mondo.“Scienziati e ricercatori mettono in guardia anche dai rischi che tale produzione industriale potrebbe arrecare ai sistemi agricoli, specialmente quelli più fragili del Sud del mondo”, si legge nel DDL in discussione. Anche per questa ragione, informa il Governo, “le autorità sanitarie pubbliche di diversi Paesi hanno recentemente iniziato a promuovere alimenti non trasformati o minimamente trasformati e a raccomandare di limitare il consumo di alimenti ultra-lavorati”. Da qui il no dell’Italia a questa nuova tecnologia alimentare. “Stante l’assenza, al momento, di una normativa specifica in campo europeo si è ritenuto di intervenire a livello nazionale per tutelare la salute e il patrimonio culturale”, concludono dal Governo.